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Agli inizi degli anni '80, con un contributo del Ministero per l'Agricoltura e le Foreste- Direzione generale Economia montana, i lavori territoriali di un singolare giardino montano. La singolarità stava nel fatto che 60 volontari della Cittadella affiancarono l'impresa edile incaricata di realizzare sugli stessi impervi sentieri esistenti muretti, scalinatelle e quant'altro progettato per una viabilità interna accessibile a tutti, visitatori e fanciulli dalle scuole elementari alle Superiori. Si voleva un giardino della flora delle prelati meridionali Lombarde, un Centro Studi Botanici con annessa serra sperimentale, laboratorio pedologico (per lo studio delle qualità fisico chimiche dei suoli), una gimnoteca (destinata alla raccolta di semi), un erbario. Inoltre, volendo evitare di ricorrere all'acqua clorurata dell'acquedotto comunale, nasceva allora il meditato progetto di captare l'acqua piovana, che dal tetto dell'osservatorio doveva essere raccolta in "Cisterne d'altura" con sottofondo di carboni attivi. L'acqua sarebbe stata utilizzata in caso di periodi prolungati di siccità e in ragione delle irregolarità climatiche sempre più evidenti. Eravamo tutti entusiasti: Il Comune e la Provincia di Varese ci aiutarono in mille modi, ma per un opera così ardua occorrevano una direzione scientifica e una presidenza. Tra l'altro esauriti i 50 milioni concessi dal ministero, dopo tre anni di lavori ci ritrovammo soli, senza un'impresa e senza fondi. Ci venne incontro un insperato incoraggiamento, quello del Professor Ruggero Tomaselli, già presidente della società botanica Mondiale e direttore dell'istituto di botanica dell'Università di Pavia. Tomaselli fu entusiasta della nostra "filosofia": Recuperare la flora endemica delle rocce calcaree, restituire alla montagna la sua flora naturale, far tornare nei prati di vetta il "Narciso dei poeti" sterminato dalle narcisate, raggiungere almeno i 500 taxa (specie) tra la flora dell'orizzonte submontano, sperimentare la formazione di un arboreo e alcuni settori di acclimatazione della flora di orizzonti superiori compatibili. Speravamo tra l'altro nell'avvento del parco del Campo di Fiori e in un congruo contributo regionale. Purtroppo una grave sciagura stradale privò l'università di Pavia di tutto il suo staff di Botanici, e con loro il Professor Tomaselli.
Il Parco fu istituito con la legge regionale 19 febbraio 1984 numero 17. La presidenza del Giardino fu conferita all'unanimità a Professor Luigi Gerola, direttore dell'istituto di Botanica dell'Università degli studi di Milano e la direzione scientifica venne affidata al Professor Carlo Andreis.
Tornammo con nuova lena al duro lavoro: organizzare le strutture, raccogliere le sementi, crescere le piantine, trapiantare e analizzare terreni al banco del Centro studi botanici, fu avviato lo studiodell'inquinamento atmosferico e delle piogge acide... (per il seguito di questa avventura rimandiamo al volume che vedrà la lucein occasione del 50° della fondazione della Cittadella).
Il contributo che qui pubblichiamo è dedicato agli scienziati e ai nostru collaboratori, in prevalenza laureati in scienze naturali e altre discipline che hanno profuso disinteressatamente il loro impegno e la loro capacità, effettuando ricerche, sperimentazioni, lavori in piena terra, analisi pedologiche e quant'altro oggi, con umiltà e amore, presentiamo nelle pagine che seguono.
Il massiccio del Campo dei Fiori, con la vetta a 1227 metri sul livello del mare, è situato all'estremità occidentale di una serie di rilievi: Martica, Monarco, Rho di Arcisate, Orsa. La caratteristica dorsale allungata in direzione ovest-est digrada a sud verso l'ampia conca morenica dei laghi varesini (Varese, Monate, Comabbio, Biandronno, palude Brabbia), mentre a nord i potenti bastioni calcarei si presentano ripidi e a gradinata. Procedendo da ovest verso est incontriamo dapprima la cima "Forte di Orino" (m 1139), quindi la cima Campo dei Fiori (m 1226), il Punto trigonometrico di primo grado e la "Punta Paradiso" (m 1227 secondo i rilevamenti cartografici svizzeri), dove sorge la Cittadella di Scienze della Natura, con il Giardino montano per la conservazione della biodiversità "Ruggero Tomaselli".


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Come detto, lo scopo principale del giardino e della serra fredda è la conservazione della biodiversità; a tale scopo, in serra, dedichiamo buona parte dello spazio  alla riproduzione delle essenze botaniche presenti nel giardino. Le semine, solitamente fatte nel periodo autunnale, vengono controllate settimanalmente al fine di censire il numero di nati e stimare il tasso di germinabilità dei nostri semi; questo tipo di stima è un valore puramente indicativo in quanto il nostro ambiente di lavoro, a differenza di un laboratorio, non è controllato e perciò vi sono troppi fattori che influenzano il valore di questa stima, come variazione dei  parametri meteo-climatici, lunghi periodi di siccità, possibili errori umani ecc...
Tutto questo, però ci permette di prevedere il numero di nati e ci aiuta nel preparare le cassette di semina in modo da sfruttarle al massimo della loro efficienza.


foto con transizione
Per avere una lista delle semine di quest'anno, potete scaricare questo file


<br>Luogo per la riproduzione e l’acclimatazione delle specie che verranno collocate nei settori di accantonamento ed in aiuole con condizioni microclimatiche e pedologiche adeguate.  
E qui invece il nostro INDEX SEMINUM [http://servercdf/w/images/e/e0/Index2012.pdf]


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<br>storia della serra    con continua  a leggere


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[[Immagine:Nuovo cbs2.jpg|thumb|left|150px]]Il Centro fu ideato con lo scopo di dotare il Giardino di un organo di servizio tecnico-scientifico in grado di compiere altresì studi in campo agricolo, forestale, floristico, pedologico. Il laboratorio per analisi della composizione chimico-fisica dei suoli. A completamento della dotazione del Centro una biblioteca scientifica e, in corso di allestimento, una  "gimnoteca" con finalità didattiche e anche una "xiloteca", ovvero una raccolta di tronchi delle specie legnose più diffuse nel Giardino e nel Parco del Campo dei Fiori.


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Versione attuale delle 11:40, 23 set 2015




Alpi10 primavera.jpg
Giardino Montano La serra fredda
 
 
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Un po' di storia

Agli inizi degli anni '80, con un contributo del Ministero per l'Agricoltura e le Foreste- Direzione generale Economia montana, cominciavano i lavori territoriali di un singolare giardino montano.

Prof. Furia con la signora Zambeletti sui prati di vetta
La singolarità stava nel fatto che 60 volontari della Cittadella affiancarono l'impresa edile incaricata di realizzare sugli stessi impervi sentieri esistenti muretti, scalinatelle e quant'altro progettato per una viabilità interna accessibile a tutti, visitatori e fanciulli dalle scuole elementari alle Superiori. Si voleva un giardino della flora delle prelati meridionali Lombarde, un Centro Studi Botanici con annessa serra sperimentale, laboratorio pedologico (per lo studio delle qualità fisico chimiche dei suoli), una gimnoteca (destinata alla raccolta di semi), un erbario. Inoltre, volendo evitare di ricorrere all'acqua clorurata dell'acquedotto comunale, nasceva allora il meditato progetto di captare l'acqua piovana, che dal tetto dell'osservatorio doveva essere raccolta in "Cisterne d'altura" con sottofondo di carboni attivi. L'acqua sarebbe stata utilizzata in caso di periodi prolungati di siccità e in ragione delle irregolarità climatiche sempre più evidenti.


Le semine in serra
Le semine in serra

Come detto, lo scopo principale del giardino e della serra fredda è la conservazione della biodiversità; a tale scopo, in serra, dedichiamo buona parte dello spazio alla riproduzione delle essenze botaniche presenti nel giardino. Le semine, solitamente fatte nel periodo autunnale, vengono controllate settimanalmente al fine di censire il numero di nati e stimare il tasso di germinabilità dei nostri semi; questo tipo di stima è un valore puramente indicativo in quanto il nostro ambiente di lavoro, a differenza di un laboratorio, non è controllato e perciò vi sono troppi fattori che influenzano il valore di questa stima, come variazione dei parametri meteo-climatici, lunghi periodi di siccità, possibili errori umani ecc... Tutto questo, però ci permette di prevedere il numero di nati e ci aiuta nel preparare le cassette di semina in modo da sfruttarle al massimo della loro efficienza.

Per avere una lista delle semine di quest'anno, potete scaricare questo file

E qui invece il nostro INDEX SEMINUM [1]


 
 
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Centro Studi Botanici e la Serra Fredda
Il Centro è stato costruito dai volontari tra il 1965 e il 1967, i materiali e gli strumenti sono stati donati da privati.
Serrainvernale.jpg
Nuovo cbs2.jpg
Il Centro fu ideato con lo scopo di dotare il Giardino di un organo di servizio tecnico-scientifico in grado di compiere altresì studi in campo agricolo, forestale, floristico, pedologico. Il laboratorio per analisi della composizione chimico-fisica dei suoli. A completamento della dotazione del Centro una biblioteca scientifica e, in corso di allestimento, una "gimnoteca" con finalità didattiche e anche una "xiloteca", ovvero una raccolta di tronchi delle specie legnose più diffuse nel Giardino e nel Parco del Campo dei Fiori.