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La parte più spettacolare della pianticella è però il '''fiore'''. Come tutte le monocotiledoni, anche | La parte più spettacolare della pianticella è però il '''fiore'''. Come tutte le monocotiledoni, anche i fiori di ''Crocus vernus'' sono senza [[Strutture vegetali#C|calice]]: il [[Strutture vegetali#P|perigonio]] di forma tubulare, presenta da 2 a 6 [[Strutture vegetali#T|tepali]] piuttosto lunghi (fino a 13 cm), disposti a simmetria raggiata. La maggior parte delle pianticelle presenta un singolo fiore; il colore è, nella maggior parte, dei casi bianco, ma talvolta si possono trovare esemplari dai tepali viola, violetti o variegati, più scuri verso l'apice. | ||
Il fiore è ermafrodita: i tre stami, più corti dei tepali, presentano le caratteristiche antere gialle alle estremità; l'ovario è infero e alla sommità dello stilo si trovano gli stimmi, a forma di trombetta. | Il fiore è ermafrodita: i tre [[Strutture vegetali#S|stami]], più corti dei tepali, presentano le caratteristiche [[Strutture vegetali#A|antere]] gialle alle estremità; l'[[Strutture vegetali#O|ovario]] è infero e alla sommità dello [[Strutture vegetali#S|stilo]] si trovano gli stimmi, a forma di trombetta. | ||
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===Habitat=== | |||
Il ''Crocus vernus'' cresce generalmente nei pascoli montani e nei prati umidi, ma si trova anche nei boschi di faggio e carpino. Predilige un suolo calcareo, ma sopravvive anche in presenza di un substrato siliceo. Si trova nella fascia collinare-montana. | |||
===Fioritura=== | |||
Il ''Crocus vernus'' fiorisce nel periodo compreso tra Febbraio e Maggio. | |||
===Particolarità e curiosità=== | |||
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In generale, il termine ''Crocus'' è di origine araba, e si riferisce al colore giallo del ''Crocus sativus'', dai cui stimmi si ricava il ben noto ''zafferano'', utilizzato in cucina come spezia colorante e profumante. Secondo Ovidio la pianta prende il suo nome da ''Krocus'', il giovane innamorato della ninfa Smilax, che venne trasformato in un bel fiore dagli dei, impietositi dal suo amore impossibile (lui infatti era un mortale). | |||
Il colore rosso acceso dello zafferano è dovuto alla presenza del carotenoide ''crocina''. Diversi studi clinici hanno mostrato che questo e altri componenti attivi del genere ''Crocus'' prevengono la formazione di tumori: non a caso nei paesi orientali lo zafferano viene utilizzato come antitumurale e chemiopreventivo; recentemente è stata anche scoperta una sua attività [[Biofarmacologia#A|antidepressiva]]. | |||
Il genere ''Crocus'' presenta una curiosa caratteristica in ambito genetico: a causa dell'alto numero di cromosomi, infatti, è soggetto a una forte variabilità citologica, sia per quanto riguarda la morfologia che la struttura interna delle cellule. Questo causa un alto grado di segregazione di specie locali, cioè favorisce la nascita di gruppi di individui che, essendo isolati geograficamente, si evolvono in forme nuove e differenti dall'originale. Ciò crea differenti problemi di sistematizzazione e classificazione. | |||
Per questo motivo, inoltre, molti studiosi ritengono che sia più corretto suddividere in ulteriori sottospecie e varietà il ''Crocus vernus''. | |||
In alcune antiche crisi alimentari, i bulbi del ''crocus'' venivano consumati crudi o cotti come le patate. | |||
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Versione attuale delle 16:58, 2 mar 2013
Croco o Zafferano selvatico | ||||||||||||||||
Fiori di Crocus vernus | ||||||||||||||||
Classificazione scientifica | ||||||||||||||||
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Nomenclatura binomiale | ||||||||||||||||
Crocus vernus L. | ||||||||||||||||
Nomi comuni | ||||||||||||||||
Croco bianco |
Crocus vernus (L.)
Come si presenta
Altrimenti conosciuto come croco bianco, o zafferano alpino, il Crocus vernus è una piccola pianta erbacea perenne.
Mostra due tipologie di foglie. Quelle inferiori sono trasformate in una guaina biancastra, che avvolge la pianticella nel momento della germinazione; le altre, invece, sono strette e acute, dal margine ciliato e lunghe circa quanto il fiore stesso. Appaiono di colore verde scuro e al centro presentano una nervatura bianca. Le foglie, inoltre, sono radicali, cioè partono direttamente dal bulbo-tubero, una struttura arrotondata, di piccole dimensioni e di colore biancastro, generalmente ubicata a circa 15 cm di profondità.
La parte più spettacolare della pianticella è però il fiore. Come tutte le monocotiledoni, anche i fiori di Crocus vernus sono senza calice: il perigonio di forma tubulare, presenta da 2 a 6 tepali piuttosto lunghi (fino a 13 cm), disposti a simmetria raggiata. La maggior parte delle pianticelle presenta un singolo fiore; il colore è, nella maggior parte, dei casi bianco, ma talvolta si possono trovare esemplari dai tepali viola, violetti o variegati, più scuri verso l'apice. Il fiore è ermafrodita: i tre stami, più corti dei tepali, presentano le caratteristiche antere gialle alle estremità; l'ovario è infero e alla sommità dello stilo si trovano gli stimmi, a forma di trombetta.
I frutti del croco sono delle capsule a tre loculi, contenenti numerosi semi globulari.
Habitat
Il Crocus vernus cresce generalmente nei pascoli montani e nei prati umidi, ma si trova anche nei boschi di faggio e carpino. Predilige un suolo calcareo, ma sopravvive anche in presenza di un substrato siliceo. Si trova nella fascia collinare-montana.
Fioritura
Il Crocus vernus fiorisce nel periodo compreso tra Febbraio e Maggio.
Particolarità e curiosità
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In generale, il termine Crocus è di origine araba, e si riferisce al colore giallo del Crocus sativus, dai cui stimmi si ricava il ben noto zafferano, utilizzato in cucina come spezia colorante e profumante. Secondo Ovidio la pianta prende il suo nome da Krocus, il giovane innamorato della ninfa Smilax, che venne trasformato in un bel fiore dagli dei, impietositi dal suo amore impossibile (lui infatti era un mortale). Il colore rosso acceso dello zafferano è dovuto alla presenza del carotenoide crocina. Diversi studi clinici hanno mostrato che questo e altri componenti attivi del genere Crocus prevengono la formazione di tumori: non a caso nei paesi orientali lo zafferano viene utilizzato come antitumurale e chemiopreventivo; recentemente è stata anche scoperta una sua attività antidepressiva.
Il genere Crocus presenta una curiosa caratteristica in ambito genetico: a causa dell'alto numero di cromosomi, infatti, è soggetto a una forte variabilità citologica, sia per quanto riguarda la morfologia che la struttura interna delle cellule. Questo causa un alto grado di segregazione di specie locali, cioè favorisce la nascita di gruppi di individui che, essendo isolati geograficamente, si evolvono in forme nuove e differenti dall'originale. Ciò crea differenti problemi di sistematizzazione e classificazione. Per questo motivo, inoltre, molti studiosi ritengono che sia più corretto suddividere in ulteriori sottospecie e varietà il Crocus vernus.
In alcune antiche crisi alimentari, i bulbi del crocus venivano consumati crudi o cotti come le patate.
NB: la specie è protetta in tutto il territorio della Provincia di Varese con divieto assoluto di raccolta.
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