https://wikibotanica.astrogeo.va.it/api.php?action=feedcontributions&user=Vincenzo&feedformat=atomWikiBotanica - Contributi dell'utente [it]2024-03-28T08:24:37ZContributi dell'utenteMediaWiki 1.39.6https://wikibotanica.astrogeo.va.it/index.php?title=Auricola&diff=6014Auricola2013-11-18T12:31:07Z<p>Vincenzo: /* Fioritura */</p>
<hr />
<div>__NOTITLE__<br />
{{Tassobox<br />
|colore=lightgreen <br />
|nome=Primula auricola<br />
|immagine=[[immagine:primula_auricola.png|200px]]<br />
|didascalia=Fiori di Primula auricola<br />
<!-- CLASSIFICAZIONE: --><br />
|dominio=eucariota<br />
|regno=[[Plantae]]<br />
|sottoregno=<br />
<!-- PER LE PIANTE: --><br />
|superdivisione=<br />
|divisione=[[Magnoliophyta]]<br />
|sottodivisione=<br />
<br />
<!-- PER TUTTI: --><br />
|superclasse=<br />
|classe=<br />
|sottoclasse=<br />
|infraclasse=<br />
|superordine=<br />
|ordine=Primulales<br />
|sottordine=<br />
|infraordine=<br />
|superfamiglia=<br />
|famiglia=[[Primulaceae]]<br />
|sottofamiglia=<br />
|tribù=<br />
|sottotribù=<br />
|genere=Primula<br />
|sottogenere=<br />
|specie=auricola<br />
|sottospecie=<br />
<!-- NOMENCLATURA BINOMIALE: --><br />
|biautore=L.<br />
|binome=Primula auricola<br />
|bidata=<br />
<!-- NOMENCLATURA TRINOMIALE: --><br />
|triautore=<br />
|trinome=<br />
|tridata=<br />
<!-- ALTRO: --><br />
|sinonimi?=<br />
|sinonimi=<br />
|nomicomuni=Primula orecchia d'orso<br />
|suddivisione=<br />
|suddivisione_testo=<br />
<br />
}}<br />
<br />
<br />
==''Primula auricola'' (L.)==<br />
<br />
<br />
===Come si presenta===<br />
La ''P.auricola'', chiamata anche orecchia d'orso, è una graziosa pianta erbacea perenne. <br />
<br />
Le '''foglie''', vagamente simili a orecchie d'orso a causa del loro aspetto farinoso, sono lunghe da 3 a 10 cm e si dipartono da una rosetta basale. Appaiono carnose, coriacee e di forma rotondeggiante o bislunga; il margine talvolta è intero e liscio, ma può essere anche dentellato. In ogni modo, è orlato di bianco, mentre l'apice è arrotondato. <br />
<br />
Per quanto riguarda lo [[Strutture vegetali#S|'''scapo''']], questo può essere diviso tra lo [[Strutture vegetali#S|stelo]] floreale, che si eleva dalla rosetta, e il [[Strutture vegetali#R|rizoma]], che in questo fiore sostituisce le [[Strutture vegetali#R|radici]]. Lo stelo è alto dai 7 ai 20 cm, e termina con un'ombrella multiflora. <br />
<br />
Generalmente sono presenti da 4 a 12 '''fiori''' per ogni stelo; ciascuno di questi è connesso allo stelo da un pedicello di dimensioni ridotte (2-4 mm). I fiori presentano una [[Strutture vegetali#C|corolla]] tubolare gamopetala, ovvero dove i [[Strutture vegetali#P|petali]], almeno alla base, sono saldati tra loro. Questi ultimi, a lobi interi o cuoriformi, appaiono di un caratteristico color giallo zolfino, mentre la gola è bianca. I fiori, inoltre, emanano un delicato profumo, simile a quello del limone.<br />
<br />
===Habitat===<br />
Originaria delle regioni montuose dell'Europa centro meridionale (e della catena Himalayana), la ''P.auricola'' vive nelle fessure delle rocce calcareo dolomitiche, e perciò predilige un terreno calcareo. Eccezionalmente si può scovare anche in luoghi erbosi rupestri. Non è raro trovarla in compagnia di esemplari di Potentilla caulescens.<br />
Si trova nella zona alpina, subalpina e montana, da 300 a 2600 m.<br />
<br />
===Fioritura===<br />
La ''P.auricola'' può fiorire due volte all'anno: nel periodo compreso tra Aprile e gli inizi di Luglio, e in autunno.<br />
<br />
===Particolarità e curiosità===<br />
{{avvertenze}}<br />
Si pensa che il nome primula derivi da un' antica locuzione italiana che significa "fior di primavera", ma, risalendo a origini ancora più antiche, lo si può far derivare dal latino "primus", che significa il primo. La pianta venne infatti così nominata a causa della sua precoce fioritura, che, in certe annate, può addirittura iniziare in inverno. L'epiteto specifico "Auricola" invece, sempre in latino, significa orecchietta, a indicare la somiglianza delle foglie con delle orecchie d' orso. Passando alle proprietà della pianta il rizoma contiene una canfora speciale, detta canfora d'Auricola; se tritato e messo in acqua emette un particolare odore, riconducibile a quello del coriandolo.In passato la droga ottenuta dalla ''P. Auricola'' veniva usata per curare la tubercolosi polmonare e il suo succo è stato apprezzato per la capacità di guarire geloni ed ascessi.<br />
Nella medicina popolare le foglie venivano anche indicate come rimedio per la tosse e per trattare le emicranie.<br />
Si sono verificati casi di dermatiti in seguito al contatto con questa specie. Trattando invece della medicina moderna alla pianta vengono riconosciuti effetti analgesici, calmanti per la tosse, [[Biofarmacologia#A|antibatterici]] e [[Biofarmacologia#A|antinfiammatori]].<br />
Questa specie, che in alcune zone è largamente diffusa, grazie alle vistose fioriture e alle belle foglie, viene raffigurata su monete e francobolli e selezionata dai giardinieri in varietà a fiori grandi e multicolori, anche come pianta da vaso. Nello specifico è rappresentata nelle monete austriache da 0,05 €.<br />
La specie è protetta dal divieto assoluto di raccolta in tutto il territorio della Provincia.<br />
<br />
<br />
<br><br />
<br />
===Immagini===<br />
<br><br />
<br><br />
<center><br />
<gallery caption="Primula auricola" widths="130px" heights="100px" perrow="5" align=center style= "color: darkslategray;background:#f5fff8;font-family:garamond;font-size:1.2em;font-weight: normal;text-align:left;font-style: italic;letter-spacing: 1px;border:10px double lightgray; border-top-right-radius:.8em; border-top-left-radius:.8em; border-bottom-left-radius:.8em; border-bottom-right-radius:.8em; cellspacing= 30px;padding: 20px 20px 30px 20px;"><br />
<br />
<br />
image:primula auricola2.JPG<br />
image:primula auricola3.JPG<br />
image:Primula auricola4.JPG<br />
image:Primuala auricola5.jpg<br />
image:Prim_aur1.JPG<br />
image:Prim_aur2.JPG<br />
image:Prim_aur3.JPG<br />
image: Auricola1.JPG<br />
image: Auricola2.JPG<br />
image: Primaur1.JPG<br />
image: Primaur2.JPG<br />
image: Aur1.JPG<br />
image:Aur2.JPG<br />
<br />
</gallery><br />
<br />
</center><br />
<br />
===Link===<br />
<br />
Per approfondire vi consigliamo di leggere la nostra [[Bibliografia]]<br />
<br />
Torna alla famiglia [[Primulaceae]] oppure torna all'[[Famiglie botaniche|elenco delle famiglie]]<br />
<br />
{{Strutture vegetali}}<br />
<br><br />
{{BoxFamiglie}}</div>Vincenzohttps://wikibotanica.astrogeo.va.it/index.php?title=Auricola&diff=6013Auricola2013-11-18T12:29:42Z<p>Vincenzo: /* Immagini */</p>
<hr />
<div>__NOTITLE__<br />
{{Tassobox<br />
|colore=lightgreen <br />
|nome=Primula auricola<br />
|immagine=[[immagine:primula_auricola.png|200px]]<br />
|didascalia=Fiori di Primula auricola<br />
<!-- CLASSIFICAZIONE: --><br />
|dominio=eucariota<br />
|regno=[[Plantae]]<br />
|sottoregno=<br />
<!-- PER LE PIANTE: --><br />
|superdivisione=<br />
|divisione=[[Magnoliophyta]]<br />
|sottodivisione=<br />
<br />
<!-- PER TUTTI: --><br />
|superclasse=<br />
|classe=<br />
|sottoclasse=<br />
|infraclasse=<br />
|superordine=<br />
|ordine=Primulales<br />
|sottordine=<br />
|infraordine=<br />
|superfamiglia=<br />
|famiglia=[[Primulaceae]]<br />
|sottofamiglia=<br />
|tribù=<br />
|sottotribù=<br />
|genere=Primula<br />
|sottogenere=<br />
|specie=auricola<br />
|sottospecie=<br />
<!-- NOMENCLATURA BINOMIALE: --><br />
|biautore=L.<br />
|binome=Primula auricola<br />
|bidata=<br />
<!-- NOMENCLATURA TRINOMIALE: --><br />
|triautore=<br />
|trinome=<br />
|tridata=<br />
<!-- ALTRO: --><br />
|sinonimi?=<br />
|sinonimi=<br />
|nomicomuni=Primula orecchia d'orso<br />
|suddivisione=<br />
|suddivisione_testo=<br />
<br />
}}<br />
<br />
<br />
==''Primula auricola'' (L.)==<br />
<br />
<br />
===Come si presenta===<br />
La ''P.auricola'', chiamata anche orecchia d'orso, è una graziosa pianta erbacea perenne. <br />
<br />
Le '''foglie''', vagamente simili a orecchie d'orso a causa del loro aspetto farinoso, sono lunghe da 3 a 10 cm e si dipartono da una rosetta basale. Appaiono carnose, coriacee e di forma rotondeggiante o bislunga; il margine talvolta è intero e liscio, ma può essere anche dentellato. In ogni modo, è orlato di bianco, mentre l'apice è arrotondato. <br />
<br />
Per quanto riguarda lo [[Strutture vegetali#S|'''scapo''']], questo può essere diviso tra lo [[Strutture vegetali#S|stelo]] floreale, che si eleva dalla rosetta, e il [[Strutture vegetali#R|rizoma]], che in questo fiore sostituisce le [[Strutture vegetali#R|radici]]. Lo stelo è alto dai 7 ai 20 cm, e termina con un'ombrella multiflora. <br />
<br />
Generalmente sono presenti da 4 a 12 '''fiori''' per ogni stelo; ciascuno di questi è connesso allo stelo da un pedicello di dimensioni ridotte (2-4 mm). I fiori presentano una [[Strutture vegetali#C|corolla]] tubolare gamopetala, ovvero dove i [[Strutture vegetali#P|petali]], almeno alla base, sono saldati tra loro. Questi ultimi, a lobi interi o cuoriformi, appaiono di un caratteristico color giallo zolfino, mentre la gola è bianca. I fiori, inoltre, emanano un delicato profumo, simile a quello del limone.<br />
<br />
===Habitat===<br />
Originaria delle regioni montuose dell'Europa centro meridionale (e della catena Himalayana), la ''P.auricola'' vive nelle fessure delle rocce calcareo dolomitiche, e perciò predilige un terreno calcareo. Eccezionalmente si può scovare anche in luoghi erbosi rupestri. Non è raro trovarla in compagnia di esemplari di Potentilla caulescens.<br />
Si trova nella zona alpina, subalpina e montana, da 300 a 2600 m.<br />
<br />
===Fioritura===<br />
La ''P.auricola'' fiorisce due volte all'anno: nel periodo compreso tra Aprile e gli inizi di Luglio, e in autunno.<br />
<br />
===Particolarità e curiosità===<br />
{{avvertenze}}<br />
Si pensa che il nome primula derivi da un' antica locuzione italiana che significa "fior di primavera", ma, risalendo a origini ancora più antiche, lo si può far derivare dal latino "primus", che significa il primo. La pianta venne infatti così nominata a causa della sua precoce fioritura, che, in certe annate, può addirittura iniziare in inverno. L'epiteto specifico "Auricola" invece, sempre in latino, significa orecchietta, a indicare la somiglianza delle foglie con delle orecchie d' orso. Passando alle proprietà della pianta il rizoma contiene una canfora speciale, detta canfora d'Auricola; se tritato e messo in acqua emette un particolare odore, riconducibile a quello del coriandolo.In passato la droga ottenuta dalla ''P. Auricola'' veniva usata per curare la tubercolosi polmonare e il suo succo è stato apprezzato per la capacità di guarire geloni ed ascessi.<br />
Nella medicina popolare le foglie venivano anche indicate come rimedio per la tosse e per trattare le emicranie.<br />
Si sono verificati casi di dermatiti in seguito al contatto con questa specie. Trattando invece della medicina moderna alla pianta vengono riconosciuti effetti analgesici, calmanti per la tosse, [[Biofarmacologia#A|antibatterici]] e [[Biofarmacologia#A|antinfiammatori]].<br />
Questa specie, che in alcune zone è largamente diffusa, grazie alle vistose fioriture e alle belle foglie, viene raffigurata su monete e francobolli e selezionata dai giardinieri in varietà a fiori grandi e multicolori, anche come pianta da vaso. Nello specifico è rappresentata nelle monete austriache da 0,05 €.<br />
La specie è protetta dal divieto assoluto di raccolta in tutto il territorio della Provincia.<br />
<br />
<br />
<br><br />
<br />
===Immagini===<br />
<br><br />
<br><br />
<center><br />
<gallery caption="Primula auricola" widths="130px" heights="100px" perrow="5" align=center style= "color: darkslategray;background:#f5fff8;font-family:garamond;font-size:1.2em;font-weight: normal;text-align:left;font-style: italic;letter-spacing: 1px;border:10px double lightgray; border-top-right-radius:.8em; border-top-left-radius:.8em; border-bottom-left-radius:.8em; border-bottom-right-radius:.8em; cellspacing= 30px;padding: 20px 20px 30px 20px;"><br />
<br />
<br />
image:primula auricola2.JPG<br />
image:primula auricola3.JPG<br />
image:Primula auricola4.JPG<br />
image:Primuala auricola5.jpg<br />
image:Prim_aur1.JPG<br />
image:Prim_aur2.JPG<br />
image:Prim_aur3.JPG<br />
image: Auricola1.JPG<br />
image: Auricola2.JPG<br />
image: Primaur1.JPG<br />
image: Primaur2.JPG<br />
image: Aur1.JPG<br />
image:Aur2.JPG<br />
<br />
</gallery><br />
<br />
</center><br />
<br />
===Link===<br />
<br />
Per approfondire vi consigliamo di leggere la nostra [[Bibliografia]]<br />
<br />
Torna alla famiglia [[Primulaceae]] oppure torna all'[[Famiglie botaniche|elenco delle famiglie]]<br />
<br />
{{Strutture vegetali}}<br />
<br><br />
{{BoxFamiglie}}</div>Vincenzohttps://wikibotanica.astrogeo.va.it/index.php?title=Plantae&diff=6010Plantae2013-11-10T11:25:33Z<p>Vincenzo: </p>
<hr />
<div>Esistono molte specie di vegetali sul nostro pianeta ma non tutte sono piante.<br />
<br />
Un '''vegetale''' è un organismo autotrofo che ha la straordinaria capacità di utilizzare elementi molto semplici come luce, acqua e anidride carbonica per fabbricare quei composti, gli zuccheri, che vengono utilizzati sia come fonte di energia sia per costruire le varie strutture che lo compongono.<br />
<br />
Appartengono a questa categoria gli organismi più disparati, dalle alghe unicellulari alle più alte sequoie, dalle fronde lunghe più di 10 metri del' ''fucus''alle eleganti orchidee.<br />
E' un mondo straordinario quello dei vegetali per la molteplicità di forme e di adattamenti ai vari ambienti e in questo le '''piante''' offrono le maggiori sorprese.<br />
Ma cos'è una pianta? Cosa diversifica una poseidonia (alga marina) da una felce o un melo?<br />
non esiste una definizione compiuta ma è possibile elencare alcune delle caratteristiche salienti che le caratterizzano:<br />
<br />
*organismi pluricellulari;<br />
*costituiti da cellule eucariote;<br />
*fotoautotrofi (tramite il processo di fotosintesi clorofilliana);<br />
*possiedo pareti cellulari costituite in buona parte da cellulosa;<br />
*hanno una struttura più ho meno complessa costituita da tessuti e apparati specializzati.<br />
<br />
Esiste tuttavia una gruppo di piante che non rientrano pienamente tra le caratteristiche sopra citate: le '''briofite''', i cui maggiori rappresentanti sono i '''muschi'''.<br />
Queste piccole piante dall'aspetto gracile e insignificante sono in realtà le progenitrici di tutte le piante superiori. Esse infatti discendono da antiche alghe che, trovandosi al limite della marea di antiche coste, si sono viste costrette a sviluppare sistemi di sopravvivenza per resistere all'essiccazione dei loro tessuti ed è così che, con l'evoluzione, si sono sviluppati vegetali con una cuticola cerosa a difesa di quelle cellule che sono a contatto diretto con l'aria; così, questi vegetali, ebbero la possibilità di vivere per un certo periodo fuori dall'elemento liquido senza interrompere l'attività metabolica e morire.<br />
[[immagine:epatica.jpg|thumb|left|Esempio di epatica|300px]]<br />
Come siano andate esattamente le cose non si sa con certezza, vista anche la difficoltà di reperire reperti fossili di piante dell'epoca così effimere come i muschi. Ciò nonostante probabilmente le cose andarono così:<br />
<br />
Le prime briofite dovevano apparire come le attuali '''epatiche''', ossia costituite da corpi tallosi (cioè con cellule pressoché tutte uguali e senza una vera specializzazione) che si sviluppavano orizzontalmente sulle rocce innalzandosi per pochissimi centimetri solo al momento della riproduzione.<br />
Questo tipo di briofite sono estremamente legate agli ambienti umidi e ombrosi e già con poche ore al sole o con un drastico abbassamento di umidità possono andare in contro a disidratazione e morte.<br />
<br />
Il passo successivo sono stati i muschi veri e propri. [[immagine:muschio.jpg|thumb|right|Esempio di cuscinetto di muschio|300px]]<br />
Questi sono più complessi delle epatiche ma rimangono comunque legati agli ambienti umidi, soprattutto nel periodo della riproduzione.<br />
Buona parte di questi appaiono come alberelli in miniatura con foglioline di varie forme e un fusticino che si può elevare anche per alcuni decimetri da terra.<br />
In realtà, anche queste piantine non posseggono dei veri tessuti come le radici ma dei rizoidi (cioè simile a radice) che hanno il compito di fissare la pianta al substrato e di trattenere l'acqua come una spugna. Essi però, non hanno una vera funzione di assorbimento; infatti, l'assorbimento dell'acqua e delle sostanze nutritive, viene effettuato da tutte le parti della pianta (comprese le foglioline) che, come una spugna, assorbono e immagazzinano all'interno delle cellule l'acqua e i sali minerali necessari ai vari processi vitali.<br />
Così come sono rapide ad assorbire altrettanto lo sono nel perdere acqua; per ovviare a ciò, molte specie hanno escogitato trucchi più o meno elaborati per trattenere il più a lungo possibile l'acqua. Uno tra questi è acquisire una forma semisferica o a cuscinetto così da aumentare il volume della massa vegetale a parità di superficie.<br />
Nonostante questo apparente tallone d'Achille, i muschi sono tra gli organismi più resistenti e tenaci che si possono trovare. Infatti, possono colonizzare gli ambienti più diversi e più difficili, dove le piante superiori non sarebbero minimamente in grado di vivere; ad esempio in zone molto aride (a patto che di tanto in tanto si verifichi una condizione di elevata umidità per la riproduzione), le cime fredde e aride di una montagna, i suoli poveri e acidi di una torbiera, la superficie di una roccia…<br />
<br />
Nonostante ciò, però, l'evoluzione delle piante era appena agli inizi!<br />
Centinaia di milioni di anni fa si differenziarono le prime piante con tessuti e sistema vascolare: le felci.<br />
Esse, probabilmente derivate dalle epatiche, colonizzarono tutta la terra, creando le foreste più vaste e rigogliose che il pianeta abbia mai visto. in quest'epoca (tra il devoniano e il carbonifero, 400-350 milioni di anni fa) si ebbe lo sviluppo di una biodiversità vegetale incredibile, che avrebbe lasciato il segno fino ai giorni nostri!<br />
Quelle immense foreste, infatti, col passare delle ere morivano e si accumulavano sul fondo di antiche paludi ove, molto lentamente, si trasformavano in carbone!<br />
Una gigantesca riserva di carbonio immagazzinata da quelle antiche felci e stoccate nel sottosuolo.<br />
<br />
Ma il regno delle felci giganti non sarebbe durato a lungo... il loro stretto legame con l'acqua per la riproduzione le rendeva suscettibili ai cambiamenti climatici e bastava qualche anno di fila di ambiente sfavorevole per comprometterne la diffusione e la riproduzione.<br />
Così un gruppo di piante inventò un nuovo modo per disperdere la propria progenie: il seme.<br />
il seme fu la grande invenzione! diversamente dalle spore (tipiche di felci e muschi) le piante a seme (o gimnosperme) divennero il gruppo dominante sul pianeta.<br />
Il seme consentiva di sviluppare l'embrione della nuova plantula direttamente sulla pianta madre bloccandone ad un certo punto lo sviluppo (in una specie di stasi) e disperdendolo nell'ambiente dove solo con particolari condizioni climatiche e pedologiche si sarebbe continuato a sviluppare.<br />
Inoltre, non era più necessaria la presenza dell'acqua affinchè spermatozoo e ovulo di potessero incontrare poichè fu inventato il polline.<br />
Il polline non è altro che il gamete maschile sotto forma di una piccola cellula con parete molto spessa e resistente che viene disperso nell'aria in grande quantità così che possa essere trasportato fino all'organo femminile dove, una volta giunto, germinerà e potrà unire il suo materiale genetico con l'ovulo. <br />
<br />
Le [[gimnosperme]] (da molti conosciute oggi come conifere le quali, però, rappresentano solo un piccolo gruppo) dominarono la Terra per milioni di anni con forme gigantesche!<br />
(a testimonianza di ciò vi sono le straordinarie foreste pietrificate dell'Arizona.<br />
tuttavia anch'esse erano destinate ad essere soppiantate da un gruppo ancora più efficiente e competitivo... che si sarebbe imposto fino ai giorni nostri: le angiosperme.<br />
<br />
Le [[angiosperme]] inventarono due organi che tutti noi conosciamo bene: il fiore e il frutto.<br />
Il primo a funzione riproduttiva (quindi produrre ovuli e polline) l'altro contiene i semi e a seconda del tipo di frutto esso può avere varie funzioni:<br />
Rendersi appetibile agli animali così che lo mangino e ne disperdano i semi, funzione protettrice dei semi in periodi sfavorevoli, funzione di disseminazione ad opera di vento e acqua dcc.<br />
<br />
Queste piante si resero ancora più competitive delle gimnosperme. infatti, per le conifere odierne, affinchè si completi un ciclo riproduttivo (ossia dalla fecondazione alla disseminazione) ci vogliono minimo 3 anni. le angiosperme completano il ciclo solitamente in meno di un anno e in certi casi (in ambiente particolarmente difficili come deserti e montagne) possono impiegare poche settimane per nascere, crescere, riprodursi e disseminare i semi!<br />
<br />
Sono queste oggi le piante che dominano il pianeta Terra e a cui dobbiamo la nostra alimentazione. In particolare l'uomo deve la propria sopravvivenza ad un particolare gruppo di angiosperme: le graminaceae, di cui fanno parte frumento, riso e mais.</div>Vincenzohttps://wikibotanica.astrogeo.va.it/index.php?title=Plantae&diff=5875Plantae2013-05-18T15:45:55Z<p>Vincenzo: </p>
<hr />
<div>Esistono molte specie di vegetali sul nostro pianeta ma non tutte sono piante.<br />
<br />
Un '''vegetale''' è un organismo autotrofo che ha la straordinaria capacità di utilizzare elementi molto semplici come luce, acqua e anidride carbonica per fabbricare quei composti, gli zuccheri, che vengono utilizzati sia come fonte di energia sia per costruire le varie strutture che lo compongono.<br />
<br />
Appartengono a questa categoria gli organismi più disparati, dalle alghe unicellulari alle più alte sequoie, dalle fronde lunghe più di 10 metri del' ''fucus''alle eleganti orchidee.<br />
E' un mondo straordinario quello dei vegetali per la molteplicità di forme e di adattamenti ai vari ambienti e in questo le '''piante''' offrono le maggiori sorprese.<br />
Ma cos'è una pianta? Cosa diversifica una poseidonia (alga marina) da una felce o un melo?<br />
non esiste una definizione compiuta ma è possibile elencare alcune delle caratteristiche salienti che le caratterizzano:<br />
<br />
*organismi pluricellulari;<br />
*costituiti da cellule eucariote;<br />
*fotoautotrofi (tramite il processo di fotosintesi clorofilliana);<br />
*possiedo pareti cellulari costituite in buona parte da cellulosa;<br />
*hanno una struttura più ho meno complessa costituita da tessuti e apparati specializzati.<br />
<br />
Esiste tuttavia una gruppo di piante che non rientrano pienamente tra le caratteristiche sopra citate: le '''briofite''', i cui maggiori rappresentanti sono i '''muschi'''.<br />
Queste piccole piante dall'aspetto gracile e insignificante sono in realtà le progenitrici di tutte le piante superiori. Esse infatti discendono da antiche alghe che, trovandosi al limite della marea di antiche coste, si sono viste costrette a sviluppare sistemi di sopravvivenza per resistere all'essiccazione dei loro tessuti ed è così che, con l'evoluzione, si sono sviluppati vegetali con una cuticola cerosa a difesa di quelle cellule che sono a contatto diretto con l'aria; così, questi vegetali, ebbero la possibilità di vivere per un certo periodo fuori dall'elemento liquido senza interrompere l'attività metabolica e morire.<br />
[[immagine:epatica.jpg|thumb|left|Esempio di epatica|300px]]<br />
Come siano andate esattamente le cose non si sa con certezza, vista anche la difficoltà di reperire reperti fossili di piante dell'epoca così effimere come i muschi. Ciò nonostante probabilmente le cose andarono così:<br />
<br />
Le prime briofite dovevano apparire come le attuali '''epatiche''', ossia costituite da corpi tallosi (cioè con cellule pressoché tutte uguali e senza una vera specializzazione) che si sviluppavano orizzontalmente sulle rocce innalzandosi per pochissimi centimetri solo al momento della riproduzione.<br />
Questo tipo di briofite sono estremamente legate agli ambienti umidi e ombrosi e già con poche ore al sole o con un drastico abbassamento di umidità possono andare in contro a disidratazione e morte.<br />
<br />
Il passo successivo sono stati i muschi veri e propri. [[immagine:muschio.jpg|thumb|right|Esempio di cuscinetto di muschio|300px]]<br />
Questi sono più complessi delle epatiche ma rimangono comunque legati agli ambienti umidi, soprattutto nel periodo della riproduzione.<br />
Buona parte di questi appaiono come alberelli in miniatura con foglioline di varie forme e un fusticino che si può elevare anche per alcuni decimetri da terra.<br />
In realtà, anche queste piantine non posseggono dei veri tessuti come le radici ma dei rizoidi (cioè simile a radice) che hanno il compito di fissare la pianta al substrato e di trattenere l'acqua come una spugna. Essi però, non hanno una vera funzione di assorbimento; infatti, l'assorbimento dell'acqua e delle sostanze nutritive, viene effettuato da tutte le parti della pianta (comprese le foglioline) che, come una spugna, assorbono e immagazzinano all'interno delle cellule l'acqua e i sali minerali necessari ai vari processi vitali.<br />
Così come sono rapide ad assorbire altrettanto lo sono nel perdere acqua; per ovviare a ciò, molte specie hanno escogitato trucchi più o meno elaborati per trattenere il più a lungo possibile l'acqua. Uno tra questi è acquisire una forma semisferica o a cuscinetto così da aumentare il volume della massa vegetale a parità di superficie.<br />
Nonostante questo apparente tallone d'Achille, i muschi sono tra gli organismi più resistenti e tenaci che si possono trovare. Infatti, possono colonizzare gli ambienti più diversi e più difficili, dove le piante superiori non sarebbero minimamente in grado di vivere; ad esempio in zone molto aride (a patto che di tanto in tanto si verifichi una condizione di elevata umidità per la riproduzione), le cime fredde e aride di una montagna, i suoli poveri e acidi di una torbiera, la superficie di una roccia…<br />
<br />
nonostante ciò, però, l'evoluzione delle piante era appena agli inizi!<br />
centinaia di milioni di anni fa si differenziarono le prime piante con tessuti e sistema vascolare: le felci.<br />
esse, probabilmente derivate dalle epatiche, colonizzarono tutta la terra, creando le foreste più vaste e rigogliose che il pianeta abbia mai visto. in quest'epoca (tra il devoniano e il carbonifero, 400-350 milioni di anni fa) si ebbe lo sviluppo di una biodiversità vegetale incredibile, che avrebbe lasciato il segno fino ai giorni nostri!<br />
quelle immense foreste, infatti, col passare delle ere morivano e si accumulavano sul fondo di antiche paludi ove, molto lentamente, si trasformavano in carbone!<br />
una gigantesca riserva di carbonio immagazzinata da quelle antiche felci e stoccate nel sottosuolo.<br />
<br />
ma il regno delle felci giganti non sarebbe durato a lungo... il loro stretto legame con l'acqua per la riproduzione le rendeva suscettibili ai cambiamenti climatici e bastava qualche anno di fila di ambiente sfavorevole per comprometterne la diffusione e la riproduzione.<br />
così un gruppo di piante inventò un nuovo modo per disperdere la propria progenie: il seme.<br />
il seme fu la grande invenzione! diversamente dalle spore (tipiche di felci e muschi) le piante a seme (o gimnosperme) divennero il gruppo dominante sul pianeta.<br />
il seme consentiva di sviluppare l'embrione della nuova plantula direttamente sulla pianta madre bloccandone ad un certo punto lo sviluppo (in una specie di stasi) e disperdendolo nell'ambiente dove solo con particolari condizioni climatiche e pedologiche si sarebbe continuato a sviluppare.<br />
inoltre, non era più necessaria la presenza dell'acqua affinchè spermatozoo e ovulo di potessero incontrare poichè fu inventato il polline.<br />
il polline non è altro che il gamete maschile sotto forma di una piccola cellula con parete molto spessa e resistente che viene disperso nell'aria in grande quantità così che possa essere trasportato fino all'organo femminile dove, una volta giunto, germinerà e potrà unire il suo materiale genetico con l'ovulo. <br />
<br />
le gimnosperme (da molti conosciute oggi come conifere le quali, però, rappresentano solo un piccolo gruppo) dominarono la Terra per milioni di anni con forme gigantesche!<br />
(a testimonianza di ciò vi sono le straordinarie foreste pietrificate dell'Arizona).<br />
tuttavia anch'esse erano destinate ad essere soppiantate da un gruppo ancora più efficiente e competitivo... che si sarebbe imposto fino ai giorni nostri: le angiosperme.<br />
<br />
le angiosperme inventarono due organi che tutti noi conosciamo bene: il fiore e il frutto.<br />
il primo a funzione riproduttiva (quindi produrre ovuli e polline) l'altro contiene i semi e a seconda del tipo di frutto esso può avere varie funzioni:<br />
rendersi appetibile agli animali così che lo mangino e ne disperdano i semi, funzione protettrice dei semi in periodi sfavorevoli, funzione di disseminazione ad opera di vento e acqua dcc.<br />
<br />
queste piante si resero ancora più competitive delle gimnosperme. infatti, per le conifere odierne, affinchè si completi un ciclo riproduttivo (ossia dalla fecondazione alla disseminazione) ci vogliono minimo 3 anni. le angiosperme completano il ciclo solitamente in meno di un anno e in certi casi (in ambiente particolarmente difficili come deserti e montagne) possono impiegare poche settimane per nascere, crescere, riprodursi e disseminare i semi!<br />
<br />
sono queste oggi le piante che dominano il pianeta Terra e a cui dobbiamo la nostra alimentazione. In particolare l'uomo deve la propria sopravvivenza ad un particolare gruppo di angiosperme: le graminaceae, di cui fanno parte frumento, riso e mais.</div>Vincenzohttps://wikibotanica.astrogeo.va.it/index.php?title=Plantae&diff=5874Plantae2013-05-18T15:44:09Z<p>Vincenzo: </p>
<hr />
<div>Esistono molte specie di vegetali sul nostro pianeta ma non tutte sono piante.<br />
<br />
Un '''vegetale''' è un organismo autotrofo che ha la straordinaria capacità di utilizzare elementi molto semplici come luce, acqua e anidride carbonica per fabbricare quei composti, gli zuccheri, che vengono utilizzati sia come fonte di energia sia per costruire le varie strutture che lo compongono.<br />
<br />
Appartengono a questa categoria gli organismi più disparati, dalle alghe unicellulari alle più alte sequoie, dalle fronde lunghe più di 10 metri del' ''fucus''alle eleganti orchidee.<br />
E' un mondo straordinario quello dei vegetali per la molteplicità di forme e di adattamenti ai vari ambienti e in questo le '''piante''' offrono le maggiori sorprese.<br />
Ma cos'è una pianta? Cosa diversifica una poseidonia (alga marina) da una felce o un melo?<br />
non esiste una definizione compiuta ma è possibile elencare alcune delle caratteristiche salienti che le caratterizzano:<br />
<br />
*organismi pluricellulari;<br />
*costituiti da cellule eucariote;<br />
*fotoautotrofi (tramite il processo di fotosintesi clorofilliana);<br />
*possiedo pareti cellulari costituite in buona parte da cellulosa;<br />
*hanno una struttura più ho meno complessa costituita da tessuti e apparati specializzati.<br />
<br />
Esiste tuttavia una gruppo di piante che non rientrano pienamente tra le caratteristiche sopra citate: le '''briofite''', i cui maggiori rappresentanti sono i '''muschi'''.<br />
Queste piccole piante dall'aspetto gracile e insignificante sono in realtà le progenitrici di tutte le piante superiori. Esse infatti discendono da antiche alghe che, trovandosi al limite della marea di antiche coste, si sono viste costrette a sviluppare sistemi di sopravvivenza per resistere all'essiccazione dei loro tessuti ed è così che, con l'evoluzione, si sono sviluppati vegetali con una cuticola cerosa a difesa di quelle cellule che sono a contatto diretto con l'aria; così, questi vegetali, ebbero la possibilità di vivere per un certo periodo fuori dall'elemento liquido senza interrompere l'attività metabolica e morire.<br />
[[immagine:epatica.jpg|thumb|left|Esempio di epatica|300px]]<br />
Come siano andate esattamente le cose non si sa con certezza, vista anche la difficoltà di reperire reperti fossili di piante dell'epoca così effimere come i muschi. Ciò nonostante probabilmente le cose andarono così:<br />
<br />
Le prime briofite dovevano apparire come le attuali '''epatiche''', ossia costituite da corpi tallosi (cioè con cellule pressoché tutte uguali e senza una vera specializzazione) che si sviluppavano orizzontalmente sulle rocce innalzandosi per pochissimi centimetri solo al momento della riproduzione.<br />
Questo tipo di briofite sono estremamente legate agli ambienti umidi e ombrosi e già con poche ore al sole o con un drastico abbassamento di umidità possono andare in contro a disidratazione e morte.<br />
<br />
Il passo successivo sono stati i muschi veri e propri. [[immagine:muschio.jpg|thumb|right|Esempio di cuscinetto di muschio|300px]]<br />
Questi sono più complessi delle epatiche ma rimangono comunque legati agli ambienti umidi, soprattutto nel periodo della riproduzione.<br />
Buona parte di questi appaiono come alberelli in miniatura con foglioline di varie forme e un fusticino che si può elevare anche per alcuni decimetri da terra.<br />
In realtà, anche queste piantine non posseggono dei veri tessuti come le radici ma dei rizoidi (cioè simile a radice) che hanno il compito di fissare la pianta al substrato e di trattenere l'acqua come una spugna. Essi però, non hanno una vera funzione di assorbimento; infatti, l'assorbimento dell'acqua e delle sostanze nutritive, viene effettuato da tutte le parti della pianta (comprese le foglioline) che, come una spugna, assorbono e immagazzinano all'interno delle cellule l'acqua e i sali minerali necessari ai vari processi vitali.<br />
Così come sono rapide ad assorbire altrettanto lo sono nel perdere acqua; per ovviare a ciò, molte specie hanno escogitato trucchi più o meno elaborati per trattenere il più a lungo possibile l'acqua. Uno tra questi è acquisire una forma semisferica o a cuscinetto così da aumentare il volume della massa vegetale a parità di superficie.<br />
Nonostante questo apparente tallone d'Achille, i muschi sono tra gli organismi più resistenti e tenaci che si possono trovare. Infatti, possono colonizzare gli ambienti più diversi e più difficili, dove le piante superiori non sarebbero minimamente in grado di vivere; ad esempio in zone molto aride (a patto che di tanto in tanto si verifichi una condizione di elevata umidità per la riproduzione), le cime fredde e aride di una montagna, i suoli poveri e acidi di una torbiera, la superficie di una roccia…<br />
<br />
nonostante ciò, però, l'evoluzione delle piante era appena agli inizi!<br />
centinaia di milioni di anni fa si differenziarono le prime piante con tessuti e sistema vascolare: le felci.<br />
esse, probabilmente derivate dalle epatiche, colonizzarono tutta la terra, creando le foreste più vaste e rigogliose che il pianeta abbia mai visto. in quest'epoca (tra il devoniano e il carbonifero, 400-350 milioni di anni fa) si ebbe lo sviluppo di una biodiversità vegetale incredibile, che avrebbe lasciato il segno fino ai giorni nostri!<br />
quelle immense foreste, infatti, col passare delle ere morivano e si accumulavano sul fondo di antiche paludi ove, molto lentamente, si trasformavano in carbone!<br />
una gigantesca riserva di carbonio immagazzinata da quelle antiche felci e stoccate nel sottosuolo.<br />
<br />
ma il regno delle felci giganti non sarebbe durato a lungo... il loro stretto legame con l'acqua per la riproduzione le rendeva suscettibili ai cambiamenti climatici e bastava qualche anno di fila di ambiente sfavorevole per comprometterne la diffusione e la riproduzione.<br />
così un gruppo di piante inventò un nuovo modo per disperdere la propria progenie: il seme.<br />
il seme fu la grande invenzione! diversamente dalle spore (tipiche di felci e muschi) le piante a seme (o gimnosperme) divennero il gruppo dominante sul pianeta.<br />
il seme consentiva di sviluppare l'embrione della nuova plantula direttamente sulla pianta madre bloccandone ad un certo punto lo sviluppo (in una specie di stasi) e disperdendolo nell'ambiente dove solo con particolari condizioni climatiche e pedologiche si sarebbe continuato a sviluppare.<br />
inoltre, non era più necessaria la presenza dell'acqua affinchè spermatozoo e ovulo di potessero incontrare poichè fu inventato il polline.<br />
il polline non è altro che il gamete maschile sotto forma di una piccola cellula con parete molto spessa e resistente che viene disperso nell'aria in grande quantità così che possa essere trasportato fino all'organo femminile dove, una volta giunto, germinerà e potrà unire il suo materiale genetico con l'ovulo. <br />
<br />
le gimnosperme (da molti conosciute oggi come conifere le quali, però, rappresentano solo un piccolo gruppo) dominarono la Terra per milioni di anni con forme gigantesche! (a testimonianza di ciò vi sono le straordinarie foreste pietrificate dell'Arizona).<br />
tuttavia anch'esse erano destinate ad essere soppiantate da un gruppo ancora più efficiente e competitivo... che si sarebbe imposto fino ai giorni nostri: le angiosperme.<br />
<br />
le angiosperme inventarono due organi che tutti noi conosciamo bene: il fiore e il frutto.<br />
il primo a funzione riproduttiva (quindi produrre ovuli e polline) l'altro contiene i semi e a seconda del tipo di frutto esso può avere varie funzioni:<br />
rendersi appetibile agli animali così che lo mangino e ne disperdano i semi, funzione protettrice dei semi in periodi sfavorevoli, funzione di disseminazione ad opera di vento e acqua dcc.<br />
<br />
queste piante si resero ancora più competitive delle gimnosperme. infatti, per le conifere odierne, affinchè si completi un ciclo riproduttivo (ossia dalla fecondazione alla disseminazione) ci vogliono minimo 3 anni. le angiosperme completano il ciclo solitamente in meno di un anno e in certi casi (in ambiente particolarmente difficili come deserti e montagne) possono impiegare poche settimane per nascere, crescere, riprodursi e disseminare i semi!<br />
<br />
sono queste oggi le piante che dominano il pianeta Terra e a cui dobbiamo la nostra alimentazione. In particolare l'uomo deve la propria sopravvivenza ad un particolare gruppo di angiosperme: le graminaceae, di cui fanno parte frumento, riso e mais.</div>Vincenzohttps://wikibotanica.astrogeo.va.it/index.php?title=Plantae&diff=5566Plantae2013-01-26T16:48:22Z<p>Vincenzo: </p>
<hr />
<div>Un '''vegetale''' è un organismo autotrofo che ha la straordinaria capacità di utilizzare elementi molto semplici come luce, acqua e anidride carbonica per fabbricare quei composti, gli zuccheri, che vengono utilizzati sia come fonte di energia sia per costruire i suoi stessi tessuti.<br />
<br />
Appartengono a questa categoria gli organismi più diversi, dalle alghe unicellulari alle alte sequoie, dalle fronde lunghe più di 10 metri del' ''fucus'' alle eleganti orchidee.<br />
E' un mondo straordinario quello dei vegetali per la molteplicità di forme e di adattamenti ai vari ambienti (terrestri e acquatici)... ma in questo, le '''piante''' offrono le maggiori sorprese.<br />
Ma parlare di vegetale non è parlare di pianta? <br />
In realtà no. Solitamente col termine pianta si identificano varie categorie di vegetali aventi le seguenti caratteristiche: <br />
<br />
*organismi terrestri o acquatici (per riadattamento evolutivo)<br />
*organismi pluricellulari;<br />
*costituiti da cellule eucariote;<br />
*fotoautotrofi (tramite il processo di fotosintesi clorofilliana), con numerose eccezioni;<br />
*possiedo pareti cellulari costituite in buona parte da cellulosa;<br />
*hanno una struttura più o meno complessa costituita da tessuti e apparati specializzati.<br />
<br />
ovviamente si sono citati solo alcuni dei caratteri, quelli più rappresentativi.... ma la varietà biologica è così vasta che non sono rare le eccezioni.<br />
Giusto per citarne una... [[immagine:cuscuta europea.jpg|thumb|right|cuscuta (fonte Wikipedia)|200px]]<br />
esiste una pianta che non possiede foglie, il suo colore è giallo-arancio, non possiede radici (se non agli stadi iniziali del suo sviluppo) e non contiene clorofilla... è la Cuscuta.<br />
questo genere di piante vivono a spese di altre, parassitando i loro fusti ed assorbendone le sostanze nutritine! <br />
questo tipo di comportamento non è insolito e si ripresenta spesso in natura.<br />
<br />
Esiste tuttavia una gruppo di piante che non rientrano pienamente tra le caratteristiche sopra citate: le '''briofite''', i cui maggiori rappresentanti sono i '''muschi'''.<br />
Queste piccole piante dall'aspetto gracile e insignificante sono in realtà le progenitrici di tutte le piante superiori. Esse infatti discendono da antiche alghe che, trovandosi al limite della marea di antiche coste, si sono viste costrette a sviluppare sistemi di sopravvivenza per resistere all'essiccazione dei loro tessuti ed è così che, con l'evoluzione, si sono sviluppati vegetali con una cuticola cerosa a difesa di quelle cellule che sono a contatto diretto con l'aria; così, questi vegetali, ebbero la possibilità di vivere per un certo periodo fuori dall'elemento liquido senza interrompere l'attività metabolica e morire.<br />
[[immagine:epatica.jpg|thumb|left|Tallo di epatica|300px]]<br />
Come siano andate esattamente le cose non si sa con certezza, vista anche la difficoltà di reperire reperti fossili di piante dell'epoca così effimere come i muschi. Ciò nonostante probabilmente le cose andarono così:<br />
<br />
Le prime briofite dovevano apparire come le attuali '''epatiche''', ossia costituite da corpi tallosi (cioè con cellule pressoché tutte uguali e senza una vera specializzazione) che si sviluppavano orizzontalmente sulle rocce innalzandosi per pochissimi centimetri solo al momento della riproduzione.<br />
Questo tipo di briofite sono estremamente legate agli ambienti umidi e ombrosi. Già poche ore al sole o un drastico abbassamento di umidità possono determinarne la disidratazione e la morte.<br />
<br />
Il passo successivo sono stati i muschi veri e propri. [[immagine:muschio.jpg|thumb|right|Cuscinetto di muschio|300px]]<br />
Questi sono più complessi delle epatiche ma rimangono comunque legati agli ambienti umidi, soprattutto nel periodo della riproduzione.<br />
Buona parte di questi appaiono come alberelli in miniatura con foglioline di varie forme e un fusticino che si può elevare anche per alcuni decimetri da terra.<br />
In realtà, anche queste piantine non posseggono dei veri tessuti come le radici ma dei rizoidi (cioè simile a radice) che hanno il compito di fissare la pianta al substrato e di trattenere l'acqua come una spugna. Essi però, non hanno una vera funzione di assorbimento; infatti, l'assorbimento dell'acqua e delle sostanze nutritive, viene effettuato da tutte le parti della pianta (comprese le foglioline) che, come una spugna, assorbono e immagazzinano all'interno delle cellule l'acqua e i sali minerali necessari ai vari processi vitali.<br />
Così come sono rapide ad assorbire altrettanto lo sono nel perdere acqua; per ovviare a ciò, molte specie hanno escogitato trucchi più o meno elaborati per trattenere il più a lungo possibile l'acqua. Uno tra questi è acquisire una forma semisferica o a cuscinetto così da aumentare il volume della massa vegetale a parità di superficie.<br />
Nonostante questo apparente tallone d'Achille, i muschi sono tra gli organismi più resistenti e tenaci che si possono trovare. Infatti, possono colonizzare gli ambienti più diversi e più difficili, dove le piante superiori non sarebbero minimamente in grado di vivere; ad esempio in zone molto aride (a patto che di tanto in tanto si verifichi una condizione di elevata umidità per la riproduzione), le cime fredde e aride di una montagna, i suoli poveri e acidi di una torbiera, la superficie di una roccia…<br />
<br />
L'evoluzione, tuttavia, non era neanche all'inizio delle più grandi conquiste che avrebbero caratterizzato le ere future!<br />
Le briofite si svilupparono in organismi più complessi e sempre meno legati ad ambienti umidi: le felci.<br />
le felci, più correttamente pteridofite, dominarono il pianeta per decine di milioni di anni; l'età d'oro si colloca nel carbonifero. in questo periodo si svilupparono gigantesche foreste, con alberi alti anche 30-40 metri, presumibilmente ogni habitat della Terra fu colonizzato dalle piante!<br />
cosa determinò questa straordinaria diffusione?<br />
sicuramente un clima caldo ed umido ma anche notevoli miglioramenti nella fisiologia delle stesse piante.<br />
infatti si svilupparono cellule specializzate in funzioni diverse (fotosintesi, assorbimento, riproduzione ecc) che si organizzarono in tessuti ed organi: tra questi i più importanti furono i tessuti vascolari e di sostegno. <br />
<br />
Ciò rese possibile alle piante di cresce e ampliare le loro fronde come mai accadde prima di allora. svilupparono fusti legnosi che rese più forti e robusti i loro sostegni e produssero una cuticola cerosa sulle foglie che impediva le perdita di acqua. <br />
Ma nonostante tutte queste nuove conquiste, le pteridofite erano ancora legate irreversibilmente all'acqua per la riproduzione. infatti, per permettere ai gameti maschili flagellati di raggiungere la cellula uovo è necessario che sia presente un velo di acqua che metta in comunicazione gli organi maschili con quelli femminili. perciò, anche se esistono felci che vivono in ambienti aridi, in un certo momento del loro ciclo vitale è cruciale che vi sia un periodo, seppur breve, che permetta la formazione di un velo di acqua.<br />
<br />
fu questa debolezza, che le accomuna alle briofite, che rese le pteridofite, ad un certo punto, molto sensibili ai cambiamenti climatici che si svilupparono alla fine del carbonifero. infatti il clima cambio, divenne più arido e ciò causò una vasta estinzione di habitat e specie che furono soppiantate da una nuova categoria di piante, più moderne e più efficienti: le gimnosperme.<br />
oggigiorno i maggiori rappresentanti delle gimnosperme sono pini ed abeti (conifere in generale) ma 200-300 milioni di anni fa le cose erano molto diverse...<br />
durante il carbonifero si evolvettero una nuova categoria di piante che produceva assieme.</div>Vincenzohttps://wikibotanica.astrogeo.va.it/index.php?title=Plantae&diff=5557Plantae2013-01-26T16:06:43Z<p>Vincenzo: </p>
<hr />
<div>Un '''vegetale''' è un organismo autotrofo che ha la straordinaria capacità di utilizzare elementi molto semplici come luce, acqua e anidride carbonica per fabbricare quei composti, gli zuccheri, che vengono utilizzati sia come fonte di energia sia per costruire i suoi stessi tessuti.<br />
<br />
Appartengono a questa categoria gli organismi più diversi, dalle alghe unicellulari alle alte sequoie, dalle fronde lunghe più di 10 metri del' ''fucus'' alle eleganti orchidee.<br />
E' un mondo straordinario quello dei vegetali per la molteplicità di forme e di adattamenti ai vari ambienti (terrestri e acquatici)... ma in questo, le '''piante''' offrono le maggiori sorprese.<br />
Ma parlare di vegetale non è parlare di pianta? <br />
In realtà no. Solitamente col termine pianta si identificano varie categorie di vegetali aventi le seguenti caratteristiche: <br />
<br />
*organismi terrestri o acquatici (per riadattamento evolutivo)<br />
*organismi pluricellulari;<br />
*costituiti da cellule eucariote;<br />
*fotoautotrofi (tramite il processo di fotosintesi clorofilliana), con numerose eccezioni;<br />
*possiedo pareti cellulari costituite in buona parte da cellulosa;<br />
*hanno una struttura più o meno complessa costituita da tessuti e apparati specializzati.<br />
<br />
ovviamente si sono citati solo alcuni dei caratteri, quelli più rappresentativi.... ma la varietà biologica è così vasta che non sono rare le eccezioni.<br />
Giusto per citarne una... [[immagine:cuscuta europea.jpg|thumb|right|cuscuta (fonte Wikipedia)|200px]]<br />
esiste una pianta che non possiede foglie, il suo colore è giallo-arancio, non possiede radici (se non agli stadi iniziali del suo sviluppo) e non contiene clorofilla... è la Cuscuta.<br />
questo genere di piante vivono a spese di altre, parassitando i loro fusti ed assorbendone le sostanze nutritine! <br />
questo tipo di comportamento non è insolito e si ripresenta spesso in natura.<br />
<br />
Esiste tuttavia una gruppo di piante che non rientrano pienamente tra le caratteristiche sopra citate: le '''briofite''', i cui maggiori rappresentanti sono i '''muschi'''.<br />
Queste piccole piante dall'aspetto gracile e insignificante sono in realtà le progenitrici di tutte le piante superiori. Esse infatti discendono da antiche alghe che, trovandosi al limite della marea di antiche coste, si sono viste costrette a sviluppare sistemi di sopravvivenza per resistere all'essiccazione dei loro tessuti ed è così che, con l'evoluzione, si sono sviluppati vegetali con una cuticola cerosa a difesa di quelle cellule che sono a contatto diretto con l'aria; così, questi vegetali, ebbero la possibilità di vivere per un certo periodo fuori dall'elemento liquido senza interrompere l'attività metabolica e morire.<br />
[[immagine:epatica.jpg|thumb|left|Tallo di epatica|300px]]<br />
Come siano andate esattamente le cose non si sa con certezza, vista anche la difficoltà di reperire reperti fossili di piante dell'epoca così effimere come i muschi. Ciò nonostante probabilmente le cose andarono così:<br />
<br />
Le prime briofite dovevano apparire come le attuali '''epatiche''', ossia costituite da corpi tallosi (cioè con cellule pressoché tutte uguali e senza una vera specializzazione) che si sviluppavano orizzontalmente sulle rocce innalzandosi per pochissimi centimetri solo al momento della riproduzione.<br />
Questo tipo di briofite sono estremamente legate agli ambienti umidi e ombrosi. Già poche ore al sole o un drastico abbassamento di umidità possono determinarne la disidratazione e la morte.<br />
<br />
Il passo successivo sono stati i muschi veri e propri. [[immagine:muschio.jpg|thumb|right|Cuscinetto di muschio|300px]]<br />
Questi sono più complessi delle epatiche ma rimangono comunque legati agli ambienti umidi, soprattutto nel periodo della riproduzione.<br />
Buona parte di questi appaiono come alberelli in miniatura con foglioline di varie forme e un fusticino che si può elevare anche per alcuni decimetri da terra.<br />
In realtà, anche queste piantine non posseggono dei veri tessuti come le radici ma dei rizoidi (cioè simile a radice) che hanno il compito di fissare la pianta al substrato e di trattenere l'acqua come una spugna. Essi però, non hanno una vera funzione di assorbimento; infatti, l'assorbimento dell'acqua e delle sostanze nutritive, viene effettuato da tutte le parti della pianta (comprese le foglioline) che, come una spugna, assorbono e immagazzinano all'interno delle cellule l'acqua e i sali minerali necessari ai vari processi vitali.<br />
Così come sono rapide ad assorbire altrettanto lo sono nel perdere acqua; per ovviare a ciò, molte specie hanno escogitato trucchi più o meno elaborati per trattenere il più a lungo possibile l'acqua. Uno tra questi è acquisire una forma semisferica o a cuscinetto così da aumentare il volume della massa vegetale a parità di superficie.<br />
Nonostante questo apparente tallone d'Achille, i muschi sono tra gli organismi più resistenti e tenaci che si possono trovare. Infatti, possono colonizzare gli ambienti più diversi e più difficili, dove le piante superiori non sarebbero minimamente in grado di vivere; ad esempio in zone molto aride (a patto che di tanto in tanto si verifichi una condizione di elevata umidità per la riproduzione), le cime fredde e aride di una montagna, i suoli poveri e acidi di una torbiera, la superficie di una roccia…<br />
<br />
L'evoluzione, tuttavia, non era neanche all'inizio delle più grandi conquiste che avrebbero caratterizzato le ere future!<br />
Le briofite si svilupparono in organismi più complessi e sempre meno legati ad ambienti umidi: le felci.<br />
le felci, più correttamente pteridofite, dominarono il pianeta per decine di milioni di anni; l'età d'oro si colloca nel carbonifero. in questo periodo si svilupparono gigantesche foreste, con alberi alti anche 30-40 metri, presumibilmente ogni habitat della Terra fu colonizzato dalle piante!<br />
cosa determinò questa straordinaria diffusione?<br />
sicuramente un clima caldo ed umido ma anche notevoli miglioramenti nella fisiologia delle stesse piante.<br />
infatti si svilupparono cellule specializzate in varie funzioni diverse (fotosintesi, assorbimento, riproduzione ecc) che si organizzarono in tessuti ed organi: tra questi i più importanti furono i tessuti vascolari. ciò comportò la possibilità di aumentare notevolmente le dimensioni</div>Vincenzohttps://wikibotanica.astrogeo.va.it/index.php?title=Androceo&diff=5296Androceo2012-11-17T21:03:36Z<p>Vincenzo: Creata pagina con 'Insieme degli stami di un fiore, cioè degli organi riproduttori maschili.'</p>
<hr />
<div>Insieme degli stami di un fiore, cioè degli organi riproduttori maschili.</div>Vincenzohttps://wikibotanica.astrogeo.va.it/index.php?title=Plantae&diff=4135Plantae2012-06-23T17:09:00Z<p>Vincenzo: </p>
<hr />
<div>Un '''vegetale''' è un organismo autotrofo che ha la straordinaria capacità di utilizzare elementi molto semplici come luce, acqua e anidride carbonica per fabbricare quei composti, gli zuccheri, che vengono utilizzati sia come fonte di energia sia per costruire i suoi stessi tessuti.<br />
<br />
Appartengono a questa categoria gli organismi più diversi, dalle alghe unicellulari alle alte sequoie, dalle fronde lunghe più di 10 metri del' ''fucus'' alle eleganti orchidee.<br />
E' un mondo straordinario quello dei vegetali per la molteplicità di forme e di adattamenti ai vari ambienti (terrestri e acquatici)... ma in questo, le '''piante''' offrono le maggiori sorprese.<br />
Ma parlare di vegetale non è parlare di pianta? <br />
In realtà no. Solitamente col termine pianta si identificano varie categorie di vegetali aventi le seguenti caratteristiche: <br />
<br />
*organismi terrestri o acquatici (per riadattamento evolutivo)<br />
*organismi pluricellulari;<br />
*costituiti da cellule eucariote;<br />
*fotoautotrofi (tramite il processo di fotosintesi clorofilliana), con numerose eccezioni;<br />
*possiedo pareti cellulari costituite in buona parte da cellulosa;<br />
*hanno una struttura più o meno complessa costituita da tessuti e apparati specializzati.<br />
<br />
ovviamente si sono citati solo alcuni dei caratteri, quelli più rappresentativi.... ma la varietà biologica è così vasta che non sono rare le eccezioni.<br />
Giusto per citarne una... [[immagine:cuscuta europea.jpg|thumb|right|cuscuta (fonte Wikipedia)|200px]]<br />
esiste una pianta che non possiede foglie, il suo colore è giallo-arancio, non possiede radici (se non agli stadi iniziali del suo sviluppo) e non contiene clorofilla... è la Cuscuta.<br />
questo genere di piante vivono a spese di altre piante, parassitando i loro fusti ed assorbendone le sostanze nutritine! <br />
questo tipo di comportamento non è insolito e si ripresenta spesso in natura.<br />
<br />
Esiste tuttavia una gruppo di piante che non rientrano pienamente tra le caratteristiche sopra citate: le '''briofite''', i cui maggiori rappresentanti sono i '''muschi'''.<br />
Queste piccole piante dall'aspetto gracile e insignificante sono in realtà le progenitrici di tutte le piante superiori. Esse infatti discendono da antiche alghe che, trovandosi al limite della marea di antiche coste, si sono viste costrette a sviluppare sistemi di sopravvivenza per resistere all'essiccazione dei loro tessuti ed è così che, con l'evoluzione, si sono sviluppati vegetali con una cuticola cerosa a difesa di quelle cellule che sono a contatto diretto con l'aria; così, questi vegetali, ebbero la possibilità di vivere per un certo periodo fuori dall'elemento liquido senza interrompere l'attività metabolica e morire.<br />
[[immagine:epatica.jpg|thumb|left|Tallo di epatica|300px]]<br />
Come siano andate esattamente le cose non si sa con certezza, vista anche la difficoltà di reperire reperti fossili di piante dell'epoca così effimere come i muschi. Ciò nonostante probabilmente le cose andarono così:<br />
<br />
Le prime briofite dovevano apparire come le attuali '''epatiche''', ossia costituite da corpi tallosi (cioè con cellule pressoché tutte uguali e senza una vera specializzazione) che si sviluppavano orizzontalmente sulle rocce innalzandosi per pochissimi centimetri solo al momento della riproduzione.<br />
Questo tipo di briofite sono estremamente legate agli ambienti umidi e ombrosi e già con poche ore al sole o con un drastico abbassamento di umidità possono andare in contro a disidratazione e morte.<br />
<br />
Il passo successivo sono stati i muschi veri e propri. [[immagine:muschio.jpg|thumb|right|Cuscinetto di muschio|300px]]<br />
Questi sono più complessi delle epatiche ma rimangono comunque legati agli ambienti umidi, soprattutto nel periodo della riproduzione.<br />
Buona parte di questi appaiono come alberelli in miniatura con foglioline di varie forme e un fusticino che si può elevare anche per alcuni decimetri da terra.<br />
In realtà, anche queste piantine non posseggono dei veri tessuti come le radici ma dei rizoidi (cioè simile a radice) che hanno il compito di fissare la pianta al substrato e di trattenere l'acqua come una spugna. Essi però, non hanno una vera funzione di assorbimento; infatti, l'assorbimento dell'acqua e delle sostanze nutritive, viene effettuato da tutte le parti della pianta (comprese le foglioline) che, come una spugna, assorbono e immagazzinano all'interno delle cellule l'acqua e i sali minerali necessari ai vari processi vitali.<br />
Così come sono rapide ad assorbire altrettanto lo sono nel perdere acqua; per ovviare a ciò, molte specie hanno escogitato trucchi più o meno elaborati per trattenere il più a lungo possibile l'acqua. Uno tra questi è acquisire una forma semisferica o a cuscinetto così da aumentare il volume della massa vegetale a parità di superficie.<br />
Nonostante questo apparente tallone d'Achille, i muschi sono tra gli organismi più resistenti e tenaci che si possono trovare. Infatti, possono colonizzare gli ambienti più diversi e più difficili, dove le piante superiori non sarebbero minimamente in grado di vivere; ad esempio in zone molto aride (a patto che di tanto in tanto si verifichi una condizione di elevata umidità per la riproduzione), le cime fredde e aride di una montagna, i suoli poveri e acidi di una torbiera, la superficie di una roccia…</div>Vincenzohttps://wikibotanica.astrogeo.va.it/index.php?title=Plantae&diff=4134Plantae2012-06-23T17:08:34Z<p>Vincenzo: </p>
<hr />
<div>Un '''vegetale''' è un organismo autotrofo che ha la straordinaria capacità di utilizzare elementi molto semplici come luce, acqua e anidride carbonica per fabbricare quei composti, gli zuccheri, che vengono utilizzati sia come fonte di energia sia per costruire i suoi stessi tessuti.<br />
<br />
Appartengono a questa categoria gli organismi più diversi, dalle alghe unicellulari alle alte sequoie, dalle fronde lunghe più di 10 metri del' ''fucus'' alle eleganti orchidee.<br />
E' un mondo straordinario quello dei vegetali per la molteplicità di forme e di adattamenti ai vari ambienti (terrestri e acquatici)... ma in questo, le '''piante''' offrono le maggiori sorprese.<br />
Ma parlare di vegetale non è parlare di pianta? <br />
In realtà no. Solitamente col termine pianta si identificano varie categorie di vegetali aventi le seguenti caratteristiche: <br />
<br />
*organismi terrestri o acquatici (per riadattamento evolutivo)<br />
*organismi pluricellulari;<br />
*costituiti da cellule eucariote;<br />
*fotoautotrofi (tramite il processo di fotosintesi clorofilliana), con numerose eccezioni;<br />
*possiedo pareti cellulari costituite in buona parte da cellulosa;<br />
*hanno una struttura più o meno complessa costituita da tessuti e apparati specializzati.<br />
<br />
ovviamente si sono citati solo alcuni dei caratteri, quelli più rappresentativi.... ma la varietà biologica è così vasta che non sono rare le eccezioni.<br />
Giusto per citarne una... <br />
esiste una pianta che non possiede foglie, il suo colore è giallo-arancio, non possiede radici (se non agli stadi iniziali del suo sviluppo) e non contiene clorofilla... è la Cuscuta.<br />
questo genere di piante vivono a spese di altre piante, parassitando i loro fusti ed assorbendone le sostanze nutritine! [[immagine:cuscuta europea.jpg|thumb|right|cuscuta (fonte Wikipedia)|200px]]<br />
questo tipo di comportamento non è insolito e si ripresenta spesso in natura.<br />
<br />
Esiste tuttavia una gruppo di piante che non rientrano pienamente tra le caratteristiche sopra citate: le '''briofite''', i cui maggiori rappresentanti sono i '''muschi'''.<br />
Queste piccole piante dall'aspetto gracile e insignificante sono in realtà le progenitrici di tutte le piante superiori. Esse infatti discendono da antiche alghe che, trovandosi al limite della marea di antiche coste, si sono viste costrette a sviluppare sistemi di sopravvivenza per resistere all'essiccazione dei loro tessuti ed è così che, con l'evoluzione, si sono sviluppati vegetali con una cuticola cerosa a difesa di quelle cellule che sono a contatto diretto con l'aria; così, questi vegetali, ebbero la possibilità di vivere per un certo periodo fuori dall'elemento liquido senza interrompere l'attività metabolica e morire.<br />
[[immagine:epatica.jpg|thumb|left|Tallo di epatica|300px]]<br />
Come siano andate esattamente le cose non si sa con certezza, vista anche la difficoltà di reperire reperti fossili di piante dell'epoca così effimere come i muschi. Ciò nonostante probabilmente le cose andarono così:<br />
<br />
Le prime briofite dovevano apparire come le attuali '''epatiche''', ossia costituite da corpi tallosi (cioè con cellule pressoché tutte uguali e senza una vera specializzazione) che si sviluppavano orizzontalmente sulle rocce innalzandosi per pochissimi centimetri solo al momento della riproduzione.<br />
Questo tipo di briofite sono estremamente legate agli ambienti umidi e ombrosi e già con poche ore al sole o con un drastico abbassamento di umidità possono andare in contro a disidratazione e morte.<br />
<br />
Il passo successivo sono stati i muschi veri e propri. [[immagine:muschio.jpg|thumb|right|Cuscinetto di muschio|300px]]<br />
Questi sono più complessi delle epatiche ma rimangono comunque legati agli ambienti umidi, soprattutto nel periodo della riproduzione.<br />
Buona parte di questi appaiono come alberelli in miniatura con foglioline di varie forme e un fusticino che si può elevare anche per alcuni decimetri da terra.<br />
In realtà, anche queste piantine non posseggono dei veri tessuti come le radici ma dei rizoidi (cioè simile a radice) che hanno il compito di fissare la pianta al substrato e di trattenere l'acqua come una spugna. Essi però, non hanno una vera funzione di assorbimento; infatti, l'assorbimento dell'acqua e delle sostanze nutritive, viene effettuato da tutte le parti della pianta (comprese le foglioline) che, come una spugna, assorbono e immagazzinano all'interno delle cellule l'acqua e i sali minerali necessari ai vari processi vitali.<br />
Così come sono rapide ad assorbire altrettanto lo sono nel perdere acqua; per ovviare a ciò, molte specie hanno escogitato trucchi più o meno elaborati per trattenere il più a lungo possibile l'acqua. Uno tra questi è acquisire una forma semisferica o a cuscinetto così da aumentare il volume della massa vegetale a parità di superficie.<br />
Nonostante questo apparente tallone d'Achille, i muschi sono tra gli organismi più resistenti e tenaci che si possono trovare. Infatti, possono colonizzare gli ambienti più diversi e più difficili, dove le piante superiori non sarebbero minimamente in grado di vivere; ad esempio in zone molto aride (a patto che di tanto in tanto si verifichi una condizione di elevata umidità per la riproduzione), le cime fredde e aride di una montagna, i suoli poveri e acidi di una torbiera, la superficie di una roccia…</div>Vincenzohttps://wikibotanica.astrogeo.va.it/index.php?title=Plantae&diff=4133Plantae2012-06-23T17:08:12Z<p>Vincenzo: </p>
<hr />
<div>Un '''vegetale''' è un organismo autotrofo che ha la straordinaria capacità di utilizzare elementi molto semplici come luce, acqua e anidride carbonica per fabbricare quei composti, gli zuccheri, che vengono utilizzati sia come fonte di energia sia per costruire i suoi stessi tessuti.<br />
<br />
Appartengono a questa categoria gli organismi più diversi, dalle alghe unicellulari alle alte sequoie, dalle fronde lunghe più di 10 metri del' ''fucus'' alle eleganti orchidee.<br />
E' un mondo straordinario quello dei vegetali per la molteplicità di forme e di adattamenti ai vari ambienti (terrestri e acquatici)... ma in questo, le '''piante''' offrono le maggiori sorprese.<br />
Ma parlare di vegetale non è parlare di pianta? <br />
In realtà no. Solitamente col termine pianta si identificano varie categorie di vegetali aventi le seguenti caratteristiche: <br />
<br />
*organismi terrestri o acquatici (per riadattamento evolutivo)<br />
*organismi pluricellulari;<br />
*costituiti da cellule eucariote;<br />
*fotoautotrofi (tramite il processo di fotosintesi clorofilliana), con numerose eccezioni;<br />
*possiedo pareti cellulari costituite in buona parte da cellulosa;<br />
*hanno una struttura più o meno complessa costituita da tessuti e apparati specializzati.<br />
<br />
ovviamente si sono citati solo alcuni dei caratteri, quelli più rappresentativi.... ma la varietà biologica è così vasta che non sono rare le eccezioni.<br />
Giusto per citarne una... <br />
esiste una pianta che non possiede foglie, il suo colore è giallo-arancio, non possiede radici (se non agli stadi iniziali del suo sviluppo) e non contiene clorofilla... è la Cuscuta.<br />
questo genere di piante vivono a spese di altre piante, parassitando i loro fusti ed assorbendone le sostanze nutritine! [[immagine:cuscuta europea.jpg|thumb|right|cuscuta (fonte Wikipedia)|150px]]<br />
questo tipo di comportamento non è insolito e si ripresenta spesso in natura.<br />
<br />
Esiste tuttavia una gruppo di piante che non rientrano pienamente tra le caratteristiche sopra citate: le '''briofite''', i cui maggiori rappresentanti sono i '''muschi'''.<br />
Queste piccole piante dall'aspetto gracile e insignificante sono in realtà le progenitrici di tutte le piante superiori. Esse infatti discendono da antiche alghe che, trovandosi al limite della marea di antiche coste, si sono viste costrette a sviluppare sistemi di sopravvivenza per resistere all'essiccazione dei loro tessuti ed è così che, con l'evoluzione, si sono sviluppati vegetali con una cuticola cerosa a difesa di quelle cellule che sono a contatto diretto con l'aria; così, questi vegetali, ebbero la possibilità di vivere per un certo periodo fuori dall'elemento liquido senza interrompere l'attività metabolica e morire.<br />
[[immagine:epatica.jpg|thumb|left|Tallo di epatica|300px]]<br />
Come siano andate esattamente le cose non si sa con certezza, vista anche la difficoltà di reperire reperti fossili di piante dell'epoca così effimere come i muschi. Ciò nonostante probabilmente le cose andarono così:<br />
<br />
Le prime briofite dovevano apparire come le attuali '''epatiche''', ossia costituite da corpi tallosi (cioè con cellule pressoché tutte uguali e senza una vera specializzazione) che si sviluppavano orizzontalmente sulle rocce innalzandosi per pochissimi centimetri solo al momento della riproduzione.<br />
Questo tipo di briofite sono estremamente legate agli ambienti umidi e ombrosi e già con poche ore al sole o con un drastico abbassamento di umidità possono andare in contro a disidratazione e morte.<br />
<br />
Il passo successivo sono stati i muschi veri e propri. [[immagine:muschio.jpg|thumb|right|Cuscinetto di muschio|300px]]<br />
Questi sono più complessi delle epatiche ma rimangono comunque legati agli ambienti umidi, soprattutto nel periodo della riproduzione.<br />
Buona parte di questi appaiono come alberelli in miniatura con foglioline di varie forme e un fusticino che si può elevare anche per alcuni decimetri da terra.<br />
In realtà, anche queste piantine non posseggono dei veri tessuti come le radici ma dei rizoidi (cioè simile a radice) che hanno il compito di fissare la pianta al substrato e di trattenere l'acqua come una spugna. Essi però, non hanno una vera funzione di assorbimento; infatti, l'assorbimento dell'acqua e delle sostanze nutritive, viene effettuato da tutte le parti della pianta (comprese le foglioline) che, come una spugna, assorbono e immagazzinano all'interno delle cellule l'acqua e i sali minerali necessari ai vari processi vitali.<br />
Così come sono rapide ad assorbire altrettanto lo sono nel perdere acqua; per ovviare a ciò, molte specie hanno escogitato trucchi più o meno elaborati per trattenere il più a lungo possibile l'acqua. Uno tra questi è acquisire una forma semisferica o a cuscinetto così da aumentare il volume della massa vegetale a parità di superficie.<br />
Nonostante questo apparente tallone d'Achille, i muschi sono tra gli organismi più resistenti e tenaci che si possono trovare. Infatti, possono colonizzare gli ambienti più diversi e più difficili, dove le piante superiori non sarebbero minimamente in grado di vivere; ad esempio in zone molto aride (a patto che di tanto in tanto si verifichi una condizione di elevata umidità per la riproduzione), le cime fredde e aride di una montagna, i suoli poveri e acidi di una torbiera, la superficie di una roccia…</div>Vincenzohttps://wikibotanica.astrogeo.va.it/index.php?title=Plantae&diff=4132Plantae2012-06-23T17:07:42Z<p>Vincenzo: </p>
<hr />
<div>Un '''vegetale''' è un organismo autotrofo che ha la straordinaria capacità di utilizzare elementi molto semplici come luce, acqua e anidride carbonica per fabbricare quei composti, gli zuccheri, che vengono utilizzati sia come fonte di energia sia per costruire i suoi stessi tessuti.<br />
<br />
Appartengono a questa categoria gli organismi più diversi, dalle alghe unicellulari alle alte sequoie, dalle fronde lunghe più di 10 metri del' ''fucus'' alle eleganti orchidee.<br />
E' un mondo straordinario quello dei vegetali per la molteplicità di forme e di adattamenti ai vari ambienti (terrestri e acquatici)... ma in questo, le '''piante''' offrono le maggiori sorprese.<br />
Ma parlare di vegetale non è parlare di pianta? <br />
In realtà no. Solitamente col termine pianta si identificano varie categorie di vegetali aventi le seguenti caratteristiche: <br />
<br />
*organismi terrestri o acquatici (per riadattamento evolutivo)<br />
*organismi pluricellulari;<br />
*costituiti da cellule eucariote;<br />
*fotoautotrofi (tramite il processo di fotosintesi clorofilliana), con numerose eccezioni;<br />
*possiedo pareti cellulari costituite in buona parte da cellulosa;<br />
*hanno una struttura più o meno complessa costituita da tessuti e apparati specializzati.<br />
<br />
ovviamente si sono citati solo alcuni dei caratteri, quelli più rappresentativi.... ma la varietà biologica è così vasta che non sono rare le eccezioni.<br />
Giusto per citarne una... <br />
esiste una pianta che non possiede foglie, il suo colore è giallo-arancio, non possiede radici (se non agli stadi iniziali del suo sviluppo) e non contiene clorofilla... è la Cuscuta.<br />
questo genere di piante vivono a spese di altre piante, parassitando i loro fusti ed assorbendone le sostanze nutritine! [[immagine:cuscuta europea.jpg|thumb|left|cuscuta (fonte Wikipedia)|300px]]<br />
questo tipo di comportamento non è insolito e si ripresenta spesso in natura.<br />
<br />
Esiste tuttavia una gruppo di piante che non rientrano pienamente tra le caratteristiche sopra citate: le '''briofite''', i cui maggiori rappresentanti sono i '''muschi'''.<br />
Queste piccole piante dall'aspetto gracile e insignificante sono in realtà le progenitrici di tutte le piante superiori. Esse infatti discendono da antiche alghe che, trovandosi al limite della marea di antiche coste, si sono viste costrette a sviluppare sistemi di sopravvivenza per resistere all'essiccazione dei loro tessuti ed è così che, con l'evoluzione, si sono sviluppati vegetali con una cuticola cerosa a difesa di quelle cellule che sono a contatto diretto con l'aria; così, questi vegetali, ebbero la possibilità di vivere per un certo periodo fuori dall'elemento liquido senza interrompere l'attività metabolica e morire.<br />
[[immagine:epatica.jpg|thumb|left|Tallo di epatica|300px]]<br />
Come siano andate esattamente le cose non si sa con certezza, vista anche la difficoltà di reperire reperti fossili di piante dell'epoca così effimere come i muschi. Ciò nonostante probabilmente le cose andarono così:<br />
<br />
Le prime briofite dovevano apparire come le attuali '''epatiche''', ossia costituite da corpi tallosi (cioè con cellule pressoché tutte uguali e senza una vera specializzazione) che si sviluppavano orizzontalmente sulle rocce innalzandosi per pochissimi centimetri solo al momento della riproduzione.<br />
Questo tipo di briofite sono estremamente legate agli ambienti umidi e ombrosi e già con poche ore al sole o con un drastico abbassamento di umidità possono andare in contro a disidratazione e morte.<br />
<br />
Il passo successivo sono stati i muschi veri e propri. [[immagine:muschio.jpg|thumb|right|Cuscinetto di muschio|300px]]<br />
Questi sono più complessi delle epatiche ma rimangono comunque legati agli ambienti umidi, soprattutto nel periodo della riproduzione.<br />
Buona parte di questi appaiono come alberelli in miniatura con foglioline di varie forme e un fusticino che si può elevare anche per alcuni decimetri da terra.<br />
In realtà, anche queste piantine non posseggono dei veri tessuti come le radici ma dei rizoidi (cioè simile a radice) che hanno il compito di fissare la pianta al substrato e di trattenere l'acqua come una spugna. Essi però, non hanno una vera funzione di assorbimento; infatti, l'assorbimento dell'acqua e delle sostanze nutritive, viene effettuato da tutte le parti della pianta (comprese le foglioline) che, come una spugna, assorbono e immagazzinano all'interno delle cellule l'acqua e i sali minerali necessari ai vari processi vitali.<br />
Così come sono rapide ad assorbire altrettanto lo sono nel perdere acqua; per ovviare a ciò, molte specie hanno escogitato trucchi più o meno elaborati per trattenere il più a lungo possibile l'acqua. Uno tra questi è acquisire una forma semisferica o a cuscinetto così da aumentare il volume della massa vegetale a parità di superficie.<br />
Nonostante questo apparente tallone d'Achille, i muschi sono tra gli organismi più resistenti e tenaci che si possono trovare. Infatti, possono colonizzare gli ambienti più diversi e più difficili, dove le piante superiori non sarebbero minimamente in grado di vivere; ad esempio in zone molto aride (a patto che di tanto in tanto si verifichi una condizione di elevata umidità per la riproduzione), le cime fredde e aride di una montagna, i suoli poveri e acidi di una torbiera, la superficie di una roccia…</div>Vincenzohttps://wikibotanica.astrogeo.va.it/index.php?title=File:Cuscuta_europea.jpg&diff=4131File:Cuscuta europea.jpg2012-06-23T17:06:06Z<p>Vincenzo: fonte wikipedia</p>
<hr />
<div>fonte wikipedia</div>Vincenzohttps://wikibotanica.astrogeo.va.it/index.php?title=Plantae&diff=4105Plantae2012-06-23T16:21:59Z<p>Vincenzo: </p>
<hr />
<div>Un '''vegetale''' è un organismo autotrofo che ha la straordinaria capacità di utilizzare elementi molto semplici come luce, acqua e anidride carbonica per fabbricare quei composti, gli zuccheri, che vengono utilizzati sia come fonte di energia sia per costruire le varie strutture che lo compongono.<br />
<br />
Appartengono a questa categoria gli organismi più disparati, dalle alghe unicellulari alle più alte sequoie, dalle fronde lunghe più di 10 metri del' ''fucus''alle eleganti orchidee.<br />
E' un mondo straordinario quello dei vegetali per la molteplicità di forme e di adattamenti ai vari ambienti e in questo le '''piante''' offrono le maggiori sorprese.<br />
Ma cos'è una pianta? Cosa diversifica una poseidonia (alga marina) da una felce o un melo?<br />
non esiste una definizione compiuta ma è possibile elencare alcune delle caratteristiche salienti che le caratterizzano:<br />
<br />
*organismi pluricellulari;<br />
*costituiti da cellule eucariote;<br />
*fotoautotrofi (tramite il processo di fotosintesi clorofilliana);<br />
*possiedo pareti cellulari costituite in buona parte da cellulosa;<br />
*hanno una struttura più ho meno complessa costituita da tessuti e apparati specializzati.<br />
<br />
Esiste tuttavia una gruppo di piante che non rientrano pienamente tra le caratteristiche sopra citate: le '''briofite''', i cui maggiori rappresentanti sono i '''muschi'''.<br />
Queste piccole piante dall'aspetto gracile e insignificante sono in realtà le progenitrici di tutte le piante superiori. Esse infatti discendono da antiche alghe che, trovandosi al limite della marea di antiche coste, si sono viste costrette a sviluppare sistemi di sopravvivenza per resistere all'essiccazione dei loro tessuti ed è così che, con l'evoluzione, si sono sviluppati vegetali con una cuticola cerosa a difesa di quelle cellule che sono a contatto diretto con l'aria; così, questi vegetali, ebbero la possibilità di vivere per un certo periodo fuori dall'elemento liquido senza interrompere l'attività metabolica e morire.<br />
[[immagine:epatica.jpg|thumb|left|Tallo di epatica|300px]]<br />
Come siano andate esattamente le cose non si sa con certezza, vista anche la difficoltà di reperire reperti fossili di piante dell'epoca così effimere come i muschi. Ciò nonostante probabilmente le cose andarono così:<br />
<br />
Le prime briofite dovevano apparire come le attuali '''epatiche''', ossia costituite da corpi tallosi (cioè con cellule pressoché tutte uguali e senza una vera specializzazione) che si sviluppavano orizzontalmente sulle rocce innalzandosi per pochissimi centimetri solo al momento della riproduzione.<br />
Questo tipo di briofite sono estremamente legate agli ambienti umidi e ombrosi e già con poche ore al sole o con un drastico abbassamento di umidità possono andare in contro a disidratazione e morte.<br />
<br />
Il passo successivo sono stati i muschi veri e propri. [[immagine:muschio.jpg|thumb|right|Cuscinetto di muschio|300px]]<br />
Questi sono più complessi delle epatiche ma rimangono comunque legati agli ambienti umidi, soprattutto nel periodo della riproduzione.<br />
Buona parte di questi appaiono come alberelli in miniatura con foglioline di varie forme e un fusticino che si può elevare anche per alcuni decimetri da terra.<br />
In realtà, anche queste piantine non posseggono dei veri tessuti come le radici ma dei rizoidi (cioè simile a radice) che hanno il compito di fissare la pianta al substrato e di trattenere l'acqua come una spugna. Essi però, non hanno una vera funzione di assorbimento; infatti, l'assorbimento dell'acqua e delle sostanze nutritive, viene effettuato da tutte le parti della pianta (comprese le foglioline) che, come una spugna, assorbono e immagazzinano all'interno delle cellule l'acqua e i sali minerali necessari ai vari processi vitali.<br />
Così come sono rapide ad assorbire altrettanto lo sono nel perdere acqua; per ovviare a ciò, molte specie hanno escogitato trucchi più o meno elaborati per trattenere il più a lungo possibile l'acqua. Uno tra questi è acquisire una forma semisferica o a cuscinetto così da aumentare il volume della massa vegetale a parità di superficie.<br />
Nonostante questo apparente tallone d'Achille, i muschi sono tra gli organismi più resistenti e tenaci che si possono trovare. Infatti, possono colonizzare gli ambienti più diversi e più difficili, dove le piante superiori non sarebbero minimamente in grado di vivere; ad esempio in zone molto aride (a patto che di tanto in tanto si verifichi una condizione di elevata umidità per la riproduzione), le cime fredde e aride di una montagna, i suoli poveri e acidi di una torbiera, la superficie di una roccia…</div>Vincenzohttps://wikibotanica.astrogeo.va.it/index.php?title=Plantae&diff=3772Plantae2012-04-14T20:23:05Z<p>Vincenzo: </p>
<hr />
<div>Esistono molte specie di vegetali sul nostro pianeta ma non tutte sono piante.<br />
un vegetale è un organismo autotrofo che ha la straordinaria capacità di utilizzare elementi molto semplici come luce, acqua e anidride carbonica per fabbricare quei composti, gli zuccheri, che vengono utilizzati sia come fonte di energia sia per costruire le varie strutture che lo compongono.<br />
appartengono a questa categoria gli organismi più disparati…. dalle alghe unicellulari alle più alte sequoie, alle fronde lunghe più di 10 metri del fucus alle eleganti orchidee.<br />
è un mondo straordinario quello dei vegetali per la molteplicità di forme e di adattamenti ai vari ambienti e in particolare le piante offrono le maggiori sorprese.<br />
ma cos'è una pianta? cosa diversifica una poseidonia (alga marina) da una felce o un melo?<br />
non esiste una definizione compiuta ma è possibile elencare alcune delle caratteristiche salienti che le caratterizzano:<br />
<br />
-organismi pluricellulari;<br />
-costituiti da cellule eucariote;<br />
-fotoautotrofi (tramite il processo di fotosintesi clorofilliana);<br />
-possiedo pareti cellulari costituite in buona parte da cellulosa;<br />
-hanno una struttura più ho meno complessa costituita da tessuti e apparati specializzati.<br />
<br />
esiste tuttavia una gruppo di piante che non rientrano pienamente tra le caratteristiche sopra citate: le briofite, i cui maggiori rappresentanti sono i muschi.<br />
queste piccole piante dall'aspetto gracile e insignificante sono in realtà le progenitrici di tutte le piante superiori.<br />
esse infatti discendono da antiche alghe che trovandosi al limite della marea di antiche coste si sono viste costrette a sviluppare sistemi di sopravvivenza per resistere all'essiccazione dei loro tessuti ed è così che con l'evoluzione si sono sviluppati vegetali con una cuticola cerosa a difesa delle cellule a contatto diretto con l'aria e perciò che potevano vivere per un certo periodo fuori dall'elemento liquido senza interrompere l'attività metabolica e morire.<br />
come siano andate esattamente le cose non si sa con certezza, vista anche la difficoltà di reperire reperti fossili dell'epoca e di piante così effimere come i muschi. ma probabilmente le cose andarono così:<br />
le prime briofite dovevano apparire come le attuali epatiche, ossia costituite da corpi tallosi (cioè con cellule pressoché tutte uguali e senza una vera specializzazione) che si sviluppavano orizzontalmente sulle rocce innalzandosi per pochissimi cm solo al momento della riproduzione.<br />
questo tipo di briofite sono estremamente legate agli ambienti umidi e ombrosi e già poche ore al sole o con un drastico abbassamento di umidità possono andare in contro a disidratazione e alla morte.<br />
il passo successivo sono stati i muschi veri e propri. <br />
più complessi delle epatiche ma sempre legati ad ambienti umidi, almeno nel periodo della riproduzione.<br />
buona parte appaiono come alberelli in miniatura con foglioline di varie forme e un fusticino che si può elevare anche per alcuni decimetri da terra.<br />
in realtà anche queste piantine non posseggono dei veri tessuti come le radici ma dei rizoidi (cioè simile a radice) che hanno il compito di fissare la pianta al substrato e di trattenere l'acqua come una spugna. essi però, non hanno una vera funzione di assorbimento.<br />
infatti, l'assorbimento dell'acqua e delle sostanze nutritive viene effettuato da tutte le parti della pianta (comprese le foglioline) che come una spugna assorbono e immagazzinano all'interno delle cellule l'acqua e i sali minerali necessari ai vari processi vitali.<br />
ma così come sono rapide ad assorbire altrettanto lo sono nel perdere acqua.<br />
ad ovviare a ciò molte specie hanno escogitato trucchi più o meno elaborati per trattenere il più a lungo possibile l'acqua. uno tra questi è acquisire una forma semisferica o a cuscinetto così da aumentare il volume della massa vegetale a parità di superficie.<br />
nonostante questo loro apparente tallone d'Achille, i muschi sono tra gli organismi più resistenti e tenaci che si possono trovare.<br />
possono colonizzare gli ambienti più diversi e più difficili, dove le piante superiori non sarebbero minimamente in grado di vivere… <br />
ad esempio in zone molto aride (a patto che di tanto in tanto si verifichi una condizione di elevata umidità per la riproduzione), le cime fredde e aride di una montagna, i suoli poveri e acidi di una torbiera, la superficie di una roccia…</div>Vincenzohttps://wikibotanica.astrogeo.va.it/index.php?title=Plantae&diff=2305Plantae2011-11-05T22:08:22Z<p>Vincenzo: </p>
<hr />
<div>'''il regno delle piante''' (o dei vegetali) comprende tutta una serie di organismi dalle più disparate caratteristiche ed è per questo che è difficile dare una definizione compiuta di "vegetale" poiché la casistica esistente è molto varia.<br />
si va da alghe microscopiche a sequoie di 100m di altezza, dai semplici muschi alle più elaborate corolle delle orchidee tropicali ecc.<br />
nonostante le profonde differenze morfologiche che rendono estremamente vari e diversificati i vegetali, la struttura di base, la cellula, è molto simile:<br />
oltre agli organelli che caratterizzano tutti gli eucarioti (nucleo, mitocondri, reticolo endoplasmatico ecc) la cellula vegetale possiede i cloroplasti. questi particolari organuli sono adibiti alla cattura della luce, alla fissazione dell'anedride carbonica e dell'acqua in zuccheri: la fotosintesi clorofiliana. <br />
per semplificare possiamo dire che un vegetale è un organismo eucariota, fotoautotrofo e generalmente pluricellulare (tranne alcune eccezioni) con un accrescimento più o meno indefinito.<br />
in base ai recenti studi su basi biochimiche e molecolari… è possibile racchiudere in questo grande gruppo (i vegetali appunto) sia le alghe rosse e verdi (alcune di esse monocellulari) sia tutte le piante terrestri! <br />
i funghi, contrariamente a quanto spesso si crede non sono piante, ma appartengono ad un regno assestante.</div>Vincenzohttps://wikibotanica.astrogeo.va.it/index.php?title=Plantae&diff=2303Plantae2011-11-05T22:07:20Z<p>Vincenzo: </p>
<hr />
<div>'''il regno delle piante''' (o dei vegetali) comprende tutta una serie di organismi dalle più disparate caratteristiche ed è per questo che è difficile dare una definizione compiuta di "vegetale" poiché la casistica esistente è molto varia.<br />
si va da alghe microscopiche a sequoie di 100m di altezza, dai semplici muschi alle più elaborate corolle delle orchidee tropicali ecc.<br />
nonostante le differenze macroscopiche che rendono estremamente vari e diversificati i vegetali, la struttura di base, la cellula, è molto simile:<br />
oltre agli organelli che caratterizzano tutti gli eucarioti (nucleo, mitocondri, reticolo endoplasmatico ecc) la cellula vegetale possiede i cloroplasti. questi particolari organuli sono adibiti alla cattura della luce, alla fissazione dell'anedride carbonica e dell'acqua in zuccheri: la fotosintesi clorofiliana. <br />
per semplificare possiamo dire che un vegetale è un organismo eucariota, fotoautotrofo e generalmente pluricellulare (tranne alcune eccezioni) con un accrescimento più o meno indefinito.<br />
in base ai recenti studi su basi biochimiche e molecolari… è possibile racchiudere in questo grande gruppo (i vegetali appunto) sia le alghe rosse e verdi (alcune di esse monocellulari) sia tutte le piante terrestri! <br />
i funghi, contrariamente a quanto spesso si crede non sono piante, ma appartengono ad un regno assestante.</div>Vincenzohttps://wikibotanica.astrogeo.va.it/index.php?title=Plantae&diff=2301Plantae2011-11-05T22:05:48Z<p>Vincenzo: </p>
<hr />
<div>'''il regno delle piante''' (o dei vegetali) comprende tutta una serie di organismi dalle più disparate caratteristiche ed è per questo che è difficile dare una definizione compiuta di "vegetale" poiché la casistica esistente è molto varia.<br />
si va da alghe microscopiche a sequoie di 100m di altezza, dai semplici muschi alle più elaborate corolle delle orchidee tropicali ecc.<br />
nonostante le differenze macroscopiche che rendono estremamente vari e diversificati i vegetali, la struttura di base, la cellula, è molto simile:<br />
oltre agli organelli che caratterizzano tutti gli eucarioti (nucleo, mitocondri, reticolo endoplasmatico ecc) la cellula vegetale possiede i cloroplasti. questi particolari organuli <br />
per semplificare possiamo dire che un vegetale è un organismo eucariota, fotoautotrofo e generalmente pluricellulare (tranne alcune eccezioni) con un accrescimento più o meno indefinito.<br />
in base ai recenti studi su basi biochimiche e molecolari… è possibile racchiudere in questo grande gruppo (i vegetali appunto) sia le alghe rosse e verdi (alcune di esse monocellulari) sia tutte le piante terrestri! <br />
i funghi, contrariamente a quanto spesso si crede non sono piante, ma appartengono ad un regno assestante.</div>Vincenzohttps://wikibotanica.astrogeo.va.it/index.php?title=Plantae&diff=2298Plantae2011-11-05T21:48:44Z<p>Vincenzo: Creata pagina con 'il regno plantae '''il regno delle piante''' (o dei vegetali) comprende tutta una serie di organismi dalle più disparate caratteristiche ed è per questo che è difficile dare ...'</p>
<hr />
<div>il regno plantae<br />
<br />
'''il regno delle piante''' (o dei vegetali) comprende tutta una serie di organismi dalle più disparate caratteristiche ed è per questo che è difficile dare una definizione compiuta di "vegetale" poiché la casistica esistente è molto varia.<br />
si va da alghe microscopiche a sequoie di 100m di altezza, dai semplici muschi alle più elaborate corolle delle orchidee tropicali ecc.<br />
per semplificare possiamo dire che un vegetale è un organismo eucariota, fotoautotrofo e generalmente pluricellulare (tranne alcune eccezioni) con un accrescimento più o meno indefinito.<br />
in base ai recenti studi su basi biochimiche e molecolari… è possibile racchiudere in questo grande gruppo (i vegetali appunto) sia le alghe rosse e verdi (alcune di esse monocellulari) sia tutte le piante terrestri! <br />
i funghi, contrariamente a quanto spesso si crede non sono piante, ma appartengono ad un regno assestante.</div>Vincenzohttps://wikibotanica.astrogeo.va.it/index.php?title=Grandiflora&diff=1218Grandiflora2011-09-03T22:38:35Z<p>Vincenzo: </p>
<hr />
<div>__NOTITLE__<br />
{{header}}<br />
{{Tassobox<br />
|colore=lightgreen <br />
|nome=<br />
|immagine=[[Immagine:digitalis_grandiflora.jpg|200px]]<br />
|didascalia=<br />
<!-- CLASSIFICAZIONE: --><br />
|dominio=eucariota<br />
|regno=[[Plantae]]<br />
|sottoregno=<br />
<!-- PER LE PIANTE: --><br />
|superdivisione=<br />
|divisione=[[Magnoliophyta]]<br />
|sottodivisione=<br />
<br />
<!-- PER TUTTI: --><br />
|superclasse=<br />
|classe=[[Liliopsida]]<br />
|sottoclasse=<br />
|infraclasse=<br />
|superordine=<br />
|ordine=[[Scrophulariales]]<br />
|sottordine=<br />
|infraordine=<br />
|superfamiglia=<br />
|famiglia=[[Scrophulariaceae]]<br />
|sottofamiglia=<br />
|tribù=<br />
|sottotribù=<br />
|genere=[[Digitalis]]<br />
|sottogenere=<br />
|specie='''grandiflora'''<br />
|sottospecie=<br />
<!-- NOMENCLATURA BINOMIALE: --><br />
|biautore=Mill.<br />
|binome=Digitalis grandiflora<br />
|bidata=<br />
<!-- NOMENCLATURA TRINOMIALE: --><br />
|triautore=<br />
|trinome=<br />
|tridata=<br />
<!-- ALTRO: --><br />
|sinonimi?=<br />
|sinonimi=<br />
|nomicomuni=<br />
|suddivisione=<br />
|suddivisione_testo=<br />
<br />
}}<br />
<br />
<br />
==''Digitalis grandiflora'' (Mill.)==<br />
<br />
<br />
===Come si presenta===<br />
La ''D. grandiflora'' è un'apparescente pianta rizomatosa erbacea perenne, che può raggiungere i 90 cm. <br />
<br />
Le '''foglie''' inferiori, quasi sessili, sono allungate e lanceolate e più grandi rispetto a quelle che circondano il fusto, che sono di forma analoga ma totalmente sessili. Entrambe le tipologie si alternano lungo il fusto fino alla sommità. <br />
<br />
I numerosi '''fiori''' di colore giallo pallido sono rivolti tutti nello stesso senso. Questi si trovano principalmente nella parte superiore del fusto e si aprono progressivamente a partire dal basso verso la sommità. Una curiosa particolarità è che i fiori “guardano” sempre verso il basso, quasi paralleli al suolo. Il fiore è caratterizzato da un calice che presenta all'incirca cinque lacinie lisiniformi; all'interno la parte inferiore è fittamente ricoperta da ciuffi di peli radi e macchie brunastre.<br />
I piccoli fiori non ancora sbocciati presentano le lacinie ripiegate verso l'interno del calice floreale.<br />
<br />
I '''frutti''' sono lunghe capsule che presentano all'interno piccoli semi rotondi.<br />
<br />
<br />
===Habitat===<br />
Si trova nei boschi cedui e nelle radure delle regioni montane e submontane alpine. Non presenta particolari esigenze pedologiche poiché cresce sia su suoli calcarei che silicei.<br />
<br />
<br />
===Fioritura===<br />
La ''D. grandiflora'' fiorisce da Giugno a Settembre. <br />
<br />
<br />
===Particolarità e curiosità===<br />
Il termine latino ''Digitalis'' significa “dito”, con evidente riferimento alla caratteristica forma del fiore; l'appellativo grandiflora sta ad indicare la grandezza dei fiori paragonati a quelli della ''D. lutea''.<br />
<br />
La pianta è velenosa: le foglie contengono numerosi principi attivi, tra cui alcuni glucosidi come la digitossina, la gitossina e la gitalina, dalle proprietà cardiocinetiche, cardiotoniche e diuretiche, note fin dall'antichità. Questa pianta viene tuttora ampiamente utilizzata in campo medico, dopo opportune manipolazioni farmacologiche, per la sintesi di medicinali adibiti alla cura delle malattie cardiache; il suo utilizzo è preferibile alle altre piante dello stesso genere poiché non presenta fenomeni di accumulo nel'organismo. <br />
<br />
Nella celebre opera di Vincent van Gogh il Ritratto del dottor Gachet il malinconico medico lì rappresentato ha sul tavolo accanto a sé una pianta di ''Digitalis'', che all'epoca veniva utilizzata come rimedio fitoterapico per la cura di molte malattie.<br />
<br />
Si ipotizza che la presenza di macchie sulla superfice inferiore del tubo corollino abbia la funzione di richiamo per gli insetti impollinatori (principalmente calabroni) per i quali costituisce una fonte di polline per settimane. La presenza di peli, invece, sembra impedire agli insetti troppo piccoli, e inutili per la impollinazione del fiore, di penetrare all'interno e danneggiare il fiore.<br />
<br />
'''NB:'''È specie protetta in tutta la Provincia con divieto assoluto di raccolta.<br />
<br />
===Immagini===<br />
<gallery perrow=6><br />
image:Digitale g.jpg|<center><i></i></center><br />
image:Digitale g2.jpg|<center><i></i></center> <br />
<br />
</gallery><br />
<br />
<br />
===Link===<br />
<br />
Torna alla famiglia [[Scrophulariaceae]] oppure torna all'[[Famiglie botaniche|elenco delle famiglie]]</div>Vincenzohttps://wikibotanica.astrogeo.va.it/index.php?title=File:Digitale_g2.jpg&diff=1217File:Digitale g2.jpg2011-09-03T22:38:22Z<p>Vincenzo: </p>
<hr />
<div></div>Vincenzohttps://wikibotanica.astrogeo.va.it/index.php?title=File:Digitale_g.jpg&diff=1215File:Digitale g.jpg2011-09-03T22:37:08Z<p>Vincenzo: </p>
<hr />
<div></div>Vincenzohttps://wikibotanica.astrogeo.va.it/index.php?title=Vernalis&diff=1213Vernalis2011-09-03T22:36:00Z<p>Vincenzo: </p>
<hr />
<div>__NOTITLE__<br />
{{header}}<br />
{{Tassobox<br />
|colore=lightgreen <br />
|nome=<br />
|immagine=[[Immagine:Anemone_pulsatilla.jpg|200px]]<br />
|didascalia=<br />
<!-- CLASSIFICAZIONE: --><br />
|dominio=eucariota<br />
|regno=[[Plantae]]<br />
|sottoregno=<br />
<!-- PER LE PIANTE: --><br />
|superdivisione=<br />
|divisione=[[Magnoliophyta]]<br />
|sottodivisione=<br />
<br />
<!-- PER TUTTI: --><br />
|superclasse=<br />
|classe=Magnoliopsida<br />
|sottoclasse=<br />
|infraclasse=<br />
|superordine=<br />
||ordine=Ranunculales<br />
|sottordine=<br />
|infraordine=<br />
|superfamiglia=<br />
|famiglia=[[Ranunculaceae]]<br />
|sottofamiglia=<br />
|tribù=<br />
|sottotribù=<br />
|genere='''[[Pulsatilla]]'''<br />
|sottogenere=<br />
|specie='''Pulsatilla vernalis'''<br />
|sottospecie=<br />
<!-- NOMENCLATURA BINOMIALE: --><br />
|biautore=Mill.<br />
|binome=Pulsatilla vernalis<br />
|bidata=<br />
<!-- NOMENCLATURA TRINOMIALE: --><br />
|triautore=<br />
|trinome=<br />
|tridata=<br />
<!-- ALTRO: --><br />
|sinonimi?=<br />
|sinonimi=<br />
|nomicomuni=Anemone di primavera<br>Pulsatilla primaverile<br><br />
|suddivisione=<br />
|suddivisione_testo=<br />
<br />
<!-- PROPRIETA FARMACOLOGICHE --><br />
|proprieta=<br />
<br />
}}<br />
<br />
<br />
==''Pulsatilla vernalis'' (L.)==<br />
<br />
<br />
===Come si presenta===<br />
La ''P.vernalis'' è una graziosa pianticella alta da 5 a 15 cm, ma, con la maturazione dei frutti, può raggiungere anche i 35 cm. <br />
<br />
Il '''fusto''' è legnoso, ricoperto da peli lunghi e giallognoli, e presenta sulla sommità un fiore solitario, avvolto da guaine scure. <br />
<br />
Il '''fiore''', dal diametro di 4-6 cm, è ricurvo, ma mentre sboccia assume via via una posizione più eretta. I petali sono bianchi internamente, mentre all'esterno appaiono curiosamente lanosi e di color rosa violetto.<br />
<br />
Le '''foglie''' basali sono ben sviluppate alla fioritura, lanose, e mostrano 3-5 segmenti dentati, suddivisi a loro volta in 3-5 lacinie larghe qualche millimetro. Le foglie caulinari, allo stesso modo, appaiono lanose e divise in lacinie profonde, e formano un collare sotto il fiore.<br />
<br />
Dopo la fioritura compare sulla sommità del fusto un '''frutto''' formato da un ciuffo piumoso, pronto per disperdere al vento gli acheni piumati.<br />
<br />
<br />
===Habitat===<br />
Originaria dell'Europa orientale, il ''P.vernalis'' vive generalmente nei pascoli, nei prati e nei luoghi sassosi, alpini e subalpini. Vive indifferentemente su terreni calcarei e silicei sopra i 1200 m, fino ai 3000m.<br />
<br />
<br />
===Fioritura===<br />
Questa pianticella fiorisce da Aprile a Luglio, subito dopo lo scioglimento della neve e preannuncia l'arrivo della primavera.<br />
<br />
<br />
===Particolarità e curiosità===<br />
Tutte le parti della pianta sono velenose, soprattutto quando questa è in piena vegetazione.<br />
<br />
'''NB''': la specie è protetta in tutta la provincia con divieto assoluto di raccolta.<br />
<br />
===Immagini===<br />
<gallery perrow=6><br />
image:Vernalis.jpg|<center><i></i></center><br />
image:Vernalis 2.jpg|<center><i>I fiori possono assumere striature violacee </i></center><br />
image:Vernalis3.jpg|<center><i></i></center><br />
image:Vernalis4.jpg|<center><i></i></center><br />
<br />
<br />
</gallery><br />
<br />
<br />
===Link===<br />
<br />
Torna alla famiglia [[Ranuncolaceae]] oppure torna all'[[Famiglie botaniche|elenco delle famiglie]]</div>Vincenzohttps://wikibotanica.astrogeo.va.it/index.php?title=File:Vernalis4.jpg&diff=1212File:Vernalis4.jpg2011-09-03T22:35:43Z<p>Vincenzo: </p>
<hr />
<div></div>Vincenzohttps://wikibotanica.astrogeo.va.it/index.php?title=File:Vernalis3.jpg&diff=1210File:Vernalis3.jpg2011-09-03T22:34:32Z<p>Vincenzo: </p>
<hr />
<div></div>Vincenzohttps://wikibotanica.astrogeo.va.it/index.php?title=File:Vernalis_2.jpg&diff=1209File:Vernalis 2.jpg2011-09-03T22:32:15Z<p>Vincenzo: </p>
<hr />
<div></div>Vincenzohttps://wikibotanica.astrogeo.va.it/index.php?title=File:Vernalis.jpg&diff=1207File:Vernalis.jpg2011-09-03T22:30:31Z<p>Vincenzo: </p>
<hr />
<div></div>Vincenzohttps://wikibotanica.astrogeo.va.it/index.php?title=Nobilis&diff=1206Nobilis2011-09-03T22:28:55Z<p>Vincenzo: </p>
<hr />
<div>__NOTITLE__<br />
{{header}}<br />
{{Tassobox<br />
|colore=lightgreen <br />
|nome=Anemone hepatica<br />
|immagine=[[Immagine:Anemone_hepatica.jpg|200px]]<br />
|didascalia=Fiori di Anemone hepatica<br />
<!-- CLASSIFICAZIONE: --><br />
|dominio=eucariota<br />
|regno=[[Plantae]]<br />
|sottoregno=<br />
<!-- PER LE PIANTE: --><br />
|superdivisione=<br />
|divisione=[[Magnoliophyta]]<br />
|sottodivisione=<br />
<br />
<!-- PER TUTTI: --><br />
|superclasse=<br />
|classe=Magnoliopsida<br />
|sottoclasse=<br />
|infraclasse=<br />
|superordine=<br />
||ordine=Ranunculales<br />
|sottordine=<br />
|infraordine=<br />
|superfamiglia=<br />
|famiglia=[[Ranunculaceae]]<br />
|sottofamiglia=<br />
|tribù=<br />
|sottotribù=<br />
|genere='''[[Hepatica]]'''<br />
|sottogenere=<br />
|specie='''Hepatica nobilis'''<br />
|sottospecie=<br />
<!-- NOMENCLATURA BINOMIALE: --><br />
|biautore=Mill<br />
|binome=Hepatica nobilis<br />
|bidata=<br />
<!-- NOMENCLATURA TRINOMIALE: --><br />
|triautore=L.<br />
|trinome=Anemone hepatica<br />
|tridata=<br />
<!-- ALTRO: --><br />
|sinonimi?=<br />
|sinonimi=<br />
|nomicomuni=Fegatella<br>Trifoglio epatico<br>Erba trinità <br />
|suddivisione=<br />
|suddivisione_testo=<br />
<br />
}}<br />
<br />
<br />
==''Hepatica nobilis'' (Mill.) - ''Anemone hepatica'' (L.)==<br />
<br />
<br />
===Come si presenta===<br />
L' ''H.nobilis'' è una pianta perenne, provvista di un '''rizoma''' obliquo e scuro, dal quale fanno capolino numerosi fiori ancor prima che germoglino le foglie. <br />
<br />
Gli '''steli''' fiorali, lievemente lanosi, sono alti da 5 a 15 cm, e ognuno, sulla sommità, porta un '''fiore''' solitario, che sboccia al di sopra di una piccola foglia caulina intera, simile a un calice. I fiori colpiscono subito per la loro bellezza: di larghezza variabile da 1,5 a 2,5 cm, ciascun fiore è formano da 6-8 petali ellittici e tondi all'apice. Il colore è variabile, in funzione dell'esposizione e dell'insolazione, e può andare dal blu al porpora, dal celeste al bianco e talvolta anche al rosa.<br />
<br />
Tra i fiori fanno capolino anche le '''foglie''', che crescono durante o dopo la fioritura. Sono sorrette da un lungo picciolo e hanno una curiosa forma a cuore. Appena nate sono pelosette, ma man mano che raggiungono la maturazione diventano glabre, coriacee e di color verde scuro nella pagina superiore; la colorazione della pagina inferiore è invece differente, simile al colore del fegato (si spiega in questo modo il particolare appellativo "hepatica").<br />
<br />
Il '''frutto''' è composto da numerosi acheni non piumosi.<br />
<br />
<br />
===Habitat===<br />
E' diffusa nelle regioni fredde e temperate dell'Europa, dell'Asia e del Nord America. In Italia è comune trovarla nei sottoboschi montani e submontani delle Alpi e degli Appennini, sebbene viva agevolmente anche in luoghi freschi e sassosi, preferibilmente su terreni calcarei.<br />
<br />
<br />
===Fioritura===<br />
La pianta fiorisce da Marzo a Maggio.<br />
<br />
<br />
===Particolarità e curiosità===<br />
Questa pianticella era praticamente sconosciuta nell'Antichità e nel Medioevo. Nei secoli successivi -viene descritta per la prima volta nel XVI sec. - acquisì una discreta fama grazie alla forma e il colore delle sue foglie, secondo i botanici dell'epoca, vagamente assomigliante alla forma e al colore del fegato. Perciò, secondo la "teoria dei segni", era indicata per curare malattie al fegato.<br />
<br />
L' Anemone epatica, se consumata fresca risulta altamente velenosa; durante l'essiccazione perde però le sue proprietà tossiche. Pertanto, una volta essiccata viene talvolta utilizzata come diuretico.<br />
<br />
Per finire, è interessante spendere ancora due parole sul curioso comportamento dei fiori: quando piove, o al tramonto, infatti, questi si richiudono su se stessi inclinandosi verso terra. Inoltre la fioritura di ogni fiore dura circa 8 giorni, e durante questo periodo i petali raddoppiano la loro lunghezza iniziale.<br />
<br />
'''NB''': la specie è protetta in tutto il territorio della provincia di Varese con divieto assoluto di raccolta.<br />
===Immagini===<br />
<gallery perrow=6><br />
Immagine:Bocciolo anemone.JPG |<center><i>Particolari del bocciolo</i></center><br />
Immagine: Anemone fiore.JPG<br />
image:Epatica.JPG|<center><i>Particolare delle foglie trilobate</i></center> <br />
Immagine:Anemone1.JPG<br />
Immagine:Gruppo anemone.JPG<br />
Immagine:Anemone2.JPG<br />
Immagine:Anemone3.JPG<br />
Immagine:Anemone4.JPG<br />
</gallery><br />
<br />
===Link===<br />
<br />
Torna alla famiglia [[ranuncolaceae]] oppure torna all'[[Famiglie botaniche|elenco delle famiglie]]<br />
<br />
[[Categoria: Hepatica]]</div>Vincenzohttps://wikibotanica.astrogeo.va.it/index.php?title=File:Epatica.JPG&diff=1203File:Epatica.JPG2011-09-03T22:27:15Z<p>Vincenzo: </p>
<hr />
<div></div>Vincenzohttps://wikibotanica.astrogeo.va.it/index.php?title=Viridis&diff=1201Viridis2011-09-03T22:26:18Z<p>Vincenzo: </p>
<hr />
<div>__NOTITLE__<br />
{{header}}<br />
{{Tassobox<br />
|colore=lightgreen <br />
|nome=Helleborus viridis<br />
|immagine=<br />
|didascalia=<br />
<!-- CLASSIFICAZIONE: --><br />
|dominio=eucariota<br />
|regno=[[Plantae]]<br />
|sottoregno=<br />
<!-- PER LE PIANTE: --><br />
|superdivisione=<br />
|divisione=[[Magnoliophyta]]<br />
|sottodivisione=<br />
<br />
<!-- PER TUTTI: --><br />
|superclasse=<br />
|classe=Magnoliopsida<br />
|sottoclasse=<br />
|infraclasse=<br />
|superordine=<br />
||ordine=Ranunculales<br />
|sottordine=<br />
|infraordine=<br />
|superfamiglia=<br />
|famiglia=[[Ranunculaceae]]<br />
|sottofamiglia=<br />
|tribù=<br />
|sottotribù=<br />
|genere='''[[Helleborus]]'''<br />
|sottogenere=<br />
|specie='''viridis'''<br />
|sottospecie=<br />
<!-- NOMENCLATURA BINOMIALE: --><br />
|biautore=L.<br />
|binome=Helleborus viridis<br />
|bidata=<br />
<!-- NOMENCLATURA TRINOMIALE: --><br />
|triautore=<br />
|trinome=<br />
|tridata=<br />
<!-- ALTRO: --><br />
|sinonimi?=<br />
|sinonimi=<br />
|nomicomuni=Elleboro verde<br />
|suddivisione=<br />
|suddivisione_testo=<br />
<!-- PROPRIETA FARMACOLOGICHE --><br />
|proprieta=velenoso<br />
<br />
}}<br />
<br />
<br />
==''Helleborous viridis''(L.)==<br />
<br />
<br />
===Come si presenta===<br />
L'''H.viridis'' è una pianta erbacea perenne rizomatosa.<br />
<br />
Le '''foglie''' possono nascere direttamente dal rizoma o dalla base dello scapo (anche se questo accade più raramente). Sono palmate, formate da un numero dispari di segmenti in numero variabile; lanceolate, seghettate sui bordi, e collegate allo scapo da un piccolo picciolo alato. Le foglie sono caduche, e resistono sul fusto solo durante la fioritura.<br />
<br />
Lo '''scapo''' fiorale, alto da 20 a 50 cm è nudo nella parte inferiore.<br />
<br />
I '''fiori''', di color verde giallastro, sono formati da 5 sepali petaloidi, che, a differenza di quanto si possa pensare, formano il calice (e non la corolla!). I veri petali (5 in numero), invece, sono ridotti a piccoli cornetti nettariferi, di colore verdastro, posti alla base dell'apparato riproduttivo vero e proprio (la corolla è quindi atrofizzata). La parte centrale del fiore è composta da un gran numero di stami, facilmente riconoscibili dal loro colore giallo, mentre i carpelli, nascosti in mezzo agli stami, sono da 3 a 7.<br />
<br />
I ''frutti'' sono formati da 3-8 follicoli saldati alla base, lunghi 2,5-3 cm, con un'appendice lunga da 1/3 a 1/4 della lunghezza totale del follicolo; contengono tanti semi neri.<br />
<br />
<br />
===Habitat===<br />
L'''H.viridis'' si trova nei boschi, nei cespuglieti e nelle radure da 0 a 1600 m di quota. Vive su terreno calcareo-siliceo.<br />
<br />
===Fioritura===<br />
La pianta fiorisce da Febbraio a Maggio.<br />
<br />
<br />
===Particolarità e curiosità===<br />
La composizione chimica di questa pianta si avvicina molto a quella della sua "compagna di specie" ''[[niger|H.niger]]''; ciò nonostante la sua azione sembra essere più violenta. Tra le sostanze presenti ricordiamo l' ''elleborina'', l' ''elleboreina'', due glucosidi tossici (i cui effetti possono essere diarrea, vomito, arresto cardiaco, nonché danni a livello neurologico), e degli alcaloidi simili alla ''veratrina'' e alla ''aconitina''. <br />
In realtà queste sostanze non sono solo tossiche ("non è la sostanza che fa il veleno, ma la dose che fa il veleno"!), ma molto spesso anche ''mortali''. La leggeda, infatti, vuole che Alessandro Magno sia morto proprio a causa delle eccessive dosi di ''H.viridis'' che gli sono state somministrate per la cura della febbre malarica. Ma l'''H.viridis'' ha avuto anche altri utilizzi. Ad esempio nel medioevo l'elleboro verde veniva utilizzato nei riti sabbatici perchè si credeva che avesse la capacità di rendere invisibili; nell'antica Grecia, inoltre, il suo uso era fortemente consigliato per la cura della follia (si pensi alla leggenda di Ercole e dell' ''[[niger|H.niger]]''). I contadini, dal canto loro, ritenevano che fosse possibile predire la qualità del raccolto contando il numero di ciuffi di stami presenti: in particolar modo, quattro ciuffi erano indice di un ottimo raccolto, tre di un raccolto mediocre e due di una pessima annata.<br />
<br />
L'etimologia del termine ''Helleborous'' deriva dall'unione di due parole greche, che nel complesso significano "cibo mortale" (il riferimento all'effetto tossico è evidente); ''viridis'' fa, molto semplicemente, riferimento al colore dei sepali.<br />
<br />
===Immagini===<br />
<gallery perrow=6><br />
image:E. verde2.JPG|<center><i>Particolare degli stami in diverse fasi di maturazione </i></center> <br />
image:E. verde4.jpg|<center><i>Ovario dopo la fecondazione</i></center> <br />
image: hellvir.jpg|<center><i>Particolare del fiore.</i></center><br />
image:E. verde.jpg|<center><i></i></center><br />
image:E. verde3.JPG|<center><i></i></center> <br />
</gallery><br />
<br />
===Link===<br />
<br />
Torna alla famiglia [[ranuncolaceae]] oppure torna all'[[Famiglie botaniche|elenco delle famiglie]]<br />
<br />
<br />
[[Categoria: Helleborous]]</div>Vincenzohttps://wikibotanica.astrogeo.va.it/index.php?title=File:E._verde4.jpg&diff=1200File:E. verde4.jpg2011-09-03T22:24:56Z<p>Vincenzo: </p>
<hr />
<div></div>Vincenzohttps://wikibotanica.astrogeo.va.it/index.php?title=File:E._verde3.JPG&diff=1198File:E. verde3.JPG2011-09-03T22:23:33Z<p>Vincenzo: </p>
<hr />
<div></div>Vincenzohttps://wikibotanica.astrogeo.va.it/index.php?title=File:E._verde2.JPG&diff=1194File:E. verde2.JPG2011-09-03T22:21:35Z<p>Vincenzo: </p>
<hr />
<div></div>Vincenzohttps://wikibotanica.astrogeo.va.it/index.php?title=File:E._verde.jpg&diff=1193File:E. verde.jpg2011-09-03T22:20:13Z<p>Vincenzo: </p>
<hr />
<div></div>Vincenzohttps://wikibotanica.astrogeo.va.it/index.php?title=Niger&diff=1191Niger2011-09-03T22:18:51Z<p>Vincenzo: </p>
<hr />
<div>__NOTITLE__<br />
{{header}}<br />
{{Tassobox<br />
|colore=lightgreen <br />
|nome=Elleboro nero<br />
|immagine=[[Immagine:Helleborus_niger.jpg|200px]]<br />
|didascalia=Fiori di elleboro nero<br />
<!-- CLASSIFICAZIONE: --><br />
|dominio=eucariota<br />
|regno=[[Plantae]]<br />
|sottoregno=<br />
<!-- PER LE PIANTE: --><br />
|superdivisione=<br />
|divisione=[[Magnoliophyta]]<br />
|sottodivisione=<br />
<br />
<!-- PER TUTTI: --><br />
|superclasse=<br />
|classe=Magnoliopsida<br />
|sottoclasse=<br />
|infraclasse=<br />
|superordine=<br />
|ordine=Ranunculales<br />
|sottordine=<br />
|infraordine=<br />
|superfamiglia=<br />
|famiglia=[[Ranuncolaceae]]<br />
|sottofamiglia=<br />
|tribù=<br />
|sottotribù=<br />
|genere=Helleborus<br />
|sottogenere=<br />
|specie=niger<br />
|sottospecie=<br />
<!-- NOMENCLATURA BINOMIALE: --><br />
|biautore=L.<br />
|binome=helleborus niger<br />
|bidata=<br />
<!-- NOMENCLATURA TRINOMIALE: --><br />
|triautore=<br />
|trinome=<br />
|tridata=<br />
<!-- ALTRO: --><br />
|sinonimi?=<br />
|sinonimi=<br />
|nomicomuni=Rosa di Natale<br />
|suddivisione=<br />
|suddivisione_testo=<br />
<!-- PROPRIETA FARMACOLOGICHE --><br />
|proprieta=velenoso<br />
<br />
}}<br />
<br />
<br />
==''Helleborus niger'' (L.)==<br />
<br />
===Come si presenta===<br />
L'''Helleborus niger'', anche conosciuto con il più comune nome di Rosa di Natale, è una pianta perenne alta circa 10-30 cm, che fa capolino nei sottoboschi innevati nel periodo natalizio.<br />
<br />
Sotto terra nasconde un '''rizoma''' breve, grasso e nerastro, da cui nascono le '''foglie''' basali, coriacee e di color verde scuro o verde glauco. Ciascuna foglia è composta da 5-9 segmenti provvisti di un lungo picciolo e lanceolati, che terminano con un bordo seghettato. Le foglie caulinari sono sessili e più piccole, talvolta assenti.<br />
<br />
Lo '''scapo''' è cilindrico e carnoso, di colore rossiccio. Sulla sua parte sommitale si possono ammirare 1 o 2 '''fiori''' bianchi o rosati. La morfologia del fiore molto particolare: i petali, diversamente da quanto si potrebbe pensare, sono ridotti a piccoli cornetti nettariferi, all'interno del calice, e sono abbracciati da 5 sepali petaloidi, grandi e bianchi, talvolta leggermente soffusi di rosa.<br />
<br />
<br />
===Habitat===<br />
E' una pianta originaria delle Alpi calcaree, che popola sottoboschi, arbusteti e luoghi rocciosi, tra i 300 e 1000 metri di altitudine. Vive su terreni calcarei o calcarei e silicei.<br />
<br />
<br />
===Fioritura===<br />
L'''H.niger'' fiorisce da Gennaio ad Aprile.<br />
<br />
<br />
===Particolarità e curiosità===<br />
Nell'antichità l'Elleboro era considerato un rimedio contro le malattie mentali. Ad esempio, si narra che Ercole guarì dalla follia proprio grazie a questa pianticella. <br />
Come tutte le specie vegetali, infatti, anche l'Elleboro nero contiene alcune sostanze di rilevanza farmaceutica; per importanza ricordiamo due glucosidi, l' ''elleboreina'' e l' ''elleborina''. La prima, solubile in acqua, ha un sapore prima dolciastro e solo successivamente acre; l'altra, invece, è una saponina insolubile nell'acqua fredda, ma solubile a caldo. L'attività di questi glucosidi è simile a quella delle sostanze che si ritrovano nella famiglia delle ''Digitalis''; ciò nonostante l'Elleboro non è stato sfruttato in medicina a causa dell'eccessiva tossicità dei suoi glucosidi.<br />
<br />
L'etimologia del nome scientifico è da ricercarsi nel particolare aspetto del rizoma, di colore nerastro, per l'appunto.<br />
<br />
'''NB''': la specie è protetta in tutta la provincia con divieto assoluto di raccolta.<br />
<br />
===Immagini===<br />
<gallery perrow=6><br />
image:E. nero.JPG|<center><i></i></center> <br />
image:E. nero2.JPG|<center><i></i></center> <br />
image:E. nero3.JPG|<center><i>vista delle foglie</i></center> <br />
image:<br />
</gallery><br />
<br />
<br />
===Link===<br />
<br />
Torna alla famiglia [[Ranuncolaceae]] oppure torna all'[[Famiglie botaniche|elenco delle famiglie]]<br />
<br />
<br />
[[Categoria: Helleborus]]</div>Vincenzohttps://wikibotanica.astrogeo.va.it/index.php?title=File:E._nero3.JPG&diff=1190File:E. nero3.JPG2011-09-03T22:18:13Z<p>Vincenzo: </p>
<hr />
<div></div>Vincenzohttps://wikibotanica.astrogeo.va.it/index.php?title=File:E._nero2.JPG&diff=1189File:E. nero2.JPG2011-09-03T22:17:30Z<p>Vincenzo: </p>
<hr />
<div></div>Vincenzohttps://wikibotanica.astrogeo.va.it/index.php?title=File:E._nero.JPG&diff=1188File:E. nero.JPG2011-09-03T22:16:05Z<p>Vincenzo: </p>
<hr />
<div></div>Vincenzohttps://wikibotanica.astrogeo.va.it/index.php?title=Europaeum_o_purpurescens&diff=1187Europaeum o purpurescens2011-09-03T22:15:04Z<p>Vincenzo: </p>
<hr />
<div>__NOTITLE__<br />
{{header}}<br />
{{Tassobox<br />
|colore=lightgreen <br />
|nome=Ciclamino europeo<br />
|immagine=[[immagine:cyclamen_europaeum.png|200px]]<br />
|didascalia=Fiori di Cyclamen europaeum<br />
<!-- CLASSIFICAZIONE: --><br />
|dominio=eucariota<br />
|regno=[[Plantae]]<br />
|sottoregno=<br />
<!-- PER LE PIANTE: --><br />
|superdivisione=<br />
|divisione=[[Magnoliophyta]]<br />
|sottodivisione=<br />
<br />
<!-- PER TUTTI: --><br />
|superclasse=<br />
|classe=<br />
|sottoclasse=<br />
|infraclasse=<br />
|superordine=<br />
|ordine=Primulales<br />
|sottordine=<br />
|infraordine=<br />
|superfamiglia=<br />
|famiglia=[[Primulaceae]]<br />
|sottofamiglia=<br />
|tribù=<br />
|sottotribù=<br />
|genere=Cyclamen<br />
|sottogenere=<br />
|specie=europaeum<br />
|sottospecie=<br />
<!-- NOMENCLATURA BINOMIALE: --><br />
|biautore=<br />
|binome=Cyclamen europaeum<br />
|bidata=<br />
<!-- NOMENCLATURA TRINOMIALE: --><br />
|triautore=Miller<br />
|trinome=Cyclamen purpurescens<br />
|tridata=<br />
<!-- ALTRO: --><br />
|sinonimi?=<br />
|sinonimi=<br />
|nomicomuni=<br />
|suddivisione=<br />
|suddivisione_testo=<br />
<br />
}}<br />
<br />
<br />
==''Cyclamen europaeum'' (L.) - ''Cyclamen purpurescens'' (Miller)==<br />
<br />
<br />
===Come si presenta===<br />
Il ''Cyclamen europaeum'', chiamato anche "Pan porcino", è una graziosa piantina erbacea geofita perenne.<br />
<br />
Le '''foglie''', provviste di un lungo picciolo roseo e leggermente peloso(può arrivare fino a 10 cm di lunghezza!), sono di forma circolare cuoriforme e dal margine crenolato. La colorazione è caratteristica: la pagina inferiore appare rosso purpureo, mentre quella superiore è verde scuro, attraversata da intricati disegni argentei. <br />
Il ciclamino non presenta uno stelo epigeo; è provvisto, però, di un '''tubero''' subsferico, grigiastro e carnoso. Le dimensioni sono modeste e oscillano tra 1 e 3 cm; dal fusto ipogeo, si dipartono, poi, poche radici.<br />
<br />
I '''fiori''' posizionati all'estremità di fusticini alti da 5 a 15 cm e senza foglie, sono solitari e profumati. Il calice, pentapartito, presenta lacinie triangolari; la corolla, invece, è purpurea e presenta un tubo corto. I petali, generalmente 5, sono rivolti verso l'alto, appuntiti e lunghi fino a 2 cm; osservando bene, si possono anche riconoscere facilmente gli organi riproduttivi: lo stilo sporge dalla corolla, mentre le antere sono riconoscibili dalla loro colorazione gialla.<br />
<br />
I '''frutti''' sono deiscenti (a maturazione si aprono, cioè, spontaneamente) e appaiono come capsule sferiche. Contengono semi tondeggianti, che raggiungono la maturità l'anno successivo alla fioritura. La particolarità di questi semi sta nel fatto che dopo la fecondazione del fiore, i peduncoli si avvolgono a elica attorno all'ovario, avvicinando così a in seme alla terra: in questo modo la capsula si può interrare più facilmente.<br />
<br />
<br />
===Habitat===<br />
Il ''C.europaeum'' cresce generalmente nei boschi ricchi di humus, nelle faggete e nelle praterie erbose, fino ai 1900 m. Predilige terreni calcarei, e quindi acidi. <br />
<br />
<br />
===Fioritura===<br />
Fiorisce da Giugno a Ottobre.<br />
<br />
<br />
<br />
===Particolarità e curiosità===<br />
L'etimologia del termine ciclamino si pensi che derivi dal greco "kyklos", che significa cerchio, con un evidente riferimento alla forma arrotondata del tubero e, secondo alcuni, anche alla particolare aspetto che assume il peduncolo fioreale una volta sfiorito. Andando nello specifico, poi, questa particolare specie di ''Cyclamen'' deve il suo appellativo ''purpurescens'' al colore della pagina inferiore delle foglie e del peduncolo.<br />
<br />
Così come molte altre specie vegetali, anche per quanto riguarda il ciclamino in passato si riteneva avesse proprietà magiche: in particolare veniva utilizzato per eccitare l'amore e la sensualità, per allontanare i malefici e come rimedio contro il morso dei serpenti. In realtà, va però detto che il tubero del ciclamino è velenoso: questo contiene infatti una saponina chiamata ciclamina, particolarmente dannosa per l'organismo umano. Tuttavia il tubero non ha lo stesso effetto sui maiali, che possono tranquillamente mangiarlo senza avere poi effetti collaterali: da qui il nome "Pan porcino".<br />
Un'ultima particolarità: se i tuberi vengono essiccati perdono la loro patogenicità.<br />
<br />
'''NB''': la specie è protetta con il divieto assoluto di raccolta in tutta la provincia di Varese.<br />
<br />
===Immagini===<br />
<gallery perrow=6><br />
<br />
Image:ciclamino europeo-1.JPG|<i>Particolare del fiore.</i><br />
Image:ciclamino europeo.JPG|<i></i><br />
image:C.p.JPG|<center><i></i></center> <br />
image:C.p2.JPG|<center><i></i></center> <br />
<br />
</gallery><br />
<br />
===Link===<br />
<br />
Torna alla famiglia [[Primulaceae]] oppure torna all'[[Famiglie botaniche|elenco delle famiglie]]<br />
<br />
<br />
<br />
[[Categoria: Cyclamen]]</div>Vincenzohttps://wikibotanica.astrogeo.va.it/index.php?title=File:C.p2.JPG&diff=1186File:C.p2.JPG2011-09-03T22:14:25Z<p>Vincenzo: </p>
<hr />
<div></div>Vincenzohttps://wikibotanica.astrogeo.va.it/index.php?title=File:C.p.JPG&diff=1184File:C.p.JPG2011-09-03T22:13:21Z<p>Vincenzo: </p>
<hr />
<div></div>Vincenzohttps://wikibotanica.astrogeo.va.it/index.php?title=Vulgaris_o_acaulis&diff=1182Vulgaris o acaulis2011-09-03T22:12:06Z<p>Vincenzo: </p>
<hr />
<div>__NOTITLE__<br />
{{header}}<br />
{{Tassobox<br />
|colore=lightgreen <br />
|nome=Primula volgare<br />
|immagine=<br />
|didascalia=Fiori di Primula vulgaris<br />
<!-- CLASSIFICAZIONE: --><br />
|dominio=eucariota<br />
|regno=[[Plantae]]<br />
|sottoregno=<br />
<!-- PER LE PIANTE: --><br />
|superdivisione=<br />
|divisione=[[Magnoliophyta]]<br />
|sottodivisione=<br />
<br />
<!-- PER TUTTI: --><br />
|superclasse=<br />
|classe=<br />
|sottoclasse=<br />
|infraclasse=<br />
|superordine=<br />
|ordine=Primulales<br />
|sottordine=<br />
|infraordine=<br />
|superfamiglia=<br />
|famiglia=[[Primulaceae]]<br />
|sottofamiglia=<br />
|tribù=<br />
|sottotribù=<br />
|genere=Primula<br />
|sottogenere=<br />
|specie=vulgaris<br />
|sottospecie=<br />
<!-- NOMENCLATURA BINOMIALE: --><br />
|biautore=L.<br />
|binome=Primula acaulis<br />
|bidata=<br />
<!-- NOMENCLATURA TRINOMIALE: --><br />
|triautore=Hudson<br />
|trinome=Primula vulgaris<br />
|tridata=<br />
<!-- ALTRO: --><br />
|sinonimi?=<br />
|sinonimi=<br />
|nomicomuni=Occhio di civetta<br />
|suddivisione=<br />
|suddivisione_testo=<br />
<br />
}}<br />
<br />
<br />
==''Primula vulgaris'' (Hudson) - ''Primula acaulis'' (L.)==<br />
<br />
<br />
===Come si presenta===<br />
La ''P.vulgaris'' , anche chiamata occhio di civetta, è la specie maggiormente conosciuta. <br />
<br />
È una pianta perenne e presenta delle '''foglie''' a rosetta basale. Queste sono spesse, alquanto rugose e molto grandi: nel momento della fioritura sono grandi da 5 a 9 cm, mentre successivamente le loro dimensioni possono perfino raddoppiare. Il margine è irregolare e dentellato; nella pagina superiore le foglie sono glabre, mentre in quella inferiore appaiono leggermente pelose.<br />
<br />
A differenza di altre specie di ''Primula'', come ad esempio la ''P.auricola'' e la ''P.veris'', ogni '''scapo''' presenta un unico '''fiore''', che si diparte da un peduncolo mollemente lanuginoso. Il calice è diviso fino a metà della sua lunghezza in lobi acuti e stretti, mentre la corolla si presenta in una sfumatura di due colori: più esternamente i 5 petali cuoriformi hanno un colore che varia dal giallo zolfo pallido al bianco, e alla fauce hanno macchie aranciate. Come altre specie di ''Primula'', anche ''P.vulgaris'' è una pianta ermafrodita e presenta due tipologie di fiori: il primo con lo stimma portato più in alto delle antere, l'altro con l'androceo più in alto. Quest'ultimo, inoltre, favorisce l'impollinazione incrociata tra le varie pianticelle, garantendo così la variabilità genetica. <br />
<br />
Il '''rizoma''' è obliquo, breve e con grosse radici secondarie.<br />
<br />
===Habitat===<br />
Cresce nei luoghi erbosi o nei boschi di latifoglie. Riesce a sopravvivere in qualsiasi tipo di terreno, da quello calcareo a quello siliceo. Si trova nella zona montano collinare.<br />
<br />
<br />
===Fioritura===<br />
La ''P.vulgaris'' fiorisce da Febbraio a Maggio.<br />
<br />
<br />
===Particolarità e curiosità===<br />
Le proprietà farmacologiche della ''P.vulgaris'' sono note fin dal Medioevo: tra le tante, ricordiamo quelle espettoranti, pettorali, diuretiche, purgative, ecc. Inoltre, in passato, il decotto di primule veniva utilizzato come rimedio per la gotta e i reumatismi, mentre l'infuso di radici come antiemicranico. I fiori, invece, erano l'ingrediente principale delle "famose" pozioni d'amore!<br />
Comunque, la pianta contiene di fatto diverse sostanze utili: ad esempio, soprattutto nel rizoma, si può trovare l'acido salicilico, diventato famoso perché principio attivo di un ''noto'' farmaco antinfiammatorio.<br />
<br />
Un'ultima particolarità per quanto riguarda la ''P.vulgaris'': l'impollinazione è particolarmente difficoltosa, a causa del periodo dell'anno nel quale fioriscono. Non a caso, Sheakespeare in ''"Racconto d'inverno"'' scrisse ''delle pallide primule che muoiono nubili"'': questo perchè le primule sono piante che affidano la loro impollinazione agli insetti (entomofile), e, come si può ben intuire, nella stagione del risveglio, questi non sono particolarmente numerosi. In ogni modo, le Primule che vengono impollinate(le poche "fortunate"!) producono semi vischiosi, e le formiche, che ne vengono attratte, li portano lontano.<br />
<br />
===Immagini===<br />
<gallery perrow=6><br />
image: P. vulgaris1.jpg|<center><i></i></center><br />
image:privv.jpg|<center><i>Le primule non hanno problemi di "adattamento": si trovano anche tra le rocce</i></center><br />
image:P. vulgaris2.JPG|<center><i>Gli ultimi rigori dell'inverno attanagliano i primi candidi fiori</i></center> <br />
image:P. vulgaris4.JPG|<center><i></i></center> <br />
image:P vulgaris3.jpg|<center><i></i></center> <br />
</gallery><br />
<br />
===Link===<br />
<br />
Torna alla famiglia [[Primulaceae]] oppure torna all'[[Famiglie botaniche|elenco delle famiglie]]<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
[[Categoria: Primula]]</div>Vincenzohttps://wikibotanica.astrogeo.va.it/index.php?title=File:P_vulgaris3.jpg&diff=1181File:P vulgaris3.jpg2011-09-03T22:10:57Z<p>Vincenzo: </p>
<hr />
<div></div>Vincenzohttps://wikibotanica.astrogeo.va.it/index.php?title=File:P._vulgaris4.JPG&diff=1174File:P. vulgaris4.JPG2011-09-03T22:08:44Z<p>Vincenzo: </p>
<hr />
<div></div>Vincenzohttps://wikibotanica.astrogeo.va.it/index.php?title=File:P._vulgaris2.JPG&diff=1166File:P. vulgaris2.JPG2011-09-03T22:02:57Z<p>Vincenzo: </p>
<hr />
<div></div>Vincenzohttps://wikibotanica.astrogeo.va.it/index.php?title=File:P._vulgaris1.jpg&diff=1162File:P. vulgaris1.jpg2011-09-03T22:00:01Z<p>Vincenzo: </p>
<hr />
<div></div>Vincenzohttps://wikibotanica.astrogeo.va.it/index.php?title=Veris_o_officinalis&diff=1156Veris o officinalis2011-09-03T21:54:34Z<p>Vincenzo: </p>
<hr />
<div>__NOTITLE__<br />
{{header}}<br />
{{Tassobox<br />
|colore=lightgreen <br />
|nome=Primula veris<br />
|immagine=[[immagine:primula_officinalis.png|200px]]<br />
|didascalia=Fiori di Primula veris<br />
<!-- CLASSIFICAZIONE: --><br />
|dominio=eucariota<br />
|regno=[[Plantae]]<br />
|sottoregno=<br />
<!-- PER LE PIANTE: --><br />
|superdivisione=<br />
|divisione=[[Magnoliophyta]]<br />
|sottodivisione=<br />
<br />
<!-- PER TUTTI: --><br />
|superclasse=<br />
|classe=<br />
|sottoclasse=<br />
|infraclasse=<br />
|superordine=<br />
|ordine=Primulales<br />
|sottordine=<br />
|infraordine=<br />
|superfamiglia=<br />
|famiglia=[[Primulaceae]]<br />
|sottofamiglia=<br />
|tribù=<br />
|sottotribù=<br />
|genere=Primula<br />
|sottogenere=<br />
|specie=veris (officinalis)<br />
|sottospecie=<br />
<!-- NOMENCLATURA BINOMIALE: --><br />
|biautore=L.<br />
|binome=Primula veris <br />
|bidata=<br />
<!-- NOMENCLATURA TRINOMIALE: --><br />
|triautore=L.<br />
|trinome=Primula officinalis<br />
|tridata=<br />
<!-- ALTRO: --><br />
|sinonimi?=<br />
|sinonimi=<br />
|nomicomuni=Primula odorosa<br />
|suddivisione=<br />
|suddivisione_testo=<br />
<br />
}}<br />
<br />
<br />
==''Primula veris'' (L.) - ''Primula officinalis'' (L.)==<br />
<br />
<br />
===Come si presenta===<br />
Chiamata anche primula odorosa, la ''P.veris'' è una pianta erbacea perenne alta circa 10-15 cm.<br />
<br />
Le '''foglie''', tutte basali, sono disposte a rosetta. Appaiono color verde vivace nella pagina superiore, mentre risultano più chiare in quella inferiore; nella pagina inferiore, sono presenti nervature biancastre e reticolate. Le foglie, inoltre, sono rugose, ovate e finemente pelose, su entrambe le pagine.<br />
<br />
Il '''fusto''', che si eleva direttamente dalla rosetta, balza all'occhio in quanto è nettamente più lungo delle foglie. Anche nella primula odorosa, lo scapo termina in un'ombrella multiflora, che presenta da 5 a 15 fiori. I '''fiori''', gialli e non molto grandi, sono situati all'ascella di una brattea, cioè una foglia modificata. Il calice, tubolare e rigonfio,è verde chiaro e il margine è spigolato. La corolla di ciascun fiore è gamopetala e tubulare; il tubulo, del diametro di 1-2mm, si allarga sulla sommità del fiore. Al suo interno sono presenti 5 stami e un pistillo; tuttavia, nonostante la pianta sia ermafrodita, esistono due tipi di fiori: nel primo gli organi femminili si trovano più in alto di quelli maschili (al centro del fiore c'è uno stimma molto appariscente, contornato, più in basso, da un anello di antere), mentre nel secondo caso la situazione è opposta (c'è quindi un anello di antere con stimma più in basso).<br />
<br />
Il '''frutto''' della ''P.officinalis'' è una capsula ovata contenente semi angolosi e rugosi.<br />
<br />
Il ''rizoma'' è obliquo o suborizzontale; è arcuato ed ha dimensioni piuttosto ridotte (2-3 cm)<br />
<br />
===Habitat===<br />
La primula odorosa cresce prevalentemente nei prati e boschi radi, e predilige terreni calcarei (anche se ben sopporta i terreni misti o silicei). Si ritrova in ambiente subalpino, collinare o montano.<br />
<br />
===Fioritura===<br />
La ''P.veris'' fiorisce generalmente nel periodo compreso tra Marzo e Maggio.<br />
<br />
===Particolarità e curiosità===<br />
Riguardo alla ''P.veris'' circola un curioso aneddoto: in Inghilterra, infatti, questo fiore è chiamato volgarmente "bunch of keys", che significa mazzo di chiavi. La leggenda, infatti, narra che S. Pietro, avendo saputo che era stata fatta una copia delle chiavi del Paradiso, decise di lasciar cadere le sue; queste caddero in Inghilterra e, proprio in quel punto, nacque il primo mazzolino di ''P.veris''.<br />
<br />
La primula odorosa è anche nota per i suoi poteri medicamentosi: il rizoma, infatti, possiede proprietà espettoranti, pettorali, sedative, sudorifiche e calmanti; la sua polvere, inoltre, è utilizzata come sternutatorio. Il decotto preparato con le foglie agisce anche come emostatico e vulnerario.<br />
Inoltre il rizoma profuma di anice.<br />
<br />
'''NB''': La specie è protetta dal divieto assoluto di raccolta nel solo Massiccio del Campo dei fiori da quota 600m in su.<br />
===Immagini===<br />
<gallery perrow=6><br />
image:P. veris.JPG|<center><i></i></center> <br />
image:P. veris2.JPG|<center><i></i></center> <br />
image:P. veris3.JPG|<center><i></i></center> <br />
<br />
<br />
<br />
<br />
Torna alla famiglia [[Primulaceae]] oppure torna all'[[Famiglie botaniche|elenco delle famiglie]]<br />
<br />
<br />
[[Categoria: Primula]]</div>Vincenzohttps://wikibotanica.astrogeo.va.it/index.php?title=File:P._veris3.JPG&diff=1155File:P. veris3.JPG2011-09-03T21:54:15Z<p>Vincenzo: </p>
<hr />
<div></div>Vincenzohttps://wikibotanica.astrogeo.va.it/index.php?title=File:P._veris2.JPG&diff=1152File:P. veris2.JPG2011-09-03T21:52:55Z<p>Vincenzo: </p>
<hr />
<div></div>Vincenzohttps://wikibotanica.astrogeo.va.it/index.php?title=File:P._veris.JPG&diff=1147File:P. veris.JPG2011-09-03T21:50:03Z<p>Vincenzo: </p>
<hr />
<div></div>Vincenzo