Farinosa: differenze tra le versioni
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Le foglie, a rosetta basale, hanno una forma ovata e lanceolata e presentano il margine a denti arrotondati; inoltre, sono lisce nella pagine superiore, mentre assumono un aspetto bianco farinoso, appunto, nella pagina inferiore (anche se, appena nate, appaiono interamente farinose) | Le '''foglie''', a rosetta basale, hanno una forma ovata e lanceolata e presentano il margine a denti arrotondati; inoltre, sono lisce nella pagine superiore, mentre assumono un aspetto bianco farinoso, appunto, nella pagina inferiore (anche se, appena nate, appaiono interamente farinose). | ||
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Il nome primula deriva da un' antica locuzione italiana che significa "fior di primavera", ma, risalendo a origini ancora più antiche, lo si può far derivare dal latino "primus", che significa il primo. La pianta venne infatti così nominata a causa della sua precoce fioritura, che, in certe annate, può addirittura iniziare in inverno. L'epiteto specifico "farinosa" deriva invece dalla tipica caratteristica della pagina inferiore delle sue foglie, dello stelo e del calice, che risultano appunto coperte di una sottile e bianca "farina". Questa "farinosità" è dovuta alla secrezione di ghiandole fogliari a forma di cristallo. Riguardo alle proprietà curative della pianta, la medicina popolare riconosce alla P. Farinosa, alcune proprietà come [[Biofarmacologia#A|analgesico]], [[Biofarmacologia#D|diuretico]], [[Biofarmacologia#L|lassativo]] e [[Biofarmacologia#A|antireumatico]]. | |||
In cucina i fiori essiccati della primula forniscono un tè dall'aroma fragrante e privo di sostanze eccitanti. E' inoltre possibile fare dei canditi molto gustosi. | |||
Le giovani foglioline laterali della rosetta possono anche essere mangiate in insalata o cotte nelle minestre. | |||
Santa Ildegarda, badessa divenuta santa e vissuta in Germania, consigliava il fiore della primula come rimedio contro la malinconia: la si portava sul cuore a contatto con la pelle sostenendo che raccogliesse tutto il vigore del sole di mezzogiorno. | |||
La specie è protetta con divieto assoluto di raccolta in tutto il territorio della provincia. | |||
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===Link=== | |||
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Versione attuale delle 18:22, 2 mar 2013
Primula farinosa | ||||||||||||||
Fiori di Primula farinosa | ||||||||||||||
Classificazione scientifica | ||||||||||||||
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Nomenclatura binomiale | ||||||||||||||
Primula farinosa L. |
Primula farinosa (L.)
Come si presenta
La P.farinosa è una pianta erbacea perenne, che deve il suo particolare nome all'aspetto caratteristico delle sue foglie.
Le foglie, a rosetta basale, hanno una forma ovata e lanceolata e presentano il margine a denti arrotondati; inoltre, sono lisce nella pagine superiore, mentre assumono un aspetto bianco farinoso, appunto, nella pagina inferiore (anche se, appena nate, appaiono interamente farinose).
Il fusto si divide tra lo scapo, che è il fusto epigeo, e le radici, che rappresentano il fusto ipogeo. Lo scapo è lungo da 5 a 15 cm, si presenta leggermente farinoso e, partendo direttamente dal centro della rosetta basale, porta alla sua sommità un'ombrella multiflora. Le radici invece sono fascicolate, bianche e sottili.
Ciascun fiore è unito allo scapo da un peduncolo, il quale termina con un calice tubuloso dai denti acuti e lunghi. La corolla, appena sporgente da quest'ultimo, è abbastanza piccola, con un diametro che solitamente raggiunge i 10 mm, ed è gamopetala, ovvero presenta i petali che, almeno alla base, sono saldati tra loro. Essa è di un bel color roseo violaceo alle estremità, mentre assume una colorazione più chiara, che spazia dal giallo al bianco, avvicinandosi alla gola del fiore.
Habitat
La P.farinosa è una pianta originaria dell'Europa centrale, della Siberia e dell' America settentrionale. Vive prevalentemente nei pascoli freschi e umidi, nei prati e nei macereti, degli ambienti alpini, subalpini e montani. Predilige terreno calcareo (ma ben sopporta anche piccole quantità di silicio) e, quindi, acido.
Fioritura
Il periodo di fioritura va da Aprile ad Agosto, in base alla zona.
Particolarità e curiosità
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Il nome primula deriva da un' antica locuzione italiana che significa "fior di primavera", ma, risalendo a origini ancora più antiche, lo si può far derivare dal latino "primus", che significa il primo. La pianta venne infatti così nominata a causa della sua precoce fioritura, che, in certe annate, può addirittura iniziare in inverno. L'epiteto specifico "farinosa" deriva invece dalla tipica caratteristica della pagina inferiore delle sue foglie, dello stelo e del calice, che risultano appunto coperte di una sottile e bianca "farina". Questa "farinosità" è dovuta alla secrezione di ghiandole fogliari a forma di cristallo. Riguardo alle proprietà curative della pianta, la medicina popolare riconosce alla P. Farinosa, alcune proprietà come analgesico, diuretico, lassativo e antireumatico. In cucina i fiori essiccati della primula forniscono un tè dall'aroma fragrante e privo di sostanze eccitanti. E' inoltre possibile fare dei canditi molto gustosi. Le giovani foglioline laterali della rosetta possono anche essere mangiate in insalata o cotte nelle minestre. Santa Ildegarda, badessa divenuta santa e vissuta in Germania, consigliava il fiore della primula come rimedio contro la malinconia: la si portava sul cuore a contatto con la pelle sostenendo che raccogliesse tutto il vigore del sole di mezzogiorno. La specie è protetta con divieto assoluto di raccolta in tutto il territorio della provincia.
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