Autumnale: differenze tra le versioni

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Versione delle 22:21, 3 set 2011

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Colchico
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Fiori di Colchico
Classificazione scientifica
Dominio: eucariota
Regno: Plantae
Divisione: Magnoliophyta
Classe: Liliopsida
Ordine: Liliales
Famiglia: Liliaceae
Genere: Colchicum
Specie: autumnale
Nomenclatura binomiale
Colchicum autumnale
L.
Nomi comuni

Colchico

Proprietà Farmacologiche

velenoso


Colchicum autumnale (L.)

Come si presenta

Il C.autumnale è una delle più belle piante della flora alpina e subalpina; è erbacea, perenne e geofita. E' quindi provvista di un bulbo sotterraneo, approssimativamente ellittico e di color porpora scuro; sulla sua superficie esterna si nota anche una tunica bruna e squamosa, che rappresenta il residuo del tubero dell'anno precedente. Generalmente il tubero è posizionato a una profondità di circa 20 cm.

Dal bulbo, a partire dalla fine di Agosto, spunta un fiore delicato, che, stretto alla base, si allarga progressivamente verso l'apice aprendosi poi in sei tepali lanceolati, che presentano delle inconfondibili sfumature che vanno dal rosa al lilla; la base è talora avvolta da una guaina membranosa, che, a seconda degli esemplari, copre il tubo corollino per una lunghezza compresa tra 1 e 3 cm. Scostando i tepali possiamo scorgere, all'interno della corolla, gli organi riproduttivi del fiore: circondati da 6 stami, ben riconoscibili dalle antere gialle, si notano 3 stili, alla cui sommità compaiono dei filamenti ricurvi ad uncino, gli stimmi. I fiori sono quindi ermafroditi. Il numero degli stami permette di distinguere il Colchicum autumnale (6 stami) dai Crocus (3 stami), due specie morfologicamente simili.

Dopo la fecondazione (favorita dal lavoro di api e mosche, che si cibano del nettare alla base dei tepali), il C.autumnale sfiorisce, scomparendo sottoterra per tutto il periodo invernale. Solamente con i primi tepori della primavera, dal tubero spuntano le foglie, lanceolate e lunghe da 20 a 30 cm, di un caratteristico verde lucente. Verso Maggio tra le foglie compare anche una capsula ovoide, che rappresenta proprio il frutto relativo alla fioritura dell'anno precedente. La capsula, grossa come una noce, è divisa in tre comparti, ognuno dei quali contiene molti semi. Nel periodo successivo le foglie appassiranno, e solo verso Agosto, il colchico spunterà di nuovo, mostrando un nuovo fiore, che verrà nuovamente impollinato, dando così inizio a un nuovo "ciclo".

Habitat

Originario dell'Europa centrale, il C.autumnale cresce nei prati umidi e nelle radure boschive; si trova spesso nei prati sfalciati. Non ha particolari necessità di crescita, vivendo sia in terreni calcarei che in terreni silicei, preferibilmente a pH neutro. Dal punto di vista altitudinale si trova fino a una quota di 2100 m.

Fioritura

Il periodo di fioritura va da Agosto a inizio Novembre; la fruttificazione, invece, ha luogo nel periodo da Maggio a Giugno.

Particolarità e curiosità

Il Colchicum autumnale è noto per la sua grande tossicità: si trovano riferimenti a questa pianta già negli scritti di medicina risalenti ai primi secoli d.C.. Effettivamente questa pianta contiene una notevole quantità di alcaloidi, tra i quali spicca la colchicina. Gli alcaloidi sono composti chimici contenenti azoto, aventi un effetto spesso dannoso per il nostro organismo; tra alcaloidi più conosciuti ricordiamo la caffeina, la morfina o l'acido lisergico (LSD). La colchicina, in particolar modo, ha la proprietà di impedire la formazione del fuso mitotico, una fase di estrema importanza per la corretta duplicazione del nucleo cellulare (e, quindi, della cellula stessa); la colchicina favorisce, quindi, il fenomeno della polipliodia. A causa di questa sua proprietà questa sostanza viene anche utilizzata nell'ambito dell'ingegneria genetica: ad esempio, spesso piante OGM con corredo cromosomico dispari (3n, 5n, ecc), per questo sterili, vengono trattate con questa sostanza, in modo tale da raddoppiare il loro materiale genetico, rendendolo quindi pari (ad esempio, 3nx2=6n). In questo modo le piante "ritornano" ad essere individui fertili.

Oltre alla colchicina sono presenti anche tannini, resine, acido gallico, fitosterina, amido e zuccheri; tutti questi principi attivi sono presenti prevalentemente nei semi e nel tubero.

Nelle dosi adeguate, la pianta può tuttavia essere un ottimo rimedio medicinale: in particolare risulta diuretica, antigottosa, antinevralgica, vermifuga e sedativa. In dosi eccessive, invece, si riscontrano i caratteristici sintomi da avvelenamento: bruciore alla bocca, nausea, vomito, diarrea sanguinolenta, aumento della frequenza cardiaca e dolori al torace. Dopo molte ore, invece, questi primi sintomi lasciano il posto a febbre e insufficienza epatica e renale. Inoltre si sono verificati anche casi di avvelenamento causati dal latte di pecore e capre che si sono cibate di questa pianta: sembra infatti che questi animali abbiano sviluppato una particolare forma di resistenza alla colchicina, che però non viene eliminata nel corso della digestione e si ritrova quindi nel loro latte.

Immagini

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