Githago: differenze tra le versioni

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===Come si presenta===
===Come si presenta===
L' ''Agrostemma githago'' è una pianta erbacea annuale, ovvero compie interamente il suo ciclo vitale nel giro di un anno o di qualche stagione. Per questo motivo dedica la parte finale della sua vita alla produzione di semi che garantiscono la continuità della specie.  
L' ''Agrostemma githago'' è una pianta erbacea annuale, che si riconosce facilmente dal portamento elegante e dai fiori purpurei.
[[file:Agrostemma.png|thumb|left|Morfologia del fiore (clicca per ingrandire)|300px]]


Questa pianta ha '''fusti''' eretti semplici, o talvolta ramificati, che si sviluppano fino a raggiungere un'altezza di 30-60 cm.  
Il [[Strutture vegetali#F|'''fusto''']] è eretto, semplice, o talvolta ramificato, e si sviluppa spesso anche fino a un metro di altezza: quando questo accade è molto probabile che la pianticella assuma un portamento "prostrato" e che i fusti non rimangano più eretti, ma rasenti al terreno. Si nota subito che lo stelo, insieme alle foglie, è rivestito da una caratteristica peluria biancastra. Le '''foglie''' sono opposte e sprovviste di [[Strutture vegetali#P|picciolo]], strette e lanceolate, e misurano complessivamente tra 5 e 8 cm; sono percorse da una robusta nervatura centrale e si presentano di color verde azzurrognolo.


Le '''foglie''' sono opposte,sessili (non presentano picciolo), strette, lanceolate e hanno una lunghezza compresa tra 5 e 8 cm.  
I '''fiori''' crescono all'apice di ciascun fusto, sorretti da un [[Strutture vegetali#C|calice]] dalle lacinie lunghe e affusolate: queste sono decisamente più lunghe della stessa [[Strutture vegetali#C|corolla]], tanto che, in piena fioritura, pare quasi che fungano da cornice al nuovo [[Strutture vegetali#B|bocciolo]]. La corolla fiorale è composta da 5 [[Strutture vegetali#P|petali]] disposti a spirale, la cui tinta sfuma dal bianco al purpureo, approssimandosi al bordo esterno del petalo; in alcuni fiori pare quasi di scorgere dei puntini viola disposti a raggiera in prossimità del centro. Si possono scorgere molto chiaramente i 5 [[Strutture vegetali#S|stili]], pelosi alla base, alternati agli [[Strutture vegetali#S|stami]], composti a loro volta dal [[Strutture vegetali#F|filamento]] e dall'[[Strutture vegetali#A|antera]] bianchi.


Sulla sommità dei fusti, si sviluppa un '''calice''' verde composto da un tubo leggermente ovato che termina in una raggiera di cinque lacinie sottili e appuntite più lunghe della '''corolla'''. La particolarità di questa pianta è che sia le foglie che il calice sono rivestiti da una peluria biancastra. La corolla fiorale è fatta da 5 petali rosati disposti a spirale.
Al termine della fioritura, alla corolla si sostituisce un '''frutto''' oblungo, contenente semi scuri, grandi e bitorzoluti.
 
Al termine della fioritura, si sostituisce alla corolla un '''frutto''' oblungo contenente semi grandi e bitorzoluti.
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===Habitat===
===Habitat===
Questa è una pianta che fin dall'antichità si è sparsa molto poiché abbondantemente presente nei campi coltivati di cereali. La si può anche trovare nei luoghi sassosi e prati compresi tra il piano e circa 1200 metri id altezza.
Questa pianta fin dall'antichità ha avuto una grande diffusione, attraverso le coltivazioni nei campi di grano. Oggigiorno la si trova anche nei luoghi sassosi e nei prati, ad un'altezza compresa tra il piano e circa 1200 metri d'altezza.
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===Fioritura===
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Da maggio a giugno
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===Particolarità e curiosità===
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Il nome Agrostemma deriva dal greco ''agros'' ''stemma'' che significa ''corona dei campi''. Invece l'origine del termine ''githago'' è tuttora incerta; una possibilità è che provenga da ''git'',è l'antico nome del coriandolo nero, il quale ha semi molto simili a quelli del gittaione; L'alternativa è che derivi dall'arabo ''gith'' il cui significato è tutt'ora incerto.
Il nome della famiglia, ''Agrostemma'', deriva dal greco ''agros'' e ''stemma'', espressione che significa "corona dei campi"; l'origine del termine ''githago'', invece, è tuttora incerta: alcuni ritengono  che derivi da ''git'', antico nome del coriandolo nero, che ha semi molto simili a quelli del gittaione; altri, invece, fanno risalire questo termine all'arabo ''gith'', il cui significato è tutt'ora incerto.


Questa pianta è originaria dell'Iran e dell'Arabia, dove infestava i campi di cereali, e che in epoca preistorica, con la diffusione dei cereali provenienti da queste zone, approdò nel nostro continente. Ad oggi questa è presente in Europa, Asia occidentale, Africa settentrionale e Nord America. Per le sue proprietà infestanti la si collocava nella vastissima famiglia delle malerbe.
Questa pianta è originaria dell'Iran e dell'Arabia e già in epoca preistorica, con la diffusione dei cereali provenienti da quelle zone, approdò nel nostro continente: oggi si trova in Europa, Asia occidentale, Africa settentrionale e Nord America. Siccome è molto infestante già in passato veniva considerata una ''malerba''; oggi, tuttavia, l'eccessivo utilizzo di diserbanti e prodotti chimici sui campi ne ha ridotto esponenzialmente la presenza rendendola ormai molto rara.
Oggi però l'eccessivo uso di diserbanti e prodotti chimici sui campi ne ha ridotto esponenzialmente la presenza rendendola ormai molto rara in pianura.
Bisogna comunque dire che la sua pessima fama era ben giustificata: i semi di questa pianta sono infatti molto velenosi e spesso, finendo accidentalmente con i semi di grano, venivano macinati e utilizzati per la panificazione, andando così a mettere in ginocchio interi villaggi. Oggi sappiamo che la tossicità dei semi di questa infestante è dovuta a un glucoside saponinico, la ''agrostemina'', che, se ingerita, può causare nausea, coliche, diarrea, vertigini, delirio e convulsioni. E' velenosa anche per equini e bovini, se ingerita in grandi quantità, anche se sembra che i polli ne siano immuni.


I semi di questa pianta sono molto velenosi poiché contengono un glucoside saponinico, la agrostemina, che, se ingeriti, possono causare nausea, coliche, diarrea, vertigini, delirio e convulsioni. E' anche velenosa per equini e bovini se ingerita in grandi quantità, sembra invece che i polli ne siano immuni.
L' ''Agrostemma githago'' viene anche usata a scopo medicinale per trattare paralisi e gastriti; ha anche effetti [[Fitofarmaceutica#D|diuretici]] e [[Fitofarmaceutica#E|espettoranti]].
L' ''A. githago'' viene anche usata a scopo medicinale per trattare paralisi e gastriti. Ha però anche effetti [[Fitofarmaceutica#D|diuretici]] e [[Fitofarmaceutica#E|espettoranti]].


===Immagini===
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===Link===
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Versione attuale delle 10:40, 28 apr 2013

Gittaione
Agrostemma disegno.jpg
Classificazione scientifica
Dominio: eucariota
Regno: Plantae
Divisione: Magnoliophyta
Classe: Magnoliopsida
Ordine: Caryophyllales
Famiglia: Caryophyllaceae
Genere: Agrostemma
Specie: githago
Nomenclatura binomiale
Agrostemma githago
L.
Nomi comuni

Gittaione

Proprietà Farmacologiche

velenoso


Agrostemma githago (L.)

Come si presenta

L' Agrostemma githago è una pianta erbacea annuale, che si riconosce facilmente dal portamento elegante e dai fiori purpurei.

Morfologia del fiore (clicca per ingrandire)

Il fusto è eretto, semplice, o talvolta ramificato, e si sviluppa spesso anche fino a un metro di altezza: quando questo accade è molto probabile che la pianticella assuma un portamento "prostrato" e che i fusti non rimangano più eretti, ma rasenti al terreno. Si nota subito che lo stelo, insieme alle foglie, è rivestito da una caratteristica peluria biancastra. Le foglie sono opposte e sprovviste di picciolo, strette e lanceolate, e misurano complessivamente tra 5 e 8 cm; sono percorse da una robusta nervatura centrale e si presentano di color verde azzurrognolo.

I fiori crescono all'apice di ciascun fusto, sorretti da un calice dalle lacinie lunghe e affusolate: queste sono decisamente più lunghe della stessa corolla, tanto che, in piena fioritura, pare quasi che fungano da cornice al nuovo bocciolo. La corolla fiorale è composta da 5 petali disposti a spirale, la cui tinta sfuma dal bianco al purpureo, approssimandosi al bordo esterno del petalo; in alcuni fiori pare quasi di scorgere dei puntini viola disposti a raggiera in prossimità del centro. Si possono scorgere molto chiaramente i 5 stili, pelosi alla base, alternati agli stami, composti a loro volta dal filamento e dall'antera bianchi.

Al termine della fioritura, alla corolla si sostituisce un frutto oblungo, contenente semi scuri, grandi e bitorzoluti.

Habitat

Questa pianta fin dall'antichità ha avuto una grande diffusione, attraverso le coltivazioni nei campi di grano. Oggigiorno la si trova anche nei luoghi sassosi e nei prati, ad un'altezza compresa tra il piano e circa 1200 metri d'altezza.

Fioritura

Da maggio a giugno

Particolarità e curiosità


Avvertenza
Caduceo.png Le informazioni qui riportate non costituiscono nè provengono da prescrizione o da consiglio medico.

Il nome della famiglia, Agrostemma, deriva dal greco agros e stemma, espressione che significa "corona dei campi"; l'origine del termine githago, invece, è tuttora incerta: alcuni ritengono che derivi da git, antico nome del coriandolo nero, che ha semi molto simili a quelli del gittaione; altri, invece, fanno risalire questo termine all'arabo gith, il cui significato è tutt'ora incerto.

Questa pianta è originaria dell'Iran e dell'Arabia e già in epoca preistorica, con la diffusione dei cereali provenienti da quelle zone, approdò nel nostro continente: oggi si trova in Europa, Asia occidentale, Africa settentrionale e Nord America. Siccome è molto infestante già in passato veniva considerata una malerba; oggi, tuttavia, l'eccessivo utilizzo di diserbanti e prodotti chimici sui campi ne ha ridotto esponenzialmente la presenza rendendola ormai molto rara. Bisogna comunque dire che la sua pessima fama era ben giustificata: i semi di questa pianta sono infatti molto velenosi e spesso, finendo accidentalmente con i semi di grano, venivano macinati e utilizzati per la panificazione, andando così a mettere in ginocchio interi villaggi. Oggi sappiamo che la tossicità dei semi di questa infestante è dovuta a un glucoside saponinico, la agrostemina, che, se ingerita, può causare nausea, coliche, diarrea, vertigini, delirio e convulsioni. E' velenosa anche per equini e bovini, se ingerita in grandi quantità, anche se sembra che i polli ne siano immuni.

L' Agrostemma githago viene anche usata a scopo medicinale per trattare paralisi e gastriti; ha anche effetti diuretici e espettoranti.

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