Sylvestris: differenze tra le versioni
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Questa imponente pianta erbacea, che può raggiungere i due metri d'altezza, presenta un '''fusto''' eretto, cilindrico, ramificato e sfumato di viola che, se osservato da vicino, appare finemente striato. La colorazione violacea caratteristica di questa pianta è dovuta alla presenza di ''pruina'', una sostanza cerosa (e dunque idrofoba) prodotta dalla pianta stessa per proteggersi dalla disidratazione. | Questa imponente pianta erbacea, che può raggiungere i due metri d'altezza, presenta un [[Strutture vegetali#F|'''fusto''']] epigeo eretto, cilindrico, ramificato e sfumato di viola che, se osservato da vicino, appare finemente striato. La colorazione violacea caratteristica di questa pianta è dovuta alla presenza di ''pruina'', una sostanza cerosa (e dunque idrofoba) prodotta dalla pianta stessa per proteggersi dalla disidratazione. Il fusto ipogeo è costituito da una grossa [[Strutture vegetali#R|radice]] a fittone molto profumata. | ||
Le '''foglie''' basali sono caratterizzate da una lamina tripennata, dal margine irregolarmente seghettato e apice appuntito. Esse sono provviste di un picciolo lungo, concavo verso l'alto che gli conferisce un aspetto simile ad una gronda, tale caratteristica garantisce alla struttura una maggiore resistenza alle sollecitazioni meccaniche. Le foglie caulinari anch'esse dentellate, invece, sono caratterizzate da guaine molto sviluppate (che sostituiscono il picciolo), rigonfie laddove si congiungono al fusto: nei giorni piovosi queste guaine si trasformano in piccole pozze d'acqua, che vengono popolate da minuscoli organismi. | Le '''foglie''' basali sono caratterizzate da una lamina tripennata, dal margine irregolarmente seghettato e apice appuntito. Esse sono provviste di un [[Strutture vegetali#P|picciolo]] lungo, concavo verso l'alto che gli conferisce un aspetto simile ad una gronda, tale caratteristica garantisce alla struttura una maggiore resistenza alle sollecitazioni meccaniche. Le foglie caulinari anch'esse dentellate e tripennatosette (dalla suddivisione più evidente), invece, sono caratterizzate da guaine molto sviluppate (che sostituiscono il picciolo), rigonfie laddove si congiungono al fusto: nei giorni piovosi queste guaine si trasformano in piccole pozze d'acqua, che vengono popolate da minuscoli organismi. | ||
I '''fiori''' sono organizzati in grosse ''ombrelle''. Ogni ''ombrella'' è costituita da numerose ''ombrellette'' più piccole poste all'estremità di un lungo peduncolo denominato ''raggio'': servono almeno 30-50 ''raggi'' per | I '''fiori''' sono organizzati in grosse [[Strutture vegetali#O|''ombrelle'']]. Ogni ''ombrella'' è costituita da numerose ''ombrellette'' più piccole poste all'estremità di un lungo [[Strutture vegetali#P|peduncolo]] denominato ''raggio'': servono almeno 30-50 ''raggi'' per formare una singola ombrella. Tutti i raggi di una ''ombrella'' si originano a partire dall'apice di un lungo peduncolo che si origina all'ascella di una foglia. A sua volta l' ''ombrelletta'' è costituita da una serie di sottilissimi peduncoli disposti come i raggi di una ruota ognuno dei quali porta all'estremità una singola infiorescenza. Il fiore glabro si presenta di colore bianco tendente al rosato, i suoi organi riproduttivi (costituiti dalle [[Strutture vegetali#A|antere]] e dallo [[Strutture vegetali#S|stigma]]) appaiono come delle strutture filamentose poste centralmente: esse conferiscono all' ''ombrella'', nel complesso, un aspetto molto "spumeggiante". Ogni fiore è costituito da 5 [[Strutture vegetali#P|petali]] il cui apice si incurva profondamente verso l'interno. | ||
Le infiorescenze appaiono spesso brulicanti di api e di insetti di ogni genere, attirati dal profumo intenso | Le infiorescenze appaiono spesso brulicanti di api e di insetti di ogni genere, attirati dal profumo intenso. | ||
Il '''frutto''' presenta due ali membranacee, secche a maturazione, per favorire la dispersione anemofila e tre coste ben evidenti. | Il '''frutto''' presenta due ali membranacee (coste marginali espanse), secche a maturazione, per favorire la dispersione anemofila e tre coste dorsali ottuse ben evidenti. | ||
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Il genere deve il suo nome alle proprietà "angeliche" attribuite in epoca medievale alla pianta, quando si pensava che fosse in grado di scacciare il diavolo e curare tutte le malattie. Il nome della specie, ''sylvestris'' deriva invece dal latino, e sta per "selvatico", evidente riferimento al suo habitat. | Il genere deve il suo nome alle proprietà "angeliche" attribuite in epoca medievale alla pianta, quando si pensava che fosse in grado di scacciare il diavolo e curare tutte le malattie. Il nome della specie, ''sylvestris'' deriva invece dal latino, e sta per "selvatico", evidente riferimento al suo habitat. | ||
Ancora oggi la radice dell'''Angelica sylvestris'' viene utilizzata in medicina, come [[biofarmacologia #T|tonico]], [[biofarmacologia #A|antispasmodico]], stimolante, [[biofarmacologia #E|emmenagogo]] e [[biofarmacologia #D|depurativo]]. Essa infatti contiene numerosi principi attivi, quali angelicina, acido angelico, acido malico, acido valerianico, cere, tannini (che le conferiscono un sapore lievemente amarognolo) e olio essenziale (dall'odore piacevole e caratteristico). | |||
Alcune parti della pianta, come le foglie e i fusti teneri, possono anche essere consumati nelle insalate o in qualsiasi altra preparazione alimentare; nei paesi anglosassoni i fusti e i germogli di angelica canditi sono tutt'ora utilizzati per decorare dolciumi tradizionali, o sono consumati semplicemente come dolcetti. | |||
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Versione attuale delle 12:07, 3 mar 2013
Angelica | ||||||||||||||||
Classificazione scientifica | ||||||||||||||||
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Nomenclatura binomiale | ||||||||||||||||
Angelica sylvestris L. | ||||||||||||||||
Nomi comuni | ||||||||||||||||
Angelica |
Angelica sylvestris
Come si presenta
Questa imponente pianta erbacea, che può raggiungere i due metri d'altezza, presenta un fusto epigeo eretto, cilindrico, ramificato e sfumato di viola che, se osservato da vicino, appare finemente striato. La colorazione violacea caratteristica di questa pianta è dovuta alla presenza di pruina, una sostanza cerosa (e dunque idrofoba) prodotta dalla pianta stessa per proteggersi dalla disidratazione. Il fusto ipogeo è costituito da una grossa radice a fittone molto profumata.
Le foglie basali sono caratterizzate da una lamina tripennata, dal margine irregolarmente seghettato e apice appuntito. Esse sono provviste di un picciolo lungo, concavo verso l'alto che gli conferisce un aspetto simile ad una gronda, tale caratteristica garantisce alla struttura una maggiore resistenza alle sollecitazioni meccaniche. Le foglie caulinari anch'esse dentellate e tripennatosette (dalla suddivisione più evidente), invece, sono caratterizzate da guaine molto sviluppate (che sostituiscono il picciolo), rigonfie laddove si congiungono al fusto: nei giorni piovosi queste guaine si trasformano in piccole pozze d'acqua, che vengono popolate da minuscoli organismi.
I fiori sono organizzati in grosse ombrelle. Ogni ombrella è costituita da numerose ombrellette più piccole poste all'estremità di un lungo peduncolo denominato raggio: servono almeno 30-50 raggi per formare una singola ombrella. Tutti i raggi di una ombrella si originano a partire dall'apice di un lungo peduncolo che si origina all'ascella di una foglia. A sua volta l' ombrelletta è costituita da una serie di sottilissimi peduncoli disposti come i raggi di una ruota ognuno dei quali porta all'estremità una singola infiorescenza. Il fiore glabro si presenta di colore bianco tendente al rosato, i suoi organi riproduttivi (costituiti dalle antere e dallo stigma) appaiono come delle strutture filamentose poste centralmente: esse conferiscono all' ombrella, nel complesso, un aspetto molto "spumeggiante". Ogni fiore è costituito da 5 petali il cui apice si incurva profondamente verso l'interno. Le infiorescenze appaiono spesso brulicanti di api e di insetti di ogni genere, attirati dal profumo intenso.
Il frutto presenta due ali membranacee (coste marginali espanse), secche a maturazione, per favorire la dispersione anemofila e tre coste dorsali ottuse ben evidenti.
Habitat
Cresce nei luoghi umidi dal piano alla zona montana, fino ai 1600 m di altitudine.
Fioritura
Da giugno ad agosto.
Particolarità e curiosità
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Il genere deve il suo nome alle proprietà "angeliche" attribuite in epoca medievale alla pianta, quando si pensava che fosse in grado di scacciare il diavolo e curare tutte le malattie. Il nome della specie, sylvestris deriva invece dal latino, e sta per "selvatico", evidente riferimento al suo habitat.
Ancora oggi la radice dell'Angelica sylvestris viene utilizzata in medicina, come tonico, antispasmodico, stimolante, emmenagogo e depurativo. Essa infatti contiene numerosi principi attivi, quali angelicina, acido angelico, acido malico, acido valerianico, cere, tannini (che le conferiscono un sapore lievemente amarognolo) e olio essenziale (dall'odore piacevole e caratteristico).
Alcune parti della pianta, come le foglie e i fusti teneri, possono anche essere consumati nelle insalate o in qualsiasi altra preparazione alimentare; nei paesi anglosassoni i fusti e i germogli di angelica canditi sono tutt'ora utilizzati per decorare dolciumi tradizionali, o sono consumati semplicemente come dolcetti. Dalla radice è inoltre possibile ricavare una sostanza colorante gialla.
Pare che dalla polvere dei semi triturati si possa ottenere un ottimo rimedio contro i pidocchi.
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