Dens-canis: differenze tra le versioni

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Erythrorium dens-canis
Eritronium dens Canis (1).JPG
Classificazione scientifica
Dominio: eucariota
Regno: Plantae
Divisione: Magnoliophyta
Classe: Liliopsida
Ordine: Liliales
Famiglia: Liliaceae
Genere: Erythrorium
Specie: dens-canis
Nomenclatura binomiale
Erythrorium dens-canis
L.
Nomenclatura trinomiale
Erythronium longifolium
Miller
Nomi comuni

Dente di cane


Erythrorium dens-canis (L.)

Come si presenta

L' E. dens-canis è una curiosa pianticella bulbosa erbacea tipica dei nostri sottoboschi.

Il fusto si può suddividere in una parte ipogea ed in una epigea. La parte ipogea del fusto è rappresentata da un bulbo fusiforme che può raggiungere anche i 30mm di lunghezza; esso si presenta di colore bianco ceroso per arrossarsi all'apice. Il fusto ipogeo si continua in uno scapo eretto (particolarmente pronunciato quando la pianta è in fiore): il fusto epigeo. Quest'ultimo tende ad incurvarsi in alto proprio per la presenza del fiore all'apice che appesantisce la struttura.


Le foglie prendono origine quasi immediatamente dalla base del fusto epigeo, sono di norma due in numero e si presentano di forma lanceolata e di colore glauco (ovvero colore grigio-verde che si presenta sulla superficie di alcuni organi vegetali se avvolti da una patina cerosa) fittamente rivestite da macchie purpuree.


Le foglie non sono le uniche strutture ad caratterizzare questa pianticella: il fiore, unico, in genere, presenta a sua volta cartteristiche molto curiose. Esso si presenta di colore rosa, a volte tendente al bianco, ed è costituito da sei tepali (ricordiamo che i tepali sono foglie modificate che sostituicono petali e sepali nel perigonio, l'involucro fiorale) rivoltati all'indietro, come se fossero ribattuti dal vento (in modo analogo al C. purpurescens). Le strutture riproduttive del fiore, che si presenta ermafrodita, sono le antere (struttura riproduttiva maschile), in numero sette, che si manifestano di colore violaceo scuro e lo stigma, che si trova allo sommità di uno stilo, trifido, poco più alto delle antere (per favorire l'impollinazione incrociata), di colore bianco-rosato.


Una volta fecondato, il fiore matura in un frutto che si manifesta come una capsula ovoidale lobata contenente numerosi semi.

Habitat

La pianta sembra essere indifferente alla tipologia di substrato. Tuttavia la si trova principalmente in associazione con diverse specie arboree quali Carpino, Castagno, Faggio. Esige medie quantità di acqua nel sottosuolo.

Fioritura

Da Marzo a Maggio.

Particolarità e curiosità

Avvertenza
Caduceo.png Le informazioni qui riportate non costituiscono nè provengono da prescrizione o da consiglio medico.

Il nome del genere Erythrorium è giustificato dal colore del fiore che, di norma, è rosato (deriva, infatti, dal greco Erythros che significa rosso); il nome che caratterizza la specie, ovvero dens-canis, ha una etimologia ben diversa (deriva infatti dal latino) ma molto semplice: il bulbo a forma allungata ricorda il dente di un cane.

Nonostante non siano note particolari proprietà farmacologiche e curative della pianta essa è una pianta commestibile! può essere consumata a crudo, insieme ad altre essenze, o lessata (questo avviene soprattutto in Mongolia e in Siberia, dove viene cotta nel latte di renna). I giapponesi invece, dai bulbi, estraggono dell'amido per farne delle paste alimentari simili ai vermicelli.

A questo genere appartengono tante specie, usate in giardinaggio, per via del bell'aspetto dei fiori, molto decorativi, e provenienti dall'America Sett.

Esistono alcune varietà e sottospecie e numerosi cultivar con fiori molto belli.

Era usato in Europa come pianta da giardino per la bellezza delle sue fioriture sin dal XVI secolo, ma il suo posto fu poi preso dalle specie congeneri di origine americana

in Italia è considerata specie rara. Essa è compresa nella LRT (Lista Rossa Toscana) delle specie vegetali più a rischio di estinzione. È classificata VU cioè vulnerable (= vulnerabile) quindi esposta ad alto rischio di estinzione in natura. Ne consegue l’obbligo di non danneggiarla e non raccoglierne il bulbo.

Immagini

Link

Per approfondire vi consigliamo di leggere la nostra Bibliografia

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