Kochiana: differenze tra le versioni
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Sono presenti due tipologie di '''foglie'''; le prime sono disposte a rosetta basale a livello del suolo. Queste sono di forma lanceolata, arrotondate all'apice, e hanno dimensione di circa 5 cm. Le altre, generalmente da 1 a 3, crescono direttamente sul fusto e sono di forma più obovata. Il colore è variabile da verde a giallo, in funzione delle condizioni ambientali e del periodo vegetativo. | Sono presenti due tipologie di '''foglie'''; le prime sono disposte a rosetta basale a livello del suolo. Queste sono di forma lanceolata, arrotondate all'apice, e hanno dimensione di circa 5 cm. Le altre, generalmente da 1 a 3, crescono direttamente sul [[Strutture vegetali#F|fusto]] e sono di forma più obovata. Il colore è variabile da verde a giallo, in funzione delle condizioni ambientali e del periodo vegetativo. | ||
I '''fiori''' sono solitari e si trovano all'apice del breve fusto. La corolla, piuttosto grande, è imbutiforme e, nella parte superiore è divisa in 5 lobi triangolari. Ciò che più colpisce del fiore, tuttavia, è il suo colore: nel complesso è azzurro violaceo, ma osservando più attentamente la corolla vicino alle fauci, si possono notare delle strane striature verde oliva. Esternamente la corolla è abbracciata da un calice dalle estremità acuminate. | I '''fiori''' sono solitari e si trovano all'apice del breve fusto. La [[Strutture vegetali#C|corolla]], piuttosto grande, è imbutiforme e, nella parte superiore, è divisa in 5 lobi triangolari. Ciò che più colpisce del fiore, tuttavia, è il suo colore: nel complesso è azzurro violaceo, ma osservando più attentamente la corolla vicino alle fauci, si possono notare delle strane striature verde oliva, nelle quali sono "immersi" quelli che assomigliano a piccoli bottoni tondi, della medesima tinta. All'interno, quasi sospese, si notano le [[Strutture vegetali#A|antere]] giallo-oro, cinque in numero; ognuna di questa è sorretta da un [[Strutture vegetali#F|filamento]] blu, e tutti i filamenti, insieme, vanno a formare una sorta di "gabbia" che protegge l'[[Strutture vegetali#O|ovario]], nascosto all'interno. Esternamente la corolla è abbracciata da un [[Strutture vegetali#C|calice]] dalle estremità acuminate. | ||
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In generale il termine "Genziana" risale al II sec a.C., quando l'ultimo re illirico, Gentius, scoprì le proprietà officinali relative a questa pianta. Effettivamente Gentius non aveva torto: dalla radice di questa pianta, adeguatamente essiccata, si possono infatti estrarre alcuni principi attivi, tra cui la genziopicrina, l'amarogenzina -alcune delle sostanze più amare che si conoscano in natura- e il genziopicroside. | In generale il termine "Genziana" risale al II sec a.C., quando l'ultimo re illirico, Gentius, scoprì le proprietà officinali relative a questa pianta. Effettivamente Gentius non aveva torto: dalla radice di questa pianta, adeguatamente essiccata, si possono infatti estrarre alcuni principi attivi, tra cui la ''genziopicrina'', l'''amarogenzina'' -alcune delle sostanze più amare che si conoscano in natura- e il ''genziopicroside''. | ||
In particolare, l'amarogenzina stimola le ghiandole digestive, ad esempio aumentando l'appetito attraverso una maggiore secrezione di saliva, oppure sollecitando il fegato a riversare nel duodeno un maggiore quantitativo di bile, importante per la digestione delle sostanze lipidiche. Questo principio attivo, inoltre, è quello che viene sfruttato per la produzione di liquori e di vini -chiaramente- amari. | In particolare, l'''amarogenzina'' stimola le ghiandole digestive, ad esempio aumentando l'appetito attraverso una maggiore secrezione di saliva, oppure sollecitando il fegato a riversare nel duodeno un maggiore quantitativo di bile, importante per la digestione delle sostanze lipidiche. Questo principio attivo, inoltre, è quello che viene sfruttato per la produzione di liquori e di vini -chiaramente- amari. | ||
Il genziopicroside, invece, | Il ''genziopicroside'', invece, mostra proprietà [[biofarmacologia #F|febbrifughe]]; non a caso, in passato le radici della ''Gentiana kochiana'' e anche della ''Gentiana lutea'' (che hanno proprietà simili) venivano utilizzate per preparare decotti per la cura della malaria. Questa malattia, infatti, può essere vista come una forma di parassitismo esercitata da un particolare genere di protozoi sui globuli rossi umani; il glucoside contenuto nella radice delle genziane aumenta la produzione dei globuli bianchi necessari per eliminare questo organismo patogeno dal nostro corpo. | ||
Ricordiamo che il termine '' | Ricordiamo che il termine ''Gentiana acaulis'' con cui spesso si identifica la ''Gentiana di Koch'' in realtà indica un ampio gruppo di specie di ''Gentiana'', che si diversificano l'una dall'altra per piccolissimi caratteri morfologici e dall'areale occupato. | ||
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Versione attuale delle 12:13, 24 feb 2013
Genzianella | ||||||||||||||||
Classificazione scientifica | ||||||||||||||||
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Nomenclatura binomiale | ||||||||||||||||
Gentiana kochiana Perr & Song | ||||||||||||||||
Nomenclatura trinomiale | ||||||||||||||||
Gentiana acaulis L. | ||||||||||||||||
Nomi comuni | ||||||||||||||||
Genzianella |
Gentiana kochiana Perr & Song
Come si presenta
La Gentiana kochiana, detta volgarmente genzianella, è una piccola pianta erbacea perenne.
Sono presenti due tipologie di foglie; le prime sono disposte a rosetta basale a livello del suolo. Queste sono di forma lanceolata, arrotondate all'apice, e hanno dimensione di circa 5 cm. Le altre, generalmente da 1 a 3, crescono direttamente sul fusto e sono di forma più obovata. Il colore è variabile da verde a giallo, in funzione delle condizioni ambientali e del periodo vegetativo.
I fiori sono solitari e si trovano all'apice del breve fusto. La corolla, piuttosto grande, è imbutiforme e, nella parte superiore, è divisa in 5 lobi triangolari. Ciò che più colpisce del fiore, tuttavia, è il suo colore: nel complesso è azzurro violaceo, ma osservando più attentamente la corolla vicino alle fauci, si possono notare delle strane striature verde oliva, nelle quali sono "immersi" quelli che assomigliano a piccoli bottoni tondi, della medesima tinta. All'interno, quasi sospese, si notano le antere giallo-oro, cinque in numero; ognuna di questa è sorretta da un filamento blu, e tutti i filamenti, insieme, vanno a formare una sorta di "gabbia" che protegge l'ovario, nascosto all'interno. Esternamente la corolla è abbracciata da un calice dalle estremità acuminate.
I frutti sono delle capsule fusiformi di circa 5-6 cm.
Habitat
La Gentiana kochiana vive in ambiente alpino e subalpino, da circa 800m di quota, prevalentemente in luoghi asciutti. Predilige terreni silicei, quindi acidi, e argillosi.
Fioritura
Questa pianta fiorisce nel periodo che va da Giugno ad Agosto.
Particolarità e curiosità
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In generale il termine "Genziana" risale al II sec a.C., quando l'ultimo re illirico, Gentius, scoprì le proprietà officinali relative a questa pianta. Effettivamente Gentius non aveva torto: dalla radice di questa pianta, adeguatamente essiccata, si possono infatti estrarre alcuni principi attivi, tra cui la genziopicrina, l'amarogenzina -alcune delle sostanze più amare che si conoscano in natura- e il genziopicroside. In particolare, l'amarogenzina stimola le ghiandole digestive, ad esempio aumentando l'appetito attraverso una maggiore secrezione di saliva, oppure sollecitando il fegato a riversare nel duodeno un maggiore quantitativo di bile, importante per la digestione delle sostanze lipidiche. Questo principio attivo, inoltre, è quello che viene sfruttato per la produzione di liquori e di vini -chiaramente- amari. Il genziopicroside, invece, mostra proprietà febbrifughe; non a caso, in passato le radici della Gentiana kochiana e anche della Gentiana lutea (che hanno proprietà simili) venivano utilizzate per preparare decotti per la cura della malaria. Questa malattia, infatti, può essere vista come una forma di parassitismo esercitata da un particolare genere di protozoi sui globuli rossi umani; il glucoside contenuto nella radice delle genziane aumenta la produzione dei globuli bianchi necessari per eliminare questo organismo patogeno dal nostro corpo.
Ricordiamo che il termine Gentiana acaulis con cui spesso si identifica la Gentiana di Koch in realtà indica un ampio gruppo di specie di Gentiana, che si diversificano l'una dall'altra per piccolissimi caratteri morfologici e dall'areale occupato.
NB: la specie è protetta in tutto il territorio della provincia di Varese con divieto assoluto di raccolta.
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Per approfondire vi consigliamo di leggere la nostra Bibliografia
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