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L'''Helleborus niger'', anche conosciuto con il più comune nome di Rosa di Natale, è una pianta perenne alta circa 10-30 cm, che fa capolino nei sottoboschi innevati nel periodo natalizio. | L'''Helleborus niger'', anche conosciuto con il più comune nome di Rosa di Natale, è una pianta perenne alta circa 10-30 cm, che fa capolino nei sottoboschi innevati nel periodo natalizio. | ||
Sotto terra nasconde un '''rizoma''' breve, grasso e nerastro, da cui nascono le '''foglie''' basali, coriacee e di color verde scuro o verde glauco. Ciascuna foglia è composta da 5-9 segmenti provvisti di un lungo picciolo e lanceolati, che terminano con un bordo seghettato. Le foglie caulinari sono sessili e più piccole, talvolta assenti | Sotto terra nasconde un [[Strutture vegetali#R|'''rizoma''']] breve, grasso e nerastro, da cui nascono le '''foglie''' basali, coriacee e di color verde scuro o verde glauco. Ciascuna foglia è composta da 5-9 segmenti provvisti di un lungo [[Strutture vegetali#P|picciolo]] e lanceolati, che terminano con un bordo seghettato. Le foglie caulinari sono sessili e più piccole, talvolta assenti. | ||
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Nell'antichità l'Elleboro era considerato un rimedio contro le malattie mentali. Ad esempio, si narra che Ercole guarì dalla follia proprio grazie a questa pianticella. | Nell'antichità l'Elleboro era considerato un rimedio contro le malattie mentali. Ad esempio, si narra che Ercole guarì dalla follia proprio grazie a questa pianticella. | ||
Come tutte le specie vegetali, infatti, anche l'Elleboro nero contiene alcune sostanze di rilevanza farmaceutica; per importanza ricordiamo due glucosidi, l' ''elleboreina'' e l' ''elleborina''. La prima, solubile in acqua, ha un sapore prima dolciastro e solo successivamente acre; l'altra, invece, è una saponina insolubile nell'acqua fredda, ma solubile a caldo. L'attività di questi glucosidi è simile a quella delle sostanze che si ritrovano nella famiglia delle ''Digitalis''; ciò nonostante l'Elleboro non è stato sfruttato in medicina a causa dell'eccessiva tossicità dei suoi glucosidi. | Come tutte le specie vegetali, infatti, anche l'Elleboro nero contiene alcune sostanze di rilevanza farmaceutica; per importanza ricordiamo due glucosidi, l' ''elleboreina'' e l' ''elleborina''. La prima, solubile in acqua, ha un sapore prima dolciastro e solo successivamente acre; l'altra, invece, è una saponina insolubile nell'acqua fredda, ma solubile a caldo. L'attività di questi glucosidi è simile a quella delle sostanze che si ritrovano nella famiglia delle ''Digitalis''; ciò nonostante l'Elleboro non è stato sfruttato in medicina a causa dell'eccessiva tossicità dei suoi glucosidi. Infatti viene marginalmente usato per le sue proprietà cardiotoniche e [[Biofarmacologia#P|purgative]]. | ||
L'etimologia del nome scientifico è da ricercarsi nel particolare aspetto del rizoma, di colore nerastro, per l'appunto. | L'etimologia del nome scientifico è da ricercarsi nel particolare aspetto del rizoma, di colore nerastro, per l'appunto. | ||
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Versione attuale delle 11:22, 3 mar 2013
Elleboro nero | ||||||||||||||||
Fiori di elleboro nero | ||||||||||||||||
Classificazione scientifica | ||||||||||||||||
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Nomenclatura binomiale | ||||||||||||||||
helleborus niger L. | ||||||||||||||||
Nomi comuni | ||||||||||||||||
Rosa di Natale | ||||||||||||||||
Proprietà Farmacologiche | ||||||||||||||||
velenoso |
Helleborus niger (L.)
Come si presenta
L'Helleborus niger, anche conosciuto con il più comune nome di Rosa di Natale, è una pianta perenne alta circa 10-30 cm, che fa capolino nei sottoboschi innevati nel periodo natalizio.
Sotto terra nasconde un rizoma breve, grasso e nerastro, da cui nascono le foglie basali, coriacee e di color verde scuro o verde glauco. Ciascuna foglia è composta da 5-9 segmenti provvisti di un lungo picciolo e lanceolati, che terminano con un bordo seghettato. Le foglie caulinari sono sessili e più piccole, talvolta assenti.
Lo scapo è cilindrico e carnoso, di colore rossiccio. Sulla sua parte sommitale si possono ammirare 1 o 2 fiori bianchi o rosati. La morfologia del fiore molto particolare: i petali, diversamente da quanto si potrebbe pensare, sono ridotti a piccoli cornetti nettariferi, all'interno del calice, e sono abbracciati da 5 sepali petaloidi, grandi e bianchi, talvolta leggermente soffusi di rosa.
Habitat
E' una pianta originaria delle Alpi calcaree, che popola sottoboschi, arbusteti e luoghi rocciosi, tra i 300 e 1000 metri di altitudine. Vive su terreni calcarei o calcarei e silicei.
Fioritura
L'H.niger fiorisce da Gennaio ad Aprile.
Particolarità e curiosità
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Impieghi |
Sotto controllo medico, la polvere della pianta essiccata, in piccolissime dosi diminuisce la frequenza delle pulsazioni cardiache e aumenta la pressione. Per uso esterno si impiega come revulsivo per curare malattie della pelle. |
Nell'antichità l'Elleboro era considerato un rimedio contro le malattie mentali. Ad esempio, si narra che Ercole guarì dalla follia proprio grazie a questa pianticella. Come tutte le specie vegetali, infatti, anche l'Elleboro nero contiene alcune sostanze di rilevanza farmaceutica; per importanza ricordiamo due glucosidi, l' elleboreina e l' elleborina. La prima, solubile in acqua, ha un sapore prima dolciastro e solo successivamente acre; l'altra, invece, è una saponina insolubile nell'acqua fredda, ma solubile a caldo. L'attività di questi glucosidi è simile a quella delle sostanze che si ritrovano nella famiglia delle Digitalis; ciò nonostante l'Elleboro non è stato sfruttato in medicina a causa dell'eccessiva tossicità dei suoi glucosidi. Infatti viene marginalmente usato per le sue proprietà cardiotoniche e purgative.
L'etimologia del nome scientifico è da ricercarsi nel particolare aspetto del rizoma, di colore nerastro, per l'appunto.
NB: la specie è protetta in tutta la provincia con divieto assoluto di raccolta.
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