Grandiflora: differenze tra le versioni
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Versione delle 15:18, 15 ago 2011
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Classificazione scientifica | ||||||||||||||||
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Nomenclatura binomiale | ||||||||||||||||
Digitalis grandiflora Mill. |
Digitalis grandiflora (Mill.)
Come si presenta
La D. grandiflora è un'apparescente pianta rizomatosa erbacea perenne, che può raggiungere i 90 cm.
Le foglie inferiori, quasi sessili, sono allungate e lanceolate e più grandi rispetto a quelle che circondano il fusto, che sono di forma analoga ma totalmente sessili. Entrambe le tipologie si alternano lungo il fusto fino alla sommità.
I numerosi fiori di colore giallo pallido sono rivolti tutti nello stesso senso. Questi si trovano principalmente nella parte superiore del fusto e si aprono progressivamente a partire dal basso verso la sommità. Una curiosa particolarità è che i fiori “guardano” sempre verso il basso, quasi paralleli al suolo. Il fiore è caratterizzato da un calice che presenta all'incirca cinque lacinie lisiniformi; all'interno la parte inferiore è fittamente ricoperta da ciuffi di peli radi e macchie brunastre. I piccoli fiori non ancora sbocciati presentano le lacinie ripiegate verso l'interno del calice floreale.
I frutti sono lunghe capsule che presentano all'interno piccoli semi rotondi.
Habitat
Si trova nei boschi cedui e nelle radure delle regioni montane e submontane alpine. Non presenta particolari esigenze pedologiche poiché cresce sia su suoli calcarei che silicei.
Fioritura
La D. grandiflora fiorisce da Giugno a Settembre.
Particolarità e curiosità
Il termine latino Digitalis significa “dito”, con evidente riferimento alla caratteristica forma del fiore; l'appellativo grandiflora sta ad indicare la grandezza dei fiori paragonati a quelli della D. lutea.
La pianta è velenosa: le foglie contengono numerosi principi attivi, tra cui alcuni glucosidi come la digitossina, la gitossina e la gitalina, dalle proprietà cardiocinetiche, cardiotoniche e diuretiche, note fin dall'antichità. Questa pianta viene tuttora ampiamente utilizzata in campo medico, dopo opportune manipolazioni farmacologiche, per la sintesi di medicinali adibiti alla cura delle malattie cardiache; il suo utilizzo è preferibile alle altre piante dello stesso genere poiché non presenta fenomeni di accumulo nel'organismo.
Nella celebre opera di Vincent van Gogh il Ritratto del dottor Gachet il malinconico medico lì rappresentato ha sul tavolo accanto a sé una pianta di Digitalis, che all'epoca veniva utilizzata come rimedio fitoterapico per la cura di molte malattie.
Si ipotizza che la presenza di macchie sulla superfice inferiore del tubo corollino abbia la funzione di richiamo per gli insetti impollinatori (principalmente calabroni) per i quali costituisce una fonte di polline per settimane. La presenza di peli, invece, sembra impedire agli insetti troppo piccoli, e inutili per la impollinazione del fiore, di penetrare all'interno e danneggiare il fiore.
NB:È specie protetta in tutta la Provincia con divieto assoluto di raccolta.
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