Alpinum

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Stella alpina
Leontopodium Alpinum.JPG
Classificazione scientifica
Dominio: eucariota
Regno: Plantae
Divisione: Magnoliophyta
Classe: Magnoliopsida
Ordine: Asterales
Famiglia: Asteraceae
Genere: Leontopodium
Specie: alpinum
Nomenclatura binomiale
Leontopodium alpinum
Cass.
Nomi comuni

Stella alpina


Leontopodium alpinum (Cass.)

Come si presenta

Il Leontopodium alpinum è una pianta erbacea perenne, alta da 5 a 20 cm.

Questa pianta presenta un rizoma da cui si originano delle radici secondarie. I fusti sono eretti, ricoperti da una leggera peluria e particolarmente ricchi di foglie nella parte inferiore, che può essere legnosa. Le foglie, lunghe dai 2 ai 4 cm, strette alla base e più larghe verso l'apice, sono disposte lungo il fusto in modo alterno; appaiono anch'esse, come il fusto, villose. I fiori sono raggruppati in capolini, formati da circa 9-15 foglie lanceolate di colore bianco, particolarmente villose, disposte a stella sulla sommità dei fusti; al centro del capolino si trovano i fiori veri e propri. Quelli centrali sono di forma tubulare e colore bianco-giallastro, ermafroditi, cioè dotati di organi sia maschili (stami) sia femminili (carpelli); in questa specie, però, solo la parte maschile dei fiori ermafroditi è funzionale. Quelli periferici, invece, sono filiformi e femminili e hanno una colorazione gialla tendente al verde. Il capolino centrale risulta più sviluppato.

I frutti sono detti acheni e sono secchi, dotati di un piccolo pappo (circa 4 mm), lunghi circa 1,3 mm.

Habitat

Il Leontopodium alpinum, come suggerisce il nome, è una pianta alpina diffusa in Europa e Asia. Cresce spontaneamente sulle Alpi e sugli Appennini, in particolare l'Appennino abruzzese. Predilige i pascoli alpini e terreni calcarei rocciosi ad alta quota (da 1500 a 2700 m circa).

Fioritura

Da Luglio a Settembre.

Particolarità e curiosità

Avvertenza
Caduceo.png Le informazioni qui riportate non costituiscono nè provengono da prescrizione o da consiglio medico.

Il nome del genere, Leontopodium, deriva dalle parole greche "lèon" (leone) e "podòs" (piede), perché le infiorescenze assomigliano alle impronte lasciate dai leoni. Il nome della specie, invece, deriva dall'ambiente prediletto dalla pianta, come la seconda parte del nome comune, stella alpina; la prima parte, invece, deriva dalla disposizione delle foglie nei capolini.

Esistono molte leggende che riguardano la stella alpina; per esempio, una di queste racconta di un giovane che, recatosi in montagna, non tornò a casa; la moglie, preoccupata, dopo alcuni giorni andò a cercarlo e lo trovò morto tra i ghiacci. Non potendo raggiungerlo rimase a piangerlo sulla montagna. La mattina dopo i suoi capelli e ciglia erano ricoperti di brina, simile alla peluria della stella alpina; per rimanere per sempre vicino a suo marito, venne trasformata nella pianta.

In passato si pensava che questa pianta potesse curare la dissenteria, la rabbia e il malocchio.

La tradizione vuole che la Stella alpina sia specie che cresce, rara, sulle rocce in luoghi difficilmente raggiungibili, cosa che la rende particolarmente appetita ai turisti; in realtà essa cresce prevalentemente e comunemente sui pascoli alpini, oltre il limite dei boschi. A causa della raccolta indiscriminata la specie è minacciata di estinzione. Per questo è una specie protetta in tutta la provincia di Varese.


Immagini


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