Puls vulgaris: differenze tra le versioni

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===Particolarità e curiosità===
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Iniziamo con alcune note etimologiche. Il nome del genere secondo Miller, ''Pulsatilla'', fa riferimento all'impressione che dà l'intera pianticella nelle giornate ventose: con la sua peluria argentea e i pappi piumosi sembra infatti ''pulsare'' al vento. Linneo ha invece classificato questo fiore con il binomio ''Anemone pulsatilla'' (un caso di "doppia nomenclatura" simile all'''[[nobilis|Anemone hepatica]]'' - ''[[nobilis|Hepatica nobilis]]''), termine che fa sempre riferimento al dolce movimento ondeggiante della pianta. Più curiosi sono invece i nomi tradizionali: in particolare ''Erba del Diavolo'' richiama l'essenza tossica della pianta allo stato fresco, velenosa tanto per l'organismo umano quanto per gli animali al pascolo. Tutta la pianta, infatti, contiene un liquido giallo, volatile, dal sapore bruciante e fortemente irritante per gli occhi e le mucose in generale, ricco dell'alcaloide ''anemonina'', oltre ad altre particolari sostanze chimiche. Nelle giuste quantità la pianta esercita azioni farmacologiche: è espettorante, sedativa, vescicatoria; è inoltre utilizzata come rimedio per febbre, disturbi gastrointestinali e raffreddore, ma anche per ansia e depressione.
Iniziamo con alcune note etimologiche. Il nome del genere secondo Miller, ''Pulsatilla'', fa riferimento all'impressione che dà l'intera pianticella nelle giornate ventose: con la sua peluria argentea e i pappi piumosi sembra infatti ''pulsare'' al vento. Linneo ha invece classificato questo fiore con il binomio ''Anemone pulsatilla'' (un caso di "doppia nomenclatura" simile all'''[[nobilis|Anemone hepatica]]'' - ''[[nobilis|Hepatica nobilis]]''), termine che fa sempre riferimento al dolce movimento ondeggiante della pianta. Più curiosi sono invece i nomi tradizionali: in particolare ''Erba del Diavolo'' richiama l'essenza tossica della pianta allo stato fresco, velenosa tanto per l'organismo umano quanto per gli animali al pascolo. Tutta la pianta, infatti, contiene un liquido giallo, volatile, dal sapore bruciante e fortemente irritante per gli occhi e le mucose in generale, ricco dell'alcaloide ''anemonina'', oltre ad altre particolari sostanze chimiche. Nelle giuste quantità la pianta esercita azioni farmacologiche: è [[biofarmacologia #E|espettorante]], [[biofarmacologia #S|sedativa]], vescicatoria; è inoltre utilizzata come rimedio per febbre, disturbi gastrointestinali e raffreddore, ma anche per ansia e depressione.


Come già accennato, la fitta peluria che ricopre tutta la pianta è una fondamentale protezione contro il freddo: i peli, infatti, riescono a trattenere un sottile strato d'aria, che isola la superficie della pianta dall'ambiente esterno, comportandosi come una vera e propria "coperta". Anche gli steli cavi e le foglie trasformate in lunghe e sottili lacinie (dalla superficie molto minore rispetto alle foglie di un acero, ad esempio) concorrono a proteggere la ''P. vulgaris'' dalle condizioni ambientali avverse.
Come già accennato, la fitta peluria che ricopre tutta la pianta è una fondamentale protezione contro il freddo: i peli, infatti, riescono a trattenere un sottile strato d'aria, che isola la superficie della pianta dall'ambiente esterno, comportandosi come una vera e propria "coperta". Anche gli steli cavi e le foglie trasformate in lunghe e sottili lacinie (dalla superficie molto minore rispetto alle foglie di un acero, ad esempio) concorrono a proteggere la ''P. vulgaris'' dalle condizioni ambientali avverse.

Versione delle 20:41, 25 ago 2012

Pulsatilla
Anemone.jpeg
Classificazione scientifica
Dominio: eucariota
Regno: Plantae
Divisione: Magnoliophyta
Classe: Magnoliopsida
Ordine: Ranunculales
Famiglia: Ranunculaceae
Genere: Pulsatilla
Specie: vulgaris
Nomenclatura binomiale
Pulsatilla vulgaris
Mill.
Nomi comuni

Fior di Pasqua, Erba del Diavolo

Proprietà Farmacologiche

velenosa


Pulsatilla vulgaris (Mill.)

Come si presenta

Morfologia del fiore (clicca per ingrandire)

E' una bella pianta erbacea, perenne, alta da 15 a 30 cm con foglie radicali numerose, munite di lungo picciolo; la foglia è divisa in quattro da profonde incisioni, e a sua volta ognuna delle quattro parti è suddivisa in segmenti lineari. Ogni parte della pianta ha un colore verde bruno dovuto alla peluria che la ricopre quasi interamente, che ha la funzione di proteggerla dal gelo. Le lacinie caulinari, delle foglie appuntite poste direttamente sul fusto, anch'esse pelose, formano quasi un collare sotto il fiore.

I fiori ancora in bocciolo assomigliano a campanule pendule ma, man mano che sbocciano, si ergono, assumendo via via la forma di coppa. Il calice è costituito da 6 sepali violacei, pelosi; già a un primo sguardo si possono notare all'interno gli organi riproduttivi: al centro del calice ci sono i numerosi pistilli, viola, circondati dagli stami gialli. A impollinazione avvenuta, il fiore viene soppiantato da un'infruttescenza singolare, "piumosa", che persiste sulla pianta per diversi mesi. Ogni seme, infatti, è provvisto da una codina pelosa, funzionale a garantire la dispersione ad opera del vento.

La pianta possiede un grosso rizoma verticale, rivestito di squame pelose, che funge da riserva nutritiva.

Habitat

Predilige pascoli e luoghi erbosi, cresce nei boschi dal piano submontano al culminale dei monti. Cresce anche in zone rocciose.

Si trova in gran parte dell'Europa.

Fioritura

Da marzo a luglio e talvolta rifiorisce anche in autunno.

Particolarità e curiosità

Avvertenza
Caduceo.png Le informazioni qui riportate non costituiscono nè provengono da prescrizione o da consiglio medico.

Iniziamo con alcune note etimologiche. Il nome del genere secondo Miller, Pulsatilla, fa riferimento all'impressione che dà l'intera pianticella nelle giornate ventose: con la sua peluria argentea e i pappi piumosi sembra infatti pulsare al vento. Linneo ha invece classificato questo fiore con il binomio Anemone pulsatilla (un caso di "doppia nomenclatura" simile all'Anemone hepatica - Hepatica nobilis), termine che fa sempre riferimento al dolce movimento ondeggiante della pianta. Più curiosi sono invece i nomi tradizionali: in particolare Erba del Diavolo richiama l'essenza tossica della pianta allo stato fresco, velenosa tanto per l'organismo umano quanto per gli animali al pascolo. Tutta la pianta, infatti, contiene un liquido giallo, volatile, dal sapore bruciante e fortemente irritante per gli occhi e le mucose in generale, ricco dell'alcaloide anemonina, oltre ad altre particolari sostanze chimiche. Nelle giuste quantità la pianta esercita azioni farmacologiche: è espettorante, sedativa, vescicatoria; è inoltre utilizzata come rimedio per febbre, disturbi gastrointestinali e raffreddore, ma anche per ansia e depressione.

Come già accennato, la fitta peluria che ricopre tutta la pianta è una fondamentale protezione contro il freddo: i peli, infatti, riescono a trattenere un sottile strato d'aria, che isola la superficie della pianta dall'ambiente esterno, comportandosi come una vera e propria "coperta". Anche gli steli cavi e le foglie trasformate in lunghe e sottili lacinie (dalla superficie molto minore rispetto alle foglie di un acero, ad esempio) concorrono a proteggere la P. vulgaris dalle condizioni ambientali avverse.

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