Seguieri
garofanino selvatico | ||||||||||||||||
File:Seguieri dis.jpg | ||||||||||||||||
Classificazione scientifica | ||||||||||||||||
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Nomenclatura binomiale | ||||||||||||||||
Dianthus seguieri Vill. | ||||||||||||||||
Nomi comuni | ||||||||||||||||
Garofanino del Seguier, |
Dianthus seguieri (Vill.)
Come si presenta
Il D. seguieri è un'esile pianta erbacea perenne dal portamento cespuglioso.
Osservandola, si può notare che presenta fusti legnosi e striscianti da cui si dipartono sia getti sterili che fusti fioriferi, eretti e angolosi, che si sviluppano fino a 40 cm di altezza.
Le foglie sono opposte, lineari-lanceolate, larghe fino a 6 mm. Sono sessili ma, in sostituzione del picciolo, presentano una guaina, ossia una dilatazione della base fogliare che ricopre parzialmente il fusto, lunga 1-6 mm.
Generalmente lo scapo porta un numero di fiori variabile, in genere uno o pochi. Ogni fiore presenta un epicalice (altresì detto calicetto), ovvero un verticillo (insieme di elementi disposti sullo stesso piano attorno ad un asse centrale) di brattee (foglie modificate di piccole dimensioni) posto al di sotto del calice e spesso fuso con esso. Ogni brattea dell'epicalice è lunga la metà o poco più della lunghezza del calice, che da solo può raggiungere anche i 18 mm. La corolla, lievemente profumata, è composta da 5 petali che si aprono anche'essi a verticillo, dal margine dentellato. La colorazione è rosea screziata di porpora; la screziatura più scura determina la formazione di un "cerchio" concentrico al foro centrale. All'interno di questo si scorgono appena dei sottili peletti violacei, su uno sfondo appena più chiaro rispetto al resto del petalo. Nel foro centrale, al centro del fiore, dove si innestano i petali, si protendono gli organi riproduttivi della pianta: le antere, lilla, all'apice dei filamenti, e gli stili, purpurei.
Habitat
Questa pianta suole abitare prati aridi, rupi e boschi di latifoglie fino a 1000 metri di altitudine.
Fioritura
Fiorisce da Giugno a Settembre.
Particolarità e curiosità
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Il nome Dianthus deriva dai termini greci "teos" ("dio") e "antos" (fiore), e significherebbe per l'appunto fiore degli dei, probabilmente a causa della bellezza dei suoi fiori. Nel linguaggio popolare, tuttavia, questa pianticella è conosciuta sotto il nome di garofano, termine che trae origine dall'italianizzazione del termine originale greco karyòphyllon (altro modo in cui veniva chiamato) in garofalo e infine garofano. Il nome italiano, probabilmente, si riferisce alla somiglianza del bocciolo fiorale essiccato con il chiodo di garofano, oppure per la somiglianza degli odori delle due piante. I fiori di garofano, infatti, contengono, anche se in misura molto più esigua rispetto alla nota spezia, eugenolo, il composto chimico che ne conferisce il caratteristico odore. Le sue proprietà sono antisettiche, anestetiche, carminative, disinfettanti, antibiotiche, e anti-infiammatorie. Nel Medioevo i fiori di garofano venivano utilizzati come surrogato degli stessi "chiodi di garofano" poichè, a causa della presenza del medesimo composto chimico, allora sconosciuto, questi fiori presentavano un'analoga capacità di scongiurare il contagio da peste.
Il nome specifico, seguieri, voleva essere un modo per onorare Jean-François Séguier, botanico, astronomo e naturalista francese molto attivo sul territorio italiano, in particolare nello studio della flora veronese.
Ad oggi non si riconoscono particolari proprietà curative a questa pianta (a parte l'esigua presenza di eugenolo, come è stato già sottolineato) e l'unico suo utilizzo al momento è come essenza nella profumeria.
Sul massiccio del Campo dei Fiori vi è il divieto assoluto di raccolta dai 600m in su (Art.2, ordinanza 30 dicembre 1974 n° 7818 del presidente dell'amministrazione provinciale).
Immagini
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