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La ''Gentiana asclepiadea'' è una pianta erbacea a fusto semplice, che cresce fino a raggiungere un'altezza che varia dai 20 ai 50 cm. | La ''Gentiana asclepiadea'' è una pianta erbacea a [[Strutture vegetali#F|fusto]] semplice, che cresce fino a raggiungere un'altezza che varia dai 20 ai 50 cm. | ||
Oltre al '''fusto''' "nel senso stretto del termine" (quello epigeo), presenta anche un fusto ipogeo: questa è infatti una pianta rizomatosa e, di conseguenza, perenne. Generalmente, infatti, tutte le piante che presentano un apparato radicale di questo tipo sono in grado di immagazzinare le sostanze di riserva necessarie per sopravvivere nel corso della stagione invernale (che in montagna è particolarmente rigida), e per "rinascere" la primavera successiva. | Oltre al '''fusto''' "nel senso stretto del termine" (quello epigeo), presenta anche un fusto ipogeo: questa è infatti una pianta rizomatosa e, di conseguenza, perenne. Generalmente, infatti, tutte le piante che presentano un apparato radicale di questo tipo sono in grado di immagazzinare le sostanze di riserva necessarie per sopravvivere nel corso della stagione invernale (che in montagna è particolarmente rigida), e per "rinascere" la primavera successiva. | ||
Il fusto epigeo, di colore rossastro, presenta inoltre una buffa particolarità: quando la pianta fiorisce, il fusto, appesantito dai numerosi boccioli, si incurva sotto il suo stesso peso. | Il fusto epigeo, di colore rossastro, presenta inoltre una buffa particolarità: quando la pianta fiorisce, il fusto, appesantito dai numerosi [[Strutture vegetali#B|boccioli]], si incurva sotto il suo stesso peso. | ||
Le '''foglie''' sono opposte e sessili, ma tendono ad abbracciare il fusto man mano che ci si avvicina alla sua sommità (in gergo, diventano "semiamplessicauli"). Morfologicamente si presentano lanceolate, appuntite all'estremità e segnate sulla superficie da evidenti nervature parallele (da 3 a 5) | Le '''foglie''' sono opposte e sessili, ma tendono ad abbracciare il fusto man mano che ci si avvicina alla sua sommità (in gergo, diventano "semiamplessicauli"). Morfologicamente si presentano lanceolate, appuntite all'estremità, glabre e segnate sulla superficie da evidenti nervature parallele (da 3 a 5). Salendo, verso la cima del fusto, ciascuna coppia foglie è accompagnata da uno o pochi '''fiori''' appariscenti. Alla loro base si scorge un piccolo [[Strutture vegetali#C|calice]] dentellato, nel quale si inserisce la [[Strutture vegetali#C|corolla]] imbutiforme, di una tinta che varia dall'azzurro al viola intenso, che aprendosi alla sommità mostra 5-6 lobi acuminati. L'interno della corolla nasconde una fitta punteggiatura violacea e alcune sfumature biancastre, che rendono unico questo fiore. Al centro della corolla si scorgono le [[Strutture vegetali#A|antere]], bianche, la parte maschile del fiore. | ||
===Habitat=== | ===Habitat=== | ||
Questa pianta predilige ambienti umidi e boschivi, terreni acquitrinosi e torbosi, pascoli. Dal | Questa pianta predilige ambienti umidi e boschivi, terreni acquitrinosi e torbosi, pascoli. Dal punto di vista pedologico, necessita di terreni prevalentemente calcarei. | ||
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L'etimologia del genere è comune a tutte le ''Genziane''; il nome specifico ha però una origine piuttosto interessante. Il termine ''asclepiadea'' deriva infatti dal nome del dio greco della medicina Asclepio, Esculapio per i romani. Egli, secondo molti miti, era figlio di Apollo, e venne affidato al centauro Chirone che lo istruì sui segreti della medicina. Divenne così un celebre e abilissimo medico, e, quando tornò nella sua città natale, Epidauro, fondò una prestigiosa scuola di medicina. I suoi "discendenti" presero il nome di Asclepiadei; tra loro ricordiamo Ippocrate di Coo, noto ancor oggi per l'omonimo giuramento che medici e odontoiatri sono tenuti a prestare. In definitiva, il nome di questa specie è legato | L'etimologia del genere è comune a tutte le ''Genziane''; il nome specifico ha però una origine piuttosto interessante. Il termine ''asclepiadea'' deriva infatti dal nome del dio greco della medicina Asclepio, Esculapio per i romani. Egli, secondo molti miti, era figlio di Apollo, e venne affidato al centauro Chirone che lo istruì sui segreti della medicina. Divenne così un celebre e abilissimo medico, e, quando tornò nella sua città natale, Epidauro, fondò una prestigiosa scuola di medicina. I suoi "discendenti" presero il nome di Asclepiadei; tra loro ricordiamo Ippocrate di Coo, noto ancor oggi per l'omonimo giuramento che medici e odontoiatri sono tenuti a prestare. In definitiva, il nome di questa specie è legato alle proprietà medicinali che la ''Gentiana asclepiadea'', insieme a tutte le sue "compagne" di genere, possiede. | ||
Miscelata con altre piante può avere effetti [[biofarmacologia #F|febbrifughi]], [[biofarmacologia #V|vermifughi]], può essere utilizzata come rimedio per la stanchezza e per l'esaurimento nervoso, la pesantezza di stomaco, il morbillo, le macchie sulla pelle, gli ascessi, l'acne, la flebite, le infezioni | Miscelata con altre piante può avere effetti [[biofarmacologia #F|febbrifughi]], [[biofarmacologia #V|vermifughi]], può essere utilizzata come rimedio per la stanchezza e per l'esaurimento nervoso, la pesantezza di stomaco, il morbillo, le macchie sulla pelle, gli ascessi, l'acne, la flebite, le infezioni e le infiammazioni intestinali. Le proprietà più comuni le forniscono capacità [[biofarmacologia #T|tonico stimolanti]], [[biofarmacologia #D|digestive]] e stimolanti la produzione di globuli bianchi. | ||
Secondo credenze popolari, allorquando il cuculo cantasse, una pianta di asclepiadea sarebbe spuntata dal terreno. | Secondo credenze popolari, allorquando il cuculo cantasse, una pianta di asclepiadea sarebbe spuntata dal terreno. La testimonianza di questa credenza si ritrova ancora in uno dei suoi nomi popolari: ''bràgh de cucù''. | ||
Un'ultima curiosità: la | Un'ultima curiosità: non tutti forse sanno che la ''Gentiana asclepiadea'' e la farfalla azzurra ''Maculinea alcon'' sono legate da una stretta relazione ecologica. La farfalla adulta, infatti, depone le uova sulla corolla di due sole specie di ''Gentiana'', la ''Gentiana pneumonanthe'' e, per l'appunto, la ''Gentiana asclepiadea''; sembra che i bruchi, una volta usciti dalle uova, ''gradiscano'' solamente i tessuti di queste due piante. Una volta cresciute a sufficienza, le piccole larve scendono dalle genziane e attendono pazienti di essere riconosciute dalle formiche: con questo vero e proprio "inganno chimico" (i bruchi, infatti, sono rivestite da sostanze chimiche molto simili a quelle prodotte dalle larve di formica) le farfalle fanno credere alle loro "salvatrici" di essere, per l'appunto, piccole formiche, bisognose di cure e, soprattutto, di cibo. Si capisce bene che alcune colonie di formiche si sono "evolute", facendo in modo che le larve producano una sostanza "di riconoscimento" differente rispetto a quella che avrebbero prodotto in assenza dei bruchi di ''Maculinea alcon''. | ||
'''NB''': la specie è protetta in tutto il territorio della provincia di Varese con divieto assoluto di raccolta. | '''NB''': la specie è protetta in tutto il territorio della provincia di Varese con divieto assoluto di raccolta. | ||
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Versione attuale delle 12:39, 24 feb 2013
Genziana | ||||||||||||||||
Classificazione scientifica | ||||||||||||||||
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Nomenclatura binomiale | ||||||||||||||||
Gentiana asclepiadea L. |
Gentiana asclepiadea L.
Come si presenta
La Gentiana asclepiadea è una pianta erbacea a fusto semplice, che cresce fino a raggiungere un'altezza che varia dai 20 ai 50 cm.
Oltre al fusto "nel senso stretto del termine" (quello epigeo), presenta anche un fusto ipogeo: questa è infatti una pianta rizomatosa e, di conseguenza, perenne. Generalmente, infatti, tutte le piante che presentano un apparato radicale di questo tipo sono in grado di immagazzinare le sostanze di riserva necessarie per sopravvivere nel corso della stagione invernale (che in montagna è particolarmente rigida), e per "rinascere" la primavera successiva. Il fusto epigeo, di colore rossastro, presenta inoltre una buffa particolarità: quando la pianta fiorisce, il fusto, appesantito dai numerosi boccioli, si incurva sotto il suo stesso peso.
Le foglie sono opposte e sessili, ma tendono ad abbracciare il fusto man mano che ci si avvicina alla sua sommità (in gergo, diventano "semiamplessicauli"). Morfologicamente si presentano lanceolate, appuntite all'estremità, glabre e segnate sulla superficie da evidenti nervature parallele (da 3 a 5). Salendo, verso la cima del fusto, ciascuna coppia foglie è accompagnata da uno o pochi fiori appariscenti. Alla loro base si scorge un piccolo calice dentellato, nel quale si inserisce la corolla imbutiforme, di una tinta che varia dall'azzurro al viola intenso, che aprendosi alla sommità mostra 5-6 lobi acuminati. L'interno della corolla nasconde una fitta punteggiatura violacea e alcune sfumature biancastre, che rendono unico questo fiore. Al centro della corolla si scorgono le antere, bianche, la parte maschile del fiore.
Habitat
Questa pianta predilige ambienti umidi e boschivi, terreni acquitrinosi e torbosi, pascoli. Dal punto di vista pedologico, necessita di terreni prevalentemente calcarei.
Fioritura
Fiorisce nel periodo che va da Luglio ad Agosto.
Particolarità e curiosità
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L'etimologia del genere è comune a tutte le Genziane; il nome specifico ha però una origine piuttosto interessante. Il termine asclepiadea deriva infatti dal nome del dio greco della medicina Asclepio, Esculapio per i romani. Egli, secondo molti miti, era figlio di Apollo, e venne affidato al centauro Chirone che lo istruì sui segreti della medicina. Divenne così un celebre e abilissimo medico, e, quando tornò nella sua città natale, Epidauro, fondò una prestigiosa scuola di medicina. I suoi "discendenti" presero il nome di Asclepiadei; tra loro ricordiamo Ippocrate di Coo, noto ancor oggi per l'omonimo giuramento che medici e odontoiatri sono tenuti a prestare. In definitiva, il nome di questa specie è legato alle proprietà medicinali che la Gentiana asclepiadea, insieme a tutte le sue "compagne" di genere, possiede. Miscelata con altre piante può avere effetti febbrifughi, vermifughi, può essere utilizzata come rimedio per la stanchezza e per l'esaurimento nervoso, la pesantezza di stomaco, il morbillo, le macchie sulla pelle, gli ascessi, l'acne, la flebite, le infezioni e le infiammazioni intestinali. Le proprietà più comuni le forniscono capacità tonico stimolanti, digestive e stimolanti la produzione di globuli bianchi.
Secondo credenze popolari, allorquando il cuculo cantasse, una pianta di asclepiadea sarebbe spuntata dal terreno. La testimonianza di questa credenza si ritrova ancora in uno dei suoi nomi popolari: bràgh de cucù.
Un'ultima curiosità: non tutti forse sanno che la Gentiana asclepiadea e la farfalla azzurra Maculinea alcon sono legate da una stretta relazione ecologica. La farfalla adulta, infatti, depone le uova sulla corolla di due sole specie di Gentiana, la Gentiana pneumonanthe e, per l'appunto, la Gentiana asclepiadea; sembra che i bruchi, una volta usciti dalle uova, gradiscano solamente i tessuti di queste due piante. Una volta cresciute a sufficienza, le piccole larve scendono dalle genziane e attendono pazienti di essere riconosciute dalle formiche: con questo vero e proprio "inganno chimico" (i bruchi, infatti, sono rivestite da sostanze chimiche molto simili a quelle prodotte dalle larve di formica) le farfalle fanno credere alle loro "salvatrici" di essere, per l'appunto, piccole formiche, bisognose di cure e, soprattutto, di cibo. Si capisce bene che alcune colonie di formiche si sono "evolute", facendo in modo che le larve producano una sostanza "di riconoscimento" differente rispetto a quella che avrebbero prodotto in assenza dei bruchi di Maculinea alcon.
NB: la specie è protetta in tutto il territorio della provincia di Varese con divieto assoluto di raccolta.
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