Asclepiadea: differenze tra le versioni
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Versione delle 19:26, 5 nov 2011
Genziana | ||||||||||||||||
Classificazione scientifica | ||||||||||||||||
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Nomenclatura binomiale | ||||||||||||||||
Gentiana ascelpiadea L. |
Gentiana ascelpiadea L.
Come si presenta
La Gentiana asclepiadea è una pianta erbacea a fusto semplice, che cresce fino a raggiungere un'altezza che varia dai 20 ai 50 cm.
Oltre al fusto "nel senso stretto del termine" (quello epigeo), presenta anche un fusto ipogeo: questa è infatti una pianta rizomatosa e, di conseguenza perenne. Generalmente, infatti, tutte le piante che presentano un apparato radicale di questo tipo sono in grado di immagazzinare le sostanze di riserva necessarie per sopravvivere nel corso della stagione invernale (che in montagna è particolarmente rigida), e per "rinascere" la primavera successiva. Il fusto epigeo, di colore rossastro, presenta inoltre una buffa particolarità: quando la pianta fiorisce, il fusto, appesantito dai numerosi boccioli, si incurva sotto il suo stesso peso.
Le foglie sono opposte e sessili, ma tendono ad abbracciare il fusto man mano che ci si avvicina alla sua sommità (in gergo, diventano "semiamplessicauli"). Morfologicamente si presentano lanceolate, appuntite all'estremità e segnate sulla superficie da evidenti nervature parallele (da 3 a 5) e glabre. Salendo, verso la cima del fusto, ciascuna coppia foglie è accompagnata da uno o pochi fiori appariscenti. Alla loro base si scorge un piccolo calice dentellato, nel quale si inserisce la corolla imbutiforme, di una tinta che varia dall'azzurro al viola intenso, che aprendosi alla sommità mostra 5-6 lobi acuminati. L'interno della corolla nasconde una fitta punteggiatura violacea.
Habitat
Questa pianta predilige ambienti umidi e boschivi, terreni acquitrinosi e torbosi, pascoli. Da un punto di vista pedologico, necessita di terreni prevalentemente calcarei.
Fioritura
Fiorisce nel periodo che va da Luglio ad Agosto.
Particolarità e curiosità
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L'etimologia del genere è comune a tutte le Genziane; il nome specifico ha però una origine piuttosto interessante. Il termine asclepiadea deriva infatti dal nome del dio greco della medicina Asclepio, Esculapio per i romani. Egli, secondo molti miti, era figlio di Apollo, e venne affidato al centauro Chirone che lo istruì sui segreti della medicina. Divenne così un celebre e abilissimo medico, e, quando tornò nella sua città natale, Epidauro, fondò una prestigiosa scuola di medicina. I suoi "discendenti" presero il nome di Asclepiadei; tra loro ricordiamo Ippocrate di Coo, noto ancor oggi per l'omonimo giuramento che medici e odontoiatri sono tenuti a prestare. In definitiva, il nome di questa specie è legato al fatto che essa, insieme a tutte le sue "compagne" di genere, possiede proprietà medicinali. Miscelata con altre piante può avere effetti febbrifughi, vermifughi, contro la stanchezza, l'esaurimento nervoso, la pesantezza di stomaco, il morbillo, le macchie sulla pelle, gli ascessi, l'acne, la flebite, le infezioni ed infiammazioni intestinali. Le proprietà più comuni le forniscono capacità tonico stimolanti, digestive e stimolanti la produzione di globuli bianchi.
Secondo credenze popolari, allorquando il cuculo cantasse, una pianta di asclepiadea sarebbe spuntata dal terreno. Testimonianza di ciò è ancora presente in un nome popolare quale bràgh de cucù.
Un'ultima curiosità: la larva della farfalla azzurra Maculinea alcon necessita della G.asclepiadea per poter sopravvivere.
NB: la specie è protetta in tutto il territorio della provincia di Varese con divieto assoluto di raccolta.
Immagini
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