Seguieri: differenze tra le versioni

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===Come si presenta===
===Come si presenta===
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Il ''D. seguieri'' è un'esile pianta erbacea perenne dal portamento cespuglioso.
Il ''Dianthus seguieri'' è un'esile pianta erbacea perenne, dal portamento cespuglioso.


Osservandola, si può notare che presenta '''fusti''' legnosi e striscianti da cui si dipartono sia getti sterili che fusti fioriferi, eretti e angolosi, che si sviluppano fino a 40 cm di altezza.
Osservandola, si può notare che presenta [[Strutture vegetali#F|'''fusti''']] legnosi e striscianti da cui si dipartono sia getti sterili che fusti fioriferi, eretti e angolosi, che si sviluppano fino a 40 cm di altezza.


Le '''foglie''' sono opposte, lineari-lanceolate, larghe fino a 6 mm. Sono sessili ma, in sostituzione del picciolo, presentano una guaina, ossia una dilatazione della base fogliare che ricopre parzialmente il fusto, lunga 1-6 mm.
Le '''foglie''' sono opposte, lineari-lanceolate, larghe fino a 6 mm. Sono sessili anche se, in sostituzione del [[Strutture vegetali#P|picciolo]], presentano una guaina, ossia una dilatazione della base fogliare che ricopre parzialmente il fusto, lunga da 1 a 6 mm.


Generalmente lo scapo porta un numero di '''fiori''' variabile, in genere unico o pochi. Ogni fiore presenta un epicalice (altresì detto calicetto), ovvero un verticillo (insieme di elementi disposti sullo stesso piano attorno ad un asse centrale) di brattee (foglie modificate di piccole dimensioni) posto al di sotto del calice e spesso fuso con esso. Ogni brattea dell'epicalice è lunga la metà o poco più della lunghezza del calice, che da solo può raggiungere anche i 18 mm. La corolla, lievemente profumata, è composta da 5 petali che si aprono anche'essi a verticillo e dal margine è dentellato. La colorazione è rosea screziata di porpora; la screziatura più scura determina la formazione di un "cerchio" concentrico al foro centrale. All'interno di questo si scorgono appena dei sottili peletti violacei, su uno sfondo appena più chiaro rispetto al resto del petalo. Nel foro centrale, al centro del fiore, dove si innestano i petali, si protendono gli organi riproduttivi della pianta: le antere, lilla, all'apice dei filamenti, e gli stili, purpurei.
Generalmente lo [[Strutture vegetali#S|scapo]] porta un numero di '''fiori''' variabile, in genere uno o pochi. Ogni fiore presenta un ''epicalice'', talvolta chiamato calicetto, un insieme di piccole foglie appuntite (le [[Strutture vegetali#B|''brattee'']]) poste al di sotto del [[Strutture vegetali#C|calice]] e spesso fuse con esso. Ogni brattea dell'epicalice è lunga la metà o poco più della lunghezza del calice, che da solo può raggiungere anche i 18 mm. La [[Strutture vegetali#C|corolla]], lievemente profumata, è composta da 5 [[Strutture vegetali#P|petali]] dal margine dentellato. La colorazione è rosea screziata di porpora; la screziatura più scura determina la formazione di un "cerchio" concentrico al foro centrale. All'interno di questo si scorgono appena dei sottili peletti violacei, su uno sfondo appena più chiaro rispetto al resto del petalo. Nel foro centrale, al centro del fiore, dove si innestano i petali, si protendono gli organi riproduttivi della pianta: le [[Strutture vegetali#A|antere]], lilla, all'apice dei [[Strutture vegetali#F|filamenti]], e gli [[Strutture vegetali#S|stili]], purpurei.


===Habitat===
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Il nome ''Dianthus'' deriva dai termini greci "''teos"'' ("dio") e ''"antos"'' (fiore), e significherebbe per l'appunto ''fiore degli dei'', probabilmente a causa della bellezza dei suoi fiori.
Il nome ''Dianthus'' deriva dai termini greci ''teos'' (dio) e ''antos'' (fiore), e significherebbe per l'appunto ''fiore degli dei'', epiteto attribuitogli in passato probabilmente a causa della bellezza dei suoi fiori.
Nel linguaggio popolare, tuttavia, questa pianticella è conosciuta sotto il nome di ''garofano'', termine che trae origine dall'italianizzazione del termine originale greco ''karyòphyllon'' (altro modo in cui veniva chiamato) in ''garofalo'' e infine ''garofano''. Il nome italiano, probabilmente, si riferisce alla somiglianza del bocciolo fiorale essiccato con il chiodo di garofano, oppure per la somiglianza degli odori delle due piante. I fiori di garofano, infatti, contengono, anche se in misura molto più esigua rispetto alla nota spezia, eugenolo, il composto chimico che ne conferisce il caratteristico odore. Le sue proprietà sono antisettiche, anestetiche, carminative, disinfettanti, antibiotiche, e anti-infiammatorie. Nel Medioevo i fiori di garofano venivano utilizzati come surrogato degli stessi "chiodi di garofano" poichè, a causa della presenza del medesimo composto chimico, allora sconosciuto, questi fiori presentavano un'analoga capacità di scongiurare il contagio da peste.  
Nel linguaggio popolare, tuttavia, questa pianticella è conosciuta sotto il nome di ''garofano'', termine che trae origine dall'italianizzazione dell'originale greco ''karyòphyllon'' (altro modo in cui veniva chiamato) in ''garofalo'' e infine ''garofano''. Il nome italiano, probabilmente, si riferisce alla somiglianza del bocciolo fiorale essiccato con il chiodo di garofano, oppure per la somiglianza degli odori delle due piante. I ''fiori'' di garofano, infatti, contengono, anche se in misura molto più esigua rispetto alla nota spezia, ''eugenolo'', il composto chimico che conferisce il caratteristico odore ai ''chiodi'' di garofano. Questo terpene ha proprietà [[biofarmacologia #A|antisettiche]], [[biofarmacologia #A|anestetiche]], [[biofarmacologia #C|carminative]], disinfettanti, antibiotiche, e antinfiammatorie. Nel Medioevo i fiori di garofano venivano utilizzati come surrogato dei ''chiodi'' di garofano poichè, in virtù del simile profumo, si pensava che presentassero un'analoga capacità di scongiurare il contagio dalla peste.  


Il nome specifico, ''seguieri'', voleva essere un modo per onorare Jean-François Séguier, botanico, astronomo e naturalista francese molto attivo sul territorio italiano, in particolare nello studio della flora veronese.
Il nome specifico, ''seguieri'', voleva essere un modo per onorare Jean-François Séguier, botanico, astronomo e naturalista francese molto attivo sul territorio italiano, in particolare nello studio della flora veronese.
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Ad oggi non si riconoscono particolari proprietà curative a questa pianta (a parte l'esigua presenza di eugenolo, come è stato già sottolineato) e l'unico suo utilizzo al momento è come essenza nella profumeria.  
Ad oggi non si riconoscono particolari proprietà curative a questa pianta (a parte l'esigua presenza di eugenolo, come è stato già sottolineato) e l'unico suo utilizzo al momento è come essenza nella profumeria.  


Sul massiccio del Campo dei Fiori vi è il divieto assoluto di raccolta dai 600m in su (Art.2, ordinanza 30 dicembre 1974 n° 7818 del presidente dell'amministrazione provinciale).
'''NB''': sul massiccio del Campo dei Fiori vi è il divieto assoluto di raccolta dai 600m in su (Art.2, ordinanza 30 dicembre 1974 n° 7818 del presidente dell'amministrazione provinciale).


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garofanino selvatico
File:Seguieri dis.jpg
Classificazione scientifica
Dominio: eucariota
Regno: Plantae
Divisione: Magnoliophyta
Classe: Magnoliopsida
Ordine: Caryophyllales
Famiglia: Caryophyllaceae
Genere: Dianthus
Specie: seguieri
Nomenclatura binomiale
Dianthus seguieri
Vill.
Nomi comuni

Garofanino del Seguier,
Garofanino sevatico,
Garofanino rosso


Dianthus seguieri (Vill.)

Come si presenta

Morfologia del fiore (clicca per ingrandire)

Il Dianthus seguieri è un'esile pianta erbacea perenne, dal portamento cespuglioso.

Osservandola, si può notare che presenta fusti legnosi e striscianti da cui si dipartono sia getti sterili che fusti fioriferi, eretti e angolosi, che si sviluppano fino a 40 cm di altezza.

Le foglie sono opposte, lineari-lanceolate, larghe fino a 6 mm. Sono sessili anche se, in sostituzione del picciolo, presentano una guaina, ossia una dilatazione della base fogliare che ricopre parzialmente il fusto, lunga da 1 a 6 mm.

Generalmente lo scapo porta un numero di fiori variabile, in genere uno o pochi. Ogni fiore presenta un epicalice, talvolta chiamato calicetto, un insieme di piccole foglie appuntite (le brattee) poste al di sotto del calice e spesso fuse con esso. Ogni brattea dell'epicalice è lunga la metà o poco più della lunghezza del calice, che da solo può raggiungere anche i 18 mm. La corolla, lievemente profumata, è composta da 5 petali dal margine dentellato. La colorazione è rosea screziata di porpora; la screziatura più scura determina la formazione di un "cerchio" concentrico al foro centrale. All'interno di questo si scorgono appena dei sottili peletti violacei, su uno sfondo appena più chiaro rispetto al resto del petalo. Nel foro centrale, al centro del fiore, dove si innestano i petali, si protendono gli organi riproduttivi della pianta: le antere, lilla, all'apice dei filamenti, e gli stili, purpurei.

Habitat

Questa pianta suole abitare prati aridi, rupi e boschi di latifoglie fino a 1000 metri di altitudine.

Fioritura

Fiorisce da Giugno a Settembre.

Particolarità e curiosità


Avvertenza
Caduceo.png Le informazioni qui riportate non costituiscono nè provengono da prescrizione o da consiglio medico.

Il nome Dianthus deriva dai termini greci teos (dio) e antos (fiore), e significherebbe per l'appunto fiore degli dei, epiteto attribuitogli in passato probabilmente a causa della bellezza dei suoi fiori. Nel linguaggio popolare, tuttavia, questa pianticella è conosciuta sotto il nome di garofano, termine che trae origine dall'italianizzazione dell'originale greco karyòphyllon (altro modo in cui veniva chiamato) in garofalo e infine garofano. Il nome italiano, probabilmente, si riferisce alla somiglianza del bocciolo fiorale essiccato con il chiodo di garofano, oppure per la somiglianza degli odori delle due piante. I fiori di garofano, infatti, contengono, anche se in misura molto più esigua rispetto alla nota spezia, eugenolo, il composto chimico che conferisce il caratteristico odore ai chiodi di garofano. Questo terpene ha proprietà antisettiche, anestetiche, carminative, disinfettanti, antibiotiche, e antinfiammatorie. Nel Medioevo i fiori di garofano venivano utilizzati come surrogato dei chiodi di garofano poichè, in virtù del simile profumo, si pensava che presentassero un'analoga capacità di scongiurare il contagio dalla peste.

Il nome specifico, seguieri, voleva essere un modo per onorare Jean-François Séguier, botanico, astronomo e naturalista francese molto attivo sul territorio italiano, in particolare nello studio della flora veronese.

Ad oggi non si riconoscono particolari proprietà curative a questa pianta (a parte l'esigua presenza di eugenolo, come è stato già sottolineato) e l'unico suo utilizzo al momento è come essenza nella profumeria.

NB: sul massiccio del Campo dei Fiori vi è il divieto assoluto di raccolta dai 600m in su (Art.2, ordinanza 30 dicembre 1974 n° 7818 del presidente dell'amministrazione provinciale).

Immagini


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