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[[Immagine:Nuovo cbs2.jpg|thumb|left|200px]]Il Centro fu ideato con lo scopo di dotare il Giardino di un organo di servizio tecnico-scientifico in grado di compiere altresì studi in campo agricolo, forestale, floristico, pedologico. Il laboratorio per analisi della composizione chimico-fisica dei suoli. A completamento della dotazione del Centro una biblioteca scientifica e, in corso di allestimento, una "gimnoteca" con finalità didattiche e anche una "xiloteca", ovvero una raccolta di tronchi delle specie legnose più diffuse nel Giardino e nel Parco del Campo dei Fiori. | [[Immagine:Nuovo cbs2.jpg|thumb|left|200px]]Il Centro fu ideato con lo scopo di dotare il Giardino di un organo di servizio tecnico-scientifico in grado di compiere altresì studi in campo agricolo, forestale, floristico, pedologico. Il laboratorio per analisi della composizione chimico-fisica dei suoli. A completamento della dotazione del Centro una biblioteca scientifica e, in corso di allestimento, una "gimnoteca" con finalità didattiche e anche una "xiloteca", ovvero una raccolta di tronchi delle specie legnose più diffuse nel Giardino e nel Parco del Campo dei Fiori. | ||
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[[Immagine:Serrainvernale.jpg|thumb|right|200px|La serra nella sua veste invernale]] | [[Immagine:Serrainvernale.jpg|thumb|right|200px|La serra nella sua veste invernale]]Come le altre istituzioni della Cittadella anche la Serra fredda è stata costruita con la collaborazione di volontari (1966-67). Questa è l'indispensabile complemento al giardino, quale luogo per la riproduzione e l'acclimatazione delle specie che verranno collocate nei settori di accantonamento e in aiuole con condizioni microclimatiche e pedologiche adeguate. Il termine fredda sta indicare che a differenza delle classiche serre, le quali sono chiuse e continuamente riscaldate, questa è senza vetri allo scopo di avere la stessa temperatura sia all'esterno che all'interno. Ciò nonostante il tetto crea una ulteriore protezione alle piccole piante in essa contenute. | ||
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L'aiuola delle piante madri costituisce la "riserva" di semi freschi delle piante autoctone. I semi, opportunamente ripuliti, verranno sottoposti a test di germinazione diretta nella serra. Queste osservazioni sono di notevole importanza in quanto consentono di programmare le coltivazioni e di studiare opportuni trattamenti per le specie con lunghi periodi di quiescenza. Semi e piantine si scambiano ogni anno con altri giardini, si pubblica inoltre l' ''Index seminum''. | L'aiuola delle piante madri costituisce la "riserva" di semi freschi delle piante autoctone. I semi, opportunamente ripuliti, verranno sottoposti a test di germinazione diretta nella serra. Queste osservazioni sono di notevole importanza in quanto consentono di programmare le coltivazioni e di studiare opportuni trattamenti per le specie con lunghi periodi di quiescenza. Semi e piantine si scambiano ogni anno con altri giardini, si pubblica inoltre l' ''Index seminum''. |
Versione delle 19:06, 15 gen 2012
Giardino Montano | La serra fredda |
IMMAGINE GRANDE SERRA
Un Po' di StoriaAgli inizi degli anni '80, con un contributo del Ministero per l'Agricoltura e le Foreste- Direzione generale Economia montana, cominciavano i lavori territoriali di un singolare giardino montano. La singolarità stava nel fatto che 60 volontari della Cittadella affiancarono l'impresa edile incaricata di realizzare sugli stessi impervi sentieri esistenti muretti, scalinatelle e quant'altro progettato per una viabilità interna accessibile a tutti, visitatori e fanciulli dalle scuole elementari alle Superiori. Si voleva un giardino della flora delle prelati meridionali Lombarde, un Centro Studi Botanici con annessa serra sperimentale, laboratorio pedologico (per lo studio delle qualità fisico chimiche dei suoli), una gimnoteca (destinata alla raccolta di semi), un erbario. Inoltre, volendo evitare di ricorrere all'acqua clorurata dell'acquedotto comunale, nasceva allora il meditato progetto di captare l'acqua piovana, che dal tetto dell'osservatorio doveva essere raccolta in "Cisterne d'altura" con sottofondo di carboni attivi. L'acqua sarebbe stata utilizzata in caso di periodi prolungati di siccità e in ragione delle irregolarità climatiche sempre più evidenti. Eravamo tutti entusiasti: Il Comune e la Provincia di Varese ci aiutarono in mille modi, ma per un opera così ardua occorrevano una direzione scientifica e una presidenza. Tra l'altro esauriti i 50 milioni concessi dal ministero, dopo tre anni di lavori ci ritrovammo soli, senza un'impresa e senza fondi. Ci venne incontro un insperato incoraggiamento, quello del Professor Ruggero Tomaselli, già presidente della società botanica Mondiale e direttore dell'istituto di botanica dell'Università di Pavia. Tomaselli fu entusiasta della nostra "filosofia": Recuperare la flora endemica delle rocce calcaree, restituire alla montagna la sua flora naturale, far tornare nei prati di vetta il "Narciso dei poeti" sterminato dalle narcisate, raggiungere almeno i 500 taxa (specie) tra la flora dell'orizzonte submontano, sperimentare la formazione di un arboreo e alcuni settori di acclimatazione della flora di orizzonti superiori compatibili. Speravamo tra l'altro nell'avvento del parco del Campo di Fiori e in un congruo contributo regionale. Purtroppo una grave sciagura stradale privò l'università di Pavia di tutto il suo staff di Botanici, e con loro il Professor Tomaselli.
Il Centro Studi Botanici e la Serra Fredda
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