Cava: differenze tra le versioni
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Versione delle 10:34, 4 nov 2012
Colombina cava
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Classificazione scientifica | ||||||||||||||||
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Nomenclatura binomiale | ||||||||||||||||
Corydalis cava L. | ||||||||||||||||
Nomi comuni | ||||||||||||||||
Giacinto selvatico |
Corydalis cava (L.)
Come si presenta
La Corydalis cava detta comunemente Colombina cava è una pianta erbacea che raramente supera i 35 cm di altezza.
Presenta da in tutto da 5 a 7 foglie, 3-4 alla base di forma ellittica, con estremità appuntite più altre 2 a forma di penna con dimensioni di 7-16 × 22-35 mm e presentano incisioni fino alla nervatura ed entrambe le tipologie sono di un colore verde oliva. Inoltre sono presenti delle foglie brattee cioè che racchiudono il bocciolo prima della fioritura.
La cosa che colpisce di più sono però i numerosi fiori infatti possono essere in numero superiore a 20 della corolla separati con vivaci tonalità rosate e più raramente bianche per ognuno dei 4 petali con il bordo superiore prolungato posteriormente a formare uno sperone ricurvo nella parte terminale. Le dimensioni possono variare da 19 ai 25 mm.
Il frutto è una capsula lineare che contiene diversi semi con dimensioni che variano da 3 a 4 mm per la larghezza e da 15 a 20 mm per la lunghezza.
Habitat
Questa pianta, originaria dell'Europa orientale, si può trovare dalla pianura fino ai 1000 metri preferendo le zone collinari fresche e luminose nelle radure dei boschi di quercia-carpino e loro associazioni; si può trovare anche nei prati, nei boschi di latifoglie e fra le siepi.
Fioritura
il periodo di fioritura va da inizio Marzo a fine Maggio.
Particolarità e curiosità
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L'etimologia del nome viene dal greco dove Korydalis significa allodola coronata a riferimento dello sperone dei suoi fiori molto somiglianti alle dita dell'allodola. Invece il nome specifico deriva dalla particolarità del suo bulbo di essere cavo.
Questa pianta viene utilizzata come ornamento di rocce e muri. Inoltre non richiede molte cure in quanto si risemina spontaneamente
Grazie alla presenza di numerose sostanze dette alcaloidi presenti nelle radici e nel bulbo la pianta viene classificata come velenosa e può provocare epilessia, allucinazioni e arresto cardiaco se assunta in alte concentrazioni. Ma può anche essere utilizzata in campo medico e sopratutto nella medicina nordica come antidolorifico, antisettico , antispasmodico e sedativo. Di recente è stata studiata per il trattamento del morbo di Parkinson.
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