Vernus: differenze tra le versioni
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La parte più spettacolare della pianticella è però il '''fiore'''. Come tutte le monocotiledoni, anche | La parte più spettacolare della pianticella è però il '''fiore'''. Come tutte le monocotiledoni, anche il ''C.vernus'' presenta fiori senza calice: il perigonio, quindi, di forma tubulare, presenta da 2 a 6 tepali piuttosto lunghi (fino a 13 cm), disposti a simmetria raggiata (sono attinomorfi). La maggior parte delle pianticelle presenta un singolo fiore; il colore, inoltre, è nella maggior parte dei casi bianco, ma talvolta si possono trovare esemplari dai tepali viola, violetti o variegati, più scuri verso l'apice. | ||
Il fiore è ermafrodita: i tre stami, più corti dei tepali, presentano le caratteristiche antere gialle alle estremità; l'ovario è infero e alla sommità dello stilo si trovano gli stimmi, a forma di trombetta. | Il fiore è ermafrodita: i tre stami, più corti dei tepali, presentano le caratteristiche antere gialle alle estremità; l'ovario è infero e alla sommità dello stilo si trovano gli stimmi, a forma di trombetta. | ||
I '''frutti''' del croco sono delle capsule a tre loculi, contenenti numerosi semi globulari. | I '''frutti''' del croco sono delle capsule a tre loculi, contenenti numerosi semi globulari. | ||
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Il '' | Il ''C.vernus'' cresce generalmente nei pascoli montani e nei prati umidi, ma si trova anche nei boschi di faggio e carpino. Predilige un suolo calcareo, ma sopravvive anche in presenza di un substrato siliceo. Si trova nella fascia collinare-montana. | ||
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In generale, il termine | In generale, il termine "crocus" è di origine araba, e si riferisce al colore giallo del ''C.sativus'', lo Zafferano utilizzato in cucina come spezia colorante e profumante. | ||
La pianta, inoltre, è velenosa in quanto contiene un glucoside detto "crocina"; è utilizzata anche in ambito medico. | |||
Il genere ''Crocus'' presenta una curiosa caratteristica in ambito genetico: a causa dell'alto numero di cromosomi, infatti, è soggetto a una forte variabilità citologica, sia per quanto riguarda la morfologia che la struttura interna delle cellule. Questo causa un alto grado di segregazione di specie locali, cioè favorisce la nascita di gruppi di individui che, essendo isolati geograficamente, si evolvono in forme nuove e differenti dall'originale. Ciò crea differenti problemi di sistematizzazione e classificazione. | Il genere ''Crocus'' presenta una curiosa caratteristica in ambito genetico: a causa dell'alto numero di cromosomi, infatti, è soggetto a una forte variabilità citologica, sia per quanto riguarda la morfologia che la struttura interna delle cellule. Questo causa un alto grado di segregazione di specie locali, cioè favorisce la nascita di gruppi di individui che, essendo isolati geograficamente, si evolvono in forme nuove e differenti dall'originale. Ciò crea differenti problemi di sistematizzazione e classificazione. | ||
Per questo motivo, inoltre, molti studiosi ritengono che sia più corretto suddividere in ulteriori sottospecie e varietà il '' | Per questo motivo, inoltre, molti studiosi ritengono che sia più corretto suddividere in ulteriori sottospecie e varietà il ''C.vernus'', tra cui ricordiamo anche il ''C.albiflorus''. | ||
In alcune antiche crisi alimentari, i bulbi del ''crocus'' venivano consumati crudi o cotti come le patate. | In alcune antiche crisi alimentari, i bulbi del ''crocus'' venivano consumati crudi o cotti come le patate. | ||
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Versione delle 18:17, 17 nov 2012
Croco o Zafferano selvatico | ||||||||||||||||
Fiori di Crocus vernus | ||||||||||||||||
Classificazione scientifica | ||||||||||||||||
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Nomenclatura binomiale | ||||||||||||||||
Crocus vernus L. | ||||||||||||||||
Nomi comuni | ||||||||||||||||
Croco bianco |
Crocus vernus (L.)
Come si presenta
Altrimenti conosciuto come croco bianco, o zafferano alpino, il C.vernus è una piccola pianta erbacea perenne.
Le foglie inferiori sono trasformate in una guaina biancastra, che avvolge la pianticella nel momento della germinazione, mentre le altre sono strette e acute, dal margine ciliato e lunghe circa quanto il fiore stesso. Appaiono di colore verde scuro e al centro presentano una nervatura bianca. Le foglie, inoltre, sono radicali, cioè partono direttamente dal bulbo-tubero. Quest'ultimo è arrotondato, di piccole dimensioni e di un colore biancastro; generalmente è ubicato a circa 15 cm di profondità.
La parte più spettacolare della pianticella è però il fiore. Come tutte le monocotiledoni, anche il C.vernus presenta fiori senza calice: il perigonio, quindi, di forma tubulare, presenta da 2 a 6 tepali piuttosto lunghi (fino a 13 cm), disposti a simmetria raggiata (sono attinomorfi). La maggior parte delle pianticelle presenta un singolo fiore; il colore, inoltre, è nella maggior parte dei casi bianco, ma talvolta si possono trovare esemplari dai tepali viola, violetti o variegati, più scuri verso l'apice. Il fiore è ermafrodita: i tre stami, più corti dei tepali, presentano le caratteristiche antere gialle alle estremità; l'ovario è infero e alla sommità dello stilo si trovano gli stimmi, a forma di trombetta.
I frutti del croco sono delle capsule a tre loculi, contenenti numerosi semi globulari.
Habitat
Il C.vernus cresce generalmente nei pascoli montani e nei prati umidi, ma si trova anche nei boschi di faggio e carpino. Predilige un suolo calcareo, ma sopravvive anche in presenza di un substrato siliceo. Si trova nella fascia collinare-montana.
Fioritura
Il C.vernus fiorisce nel periodo compreso tra Febbraio e Maggio.
Particolarità e curiosità
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In generale, il termine "crocus" è di origine araba, e si riferisce al colore giallo del C.sativus, lo Zafferano utilizzato in cucina come spezia colorante e profumante. La pianta, inoltre, è velenosa in quanto contiene un glucoside detto "crocina"; è utilizzata anche in ambito medico.
Il genere Crocus presenta una curiosa caratteristica in ambito genetico: a causa dell'alto numero di cromosomi, infatti, è soggetto a una forte variabilità citologica, sia per quanto riguarda la morfologia che la struttura interna delle cellule. Questo causa un alto grado di segregazione di specie locali, cioè favorisce la nascita di gruppi di individui che, essendo isolati geograficamente, si evolvono in forme nuove e differenti dall'originale. Ciò crea differenti problemi di sistematizzazione e classificazione. Per questo motivo, inoltre, molti studiosi ritengono che sia più corretto suddividere in ulteriori sottospecie e varietà il C.vernus, tra cui ricordiamo anche il C.albiflorus.
In alcune antiche crisi alimentari, i bulbi del crocus venivano consumati crudi o cotti come le patate.
NB: la specie è protetta in tutto il territorio della Provincia di Varese con divieto assoluto di raccolta.
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Per approfondire vi consigliamo di leggere la nostra Bibliografia
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