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'''IL CENTRO STUDI BOTANICI E LA SERRA FREDDA''' | '''IL CENTRO STUDI BOTANICI E LA SERRA FREDDA''' | ||
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Versione delle 13:07, 15 gen 2012
Home giardino | La serra fredda |
Agli inizi degli anni '80, con un contributo del Ministero per l'Agricoltura e le Foreste- Direzione generale Economia montana, cominciavano i lavori territoriali di un singolare giardino montano. La singolarità stava nel fatto che 60 volontari della Cittadella affiancarono l'impresa edile incaricata di realizzare sugli stessi impervi sentieri esistenti muretti, scalinatelle e quant'altro progettato per una viabilità interna accessibile a tutti, visitatori e fanciulli dalle scuole elementari alle Superiori. Si voleva un giardino della flora delle prelati meridionali Lombarde, un Centro Studi Botanici con annessa serra sperimentale, laboratorio pedologico (per lo studio delle qualità fisico chimiche dei suoli), una gimnoteca (destinata alla raccolta di semi), un erbario. Inoltre, volendo evitare di ricorrere all'acqua clorurata dell'acquedotto comunale, nasceva allora il meditato progetto di captare l'acqua piovana, che dal tetto dell'osservatorio doveva essere raccolta in "Cisterne d'altura" con sottofondo di carboni attivi. L'acqua sarebbe stata utilizzata in caso di periodi prolungati di siccità e in ragione delle irregolarità climatiche sempre più evidenti. Eravamo tutti entusiasti: Il Comune e la Provincia di Varese ci aiutarono in mille modi, ma per un opera così ardua occorrevano una direzione scientifica e una presidenza. Tra l'altro esauriti i 50 milioni concessi dal ministero, dopo tre anni di lavori ci ritrovammo soli, senza un'impresa e senza fondi. Ci venne incontro un insperato incoraggiamento, quello del Professor Ruggero Tomaselli, già presidente della società botanica Mondiale e direttore dell'istituto di botanica dell'Università di Pavia. Tomaselli fu entusiasta della nostra "filosofia": Recuperare la flora endemica delle rocce calcaree, restituire alla montagna la sua flora naturale, far tornare nei prati di vetta il "Narciso dei poeti" sterminato dalle narcisate, raggiungere almeno i 500 taxa (specie) tra la flora dell'orizzonte submontano, sperimentare la formazione di un arboreo e alcuni settori di acclimatazione della flora di orizzonti superiori compatibili. Speravamo tra l'altro nell'avvento del parco del Campo di Fiori e in un congruo contributo regionale. Purtroppo una grave sciagura stradale privò l'università di Pavia di tutto il suo staff di Botanici, e con loro il Professor Tomaselli.
Il Parco fu istituito con la legge regionale 19 febbraio 1984 numero 17. La presidenza del Giardino fu conferita all'unanimità a Professor Luigi Gerola, direttore dell'istituto di Botanica dell'Università degli studi di Milano e la direzione scientifica venne affidata al Professor Carlo Andreis. Tornammo con nuova lena al duro lavoro: organizzare le strutture, raccogliere le sementi, crescere le piantine, trapiantare e analizzare terreni al banco del Centro studi botanici,si avviò una collaborazione con l’Istituto di Entomologia Agraria dell’Università di Pavia per l’installazione di 1000 covatoi in Provincia di Varese, per l’incremento dell’avifauna insettivora (programma europeo di lotta biologica agli insetti nocivi all’agricoltura), fu avviato lo studio dell'inquinamento atmosferico e delle piogge acide... (per il seguito di questa avventura rimandiamo al volume che vedrà la luce in occasione del 50° della fondazione della Cittadella). Il contributo che qui pubblichiamo è dedicato agli scienziati e ai nostri collaboratori, in prevalenza laureati in scienze naturali e altre discipline che hanno profuso disinteressatamente il loro impegno e la loro capacità, effettuando ricerche, sperimentazioni, lavori in piena terra, analisi pedologiche e quant'altro oggi, con umiltà e amore, presentiamo nelle pagine che seguono. Il massiccio del Campo dei Fiori, con la vetta a 1227 metri sul livello del mare, è situato all'estremità occidentale di una serie di rilievi: Martica, Monarco, Rho di Arcisate, Orsa. La caratteristica dorsale allungata in direzione ovest-est digrada a sud verso l'ampia conca morenica dei laghi varesini (Varese, Monate, Comabbio, Biandronno, palude Brabbia), mentre a nord i potenti bastioni calcarei si presentano ripidi e a gradinata. Procedendo da ovest verso est incontriamo dapprima la cima "Forte di Orino" (m 1139), quindi la cima Campo dei Fiori (m 1226), il Punto trigonometrico di primo grado e la "Punta Paradiso" (m 1227 secondo i rilevamenti cartografici svizzeri), dove sorge la Cittadella di Scienze della Natura, con il Giardino montano per la conservazione della biodiversità "Ruggero Tomaselli". Qui la dorsale si interrompe in un profondo vallone, per proseguire poi con i monti Tre Croci, San Francesco, Pizzella, Santa Maria e, verso nord, il monte Legnone. Il Campo dei Fiori, quindi, si trova in una posizione geografica particolarmente favorevole, poiché è parte di quel lungo contrafforte calcareo, le Prealpi meridionali lombarde, che fa corona alla Pianura padana e alla vasta zona policentrica milanese. Inoltre si trova al centro di una fitta rete stradale che unisce le città del Basso Varesotto e del centro metropolitano con la Svizzera e con il Nord-Ovest e il Nord-Est alpino. Meta di un turismo nazionale ed estero, vi affluisce una notevole quantità di pubblico. Alcune piazzole, dotate di grandi binoculari (diametro mm 125x20), offrono ai visitatori una visione mozzafiato. Dalla sommità del Giardino Botanico si svela la bellezza di un complesso panoramico che spazia a 360° sulle giogaie alpine, dalle Alpi Marittime all'Oberland elvetico, alla Valtellina, e la cui orogenesi fu prodotta dallo scontro della zolla africana con quella euro-asiatica. IL CENTRO STUDI BOTANICI E LA SERRA FREDDA Il Centro studi botanici fu ideato con lo scopo di dotare il Giardino di un organo di servizio tecnico-scientifico in grado di compiere altresì studi in campo agricolo, forestale, floristico, pedologico. Il laboratorio per analisidella composizione chimico-fisica dei suoli è attrezzato fra l'altro con uno spettrofotometro Bekmann - molecolare - e Perkins ad assorbimento atomico. Completano la dotazione del Centro una biblioteca scientifica e una "gimnoteca" coin finalità didattiche. È in corso di allestimento anche una "xiloteca", raccolta di tronchi delle specie legnose più diffuse nel Giardino e nel Parco del Campo dei Fiori. Il Centro è stato costruito dai volontari tra il 1965 e il 1967, i materiali e gli strumenti sono stati donati da privati. La Serra fredda è l'indispensabile complemento al giardino, quale luogo per la riproduzione e l'acclimatazione delle specie che verranno collocate nei settori di accantonamento e in aiuole con condizioni microclimatiche e pedologiche adeguate. Come le altre istituzioni della Cittadella anche questa struttura è stata costruita con la collaborazione di volontari (1966-67). L'aiuola delle piante madri costituisce la "riserva" di semi freschi delle piante autoctone. I semi, opportunamente ripuliti, verranno sottoposti a test di germinazione diretta nella serra. Queste osservazioni sono di notevole importanzain quanto consentono di programmare le coltivazioni e di studiare opportuni trattamenti per le specie con lunghi periodi di quiescenza. Semi e piantine si scambiano ogni anno con altri giardini, si pubblica inoltre l' Index seminum et plantarum. La flora più preziosa è costituita dalle orchidee terricole, presenti sul Campo dei Fiori in una dozzina di specie, quali, ad esempio: Orchis maculata, Orchis mascula, Listera obovata, Cephalanthera longifolia, Gymnademia conopsea, Epipactis atropurpurea, Orchis morio e altre. L'aiuola dedicata alle orchidee è una nuova installazione digradante su tre livelli. Il riempimento è stato effettuato utilizzando diversi terreni, dall'acido al basico, per poter impiantare specie con diverse esigenze. Nell'area sono presenti numerosi esemplari di Sambucus racemosa, Sambucus nigra, che si è ben adattato all'asprezza del clima montano, e Sorbus aucuparia, messo a dimora negli anni Settanta. Nell'area è stata arricchita la presenza di Rosa pendulina e di altre specie del sottobosco sciafilo. In caso di necessità è disponibile per l'irrigazione acqua piovana proveniente dalla riserva appositamente costituita mediante recupero della pioggia dal tetto della serra e del Centro studi botanici. Si è ritenuto di fondamentale importanza orientare lo sviluppo del Giardino montano al Campo dei Fiori non verso collezioni ricche ma caotiche (una delle caratteristiche che abitualmente vantano i curatori dei giardini botanici è infatti il numero di specie accantonate), quanto, piuttosto, verso una raccolta specializzata degli elementi endemici, o significativi per altri aspetti, delle Prealpi calcaree meridionali prospicienti la Padania, comprese fra il Verbano e il Baldo, che trovano qui, se opportunamente gestiti, gli habitat idonei per il loro sviluppo. Va sottolineato che l'esistenza di un Centro studi botanici, gestito da un gruppo di validi volontari all'opera presso la Cittadella di Scienze della Natura, garantisceun prezioso supporto alla continuirà del Giardino, dal punto di vista sia tecnico-scientifico, sia manutentivo. Nell'area sommitale occidentale del Giardino è stato costruito un apposito settore di accantonamento per la flora dell'orizzonte montano. Sono state introdotte piante delle fessure delle rupi, dei prati pascoli ed è in corso la sperimentazione, per il momento con buoni risultati, delle specie nivali. La varietà delle proprietà del suolo è stata ricostruita per permettere la distribuzione di piante ossifile e basifile. Sono presenti esemplati di Horminum pyrenaicum, Ranunculus montanus, Geum montanum, Primula Glaucescens, Dianthus superbus, Poligonum bistorta, Carlina acaulis, Gentiana acaulis, Gentiana verna, Viola biflora, Erica carnea, Daphne striata. foto con transizione Luogo per la riproduzione e l’acclimatazione delle specie che verranno collocate nei settori di accantonamento ed in aiuole con condizioni microclimatiche e pedologiche adeguate. storia della serra con continua a leggere storia cbs con continua a leggere attività presenti fiori più importanti box + descrizione |