Vulparia

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aconito vulparia
Aconitum vulparia.jpg
Classificazione scientifica
Dominio: eucariota
Regno: Plantae
Divisione: Magnoliophyta
Classe: Magnoliopsida
Ordine: Ranunculaes
Famiglia: Ranunculaceae
Genere: Aconitum
Specie: lycoctonum
Sottospecie: vulparia
Nomenclatura binomiale
A. lycoctonum
L.
Sinonimi

Aconitum vulparia Rchb.

Nomi comuni

Aconito vulparia,
Aconito strozzalupo,
Erba della volpe


Aconitum vulparia (L.)

Come si presenta

L' Aconitum vulparia è in realtà una delle tantissime sottospecie dell' Aconitum lycoctonum (ve ne sono oltre 200): in questa descrizione cercheremo di mettere in evidenza quelle che sono le caratteristiche peculiari di questa particolare sottospecie, anche perché essa è una delle uniche due spontanee in Italia.

L' Aconitum vulparia è una graziosa pianta erbacea rizomatosa, che può raggiungere anche 1 m di altezza.

Il fusto è costituito da una parte ipogea, rappresentata da un rizoma grande e fibroso, e da una parte epigea eretta dalla quale si originano una modesta quantità di ramificazioni.

Le foglie esistono in due tipologie: quella cauline e quelle basali. Esse differiscono sia dal punto di vista morfologico che dalla posizione che occupano sulla pianta. Le foglie basali, posizionate, per l'appunto, sulla base del fusto, sono picciolate, mentre quelle cauline sono sessili e di dimensioni via via più ridotte man mano che si risale lungo il fusto. Entrambe le due tipologie di foglie sono caratterizzate da una forma comune e caratteristica: la lamina ha una particolare forma che ricorda quella di una pentagono, se non fosse che essa è profondamente suddivisa in segmenti obcuneati (cioè strettamente rombici) a loro volta incisi in più lobi fino ad assumere una forma a palmatosetta. Particolarmente appariscente è la nervatura centrale dal quale si dipartono i diversi lobi frastagliati.

I fiori si originano principalmente dalla parte distale del fusto. Essi sono organizzati in una spiga allungata che può accogliere fino a 20 piccoli fiori bianco-verdastri. Ogni fiore si origina da un singolo peduncolo e il calice è chino verso il terreno. Ogni peduncolo fiorale può presentare delle foglie bratteali (cioè foglie modificate che accompagnano i fiori) di piccole dimensioni. Analizziamo ora con più attenzione la morfologia del fiore: essi sono pentameri, sono cioè costituiti da 5 elementi, e zigomorfi (presentano cioè una simmetria bilaterale); ogni elemento ha una forma che differisce da quella altre. Tuttavia, nel complesso, i petali si dispongono in modo tale da creare un calice a forma di elmo allungato. Il fiore presenta all'interno dei petali modificati produttori di nettare, gli stami sono numerosi e di colore scuro.

Il frutto è una capsula cilindrica.


Habitat

Si trova in particolare ai margini dei boschi, in luoghi erbosi. Sopporta substrati sia silicei che calcarei, ma predilige terreni basici o neutri. Per ciò che concerne la fitosociologia della pianta l' Aconitum vulparia si associa frequentemente con piante di Fagus sylvatica, ciò ne determina la particolare diffusione nei boschi costituiti da questa pianta.


Fioritura

Da giugno ad agosto.


Particolarità e curiosità

Avvertenza
Caduceo.png Le informazioni qui riportate non costituiscono nè provengono da prescrizione o da consiglio medico.

Tutte le piante appartenenti al genere Aconitum sono notoriamente tossiche. Pare infatti che antichi popoli bellicosi (quali, ad esempio, Galli e Germani) utilizzassero le piante di Aconito in particolare per avvelenare le punte delle frecce e preparare bocconi avvelenati. Lo stesso Plinio il Vecchio, famoso autore dell'antica Grecia, le definiva come "L'arsenico vegetale".

Le piante di Aconito vengono inoltre considerate simbolo di furberia, falsa sicurezza, vendetta e amore colpevole. L'origine mitologica della loro tossicità è alquanto interessante. Essa viene ricondotta alla morte del Cerbero il quale, trafitto mortalmente da Ercole, esalò l'ultimo respiro proprio su delle piante di Aconito.

Ma qual'è l'origine chimica di queste stesse proprietà? le piante del genere Aconitum contengono numerosi alcaloidi. A differenza di altri Aconitum (come l' Aconitum napellus) l' A. vulparia non contiene aconitina, che è uno dei più potenti veleni che si conoscano al mondo (sono letali anche solo pochi milligrammi di questa sostanza), ma presenta molecole molto simili (altrettanto pericolose) come la licaconitina e la mioctonina. Presenta le stesse proprietà analgesiche, calmanti e sedative delle altre specie del genere Aconitum, ma deve essere utilizzata SOLO su stretto controllo medico. Le radici contengono dieci volte più principi attivi rispetto alle foglie.

Ovidio affermava che la denominazione Aconiton deriverebbe da akone,cioè pietra, poichè la pianta cresce anche su terreni rocciosi.

I nomi comuni “Aconito vulparia”, “Aconito strozzalupo”, “Erba della volpe”. Nascono da "lupata" o lupaia, denominazione che deriva dalla convinzione popolare che questa pianta fosse usata come cibo-esca per catturare lupi e volpi.


Immagini


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